«A 19 anni spacciavo cocaina a quelli di 14
Finita in overdose alla festa per la maturità»

«A 19 anni spacciavo cocaina a quelli di 14 Finita in overdose alla festa per la maturità»
di Nicoletta Gigli
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Lunedì 9 Settembre 2019, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 17:55

«Spacciavamo ai ragazzini in centro. Nel parco della ex Foresteria aspettavamo gli studenti all'uscita da scuola. Erano tutti piccoli. Mi ha impressionato un ragazzino che ha comprato un ventino di coca, che è niente, e poi è tornato a prenderne un altro. Faceva la colletta tra gli amici per pagarla, non aveva capito che se avesse comprato 50 euro di coca avrebbe risparmiato parecchio. Mi sento in colpa, erano tutti poco più che bambini». Valentina ha 19 anni, gli occhi dolci e lucidi e un viso che ti incanta. Ha lo sguardo di chi sa di aver bruciato la sua adolescenza, di averla consegnata allo sballo. Con la prima canna a 14 anni, poi con la cocaina e l'eroina. In una delle stanze della Comunità Incontro di Amelia racconta la sua vita. A Molino Silla Valentina è arrivata da un mese. Parla di se stessa con severità ed è una storia la sua comune a chi finisce nel tunnel della droga. Consumatori e pusher, poliassuntori e venditori di morte che perdono ogni barlume di lucidità. Che riescono a nascondersi anche allo sguardo del genitore più attento. «Mio padre lavora con le forze dell'ordine, a 16 anni temeva che consumassi cocaina ma dell'eroina non si era accorto. Mi fece fare l'analisi del capello, non venne fuori niente». Valentina è di Orte ma quando la droga l'ammalia la sua vita si sposta tra Narni e Terni. «Ho cominciato a 14 anni. La prima canna per gioco, con gli amici, si facevano tutti. A 15 già fumavo cocaina ed eroina. Per la coca bisognava cercare a Terni. Il mio pusher era il mio fidanzato, un ternano di 17 anni. Mi riforniva di coca mentre per l'eroina ci pensava un suo amico che stava ai domiciliari ma continuava a spacciare da casa come se niente fosse. Il mio ragazzo si droga ancora, quello con cui spacciavo l'hanno arrestato».

Valentina viene inghiottita dalla dipendenza, assume cocaina tutti i giorni. Frequenta le discoteche e quelli che definisce brutti ragazzi, si sballa anche con Ketamina e speed, conferma che «in giro per Terni trovi tutto senza fatica. Io ero una delle clienti di quello spacciatore che aveva la droga nel garage sotterraneo di piazza Dalmazia - racconta - la fumavamo lì, sulle scalette». Una sera Valentina si addormenta con la stagnola in mano e il papà ha la conferma dei sospetti. I suoi genitori non l'abbandonano per un istante e tentano di tutto. «A Natale mi portarono in vacanza, per due mesi sono riuscita a smettere. Poi ho ricominciato». A luglio Valentina va in overdose a Rimini. «Ero andata a festeggiare la maturità. Ho preso coca e ketamina e metadone. Ho avuto in edema polmonare, ho rischiato la vita. Non ricordo nulla, mi sono svegliata in ambulanza». Valentina viene usata spesso per nascondere la droga. L'ultimo viaggio di ritorno da Roma sarà decisivo per il suo presente, perché incrocia un carabiniere che l'aiuterà a pensare ad una nuova vita. Il viaggio suo e dell'amico viene seguito dai militari. «Ci hanno fermato al ritorno da Tor Bella Monaca. Avevo tutto addosso io, un etto di fumo e sei pezzi di cocaina». A quel carabiniere deve molto: «Spero di riuscirci, in Comunità mi trovo molto bene ma sono tentata di riprendere la vita fuori, di iniziare l'università, sono piccola io» dice con gli occhi innocenti di chi vorrebbe cancellare quei cinque anni di buio. Di chi non vuole ammettere di aver visto volar via un'adolescenza cancellata dentro a un tunnel che sembrava senza uscita. Di chi ha paura di ricaderci dentro.

«Della comunità avevo paura, ma la mia è stata una vita di m..

Ho rubato a casa mia, ho venduto l'oro di nonna. Mi vergogno tanto, non lo rifarei mai, ma in quei momenti la testa non c'è. Voglio rimetterla a posto la mia vita, voglio riuscirci». Un mese in Comunità è ancora poco per mettere su una solida corazza che scacci via per sempre i mostri del passato. Valentina, scricciolo indifeso che vuole voltare le spalle ad ogni tentazione, ha il fiato sul collo di Giampaolo Nicolasi, responsabile di Molino Silla, e dei suoi collaboratori: «Valentina ce la farà, nonostante abbia un forte richiamo e potrebbe avere delle ricadute. Ma questa esperienza che sta passando alla Comunità Incontro sicuramente la segnerà. Qualora abbandonasse il percorso, sa che c'è un posto e delle persone che l'aspettano».

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