“L’Istituto Agrario più antico d’Italia":
il libro che scopre le radici di un fiore
all'occhiello dell'Umbria più innovativa

“L’Istituto Agrario più antico d’Italia": il libro che scopre le radici di un fiore all'occhiello dell'Umbria più innovativa
di Michele Bellucci
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Domenica 15 Novembre 2020, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 19:12

TODI - Sta diventando quasi un oggetto di culto il libro “L’Istituto Agrario più antico d’Italia. Ragioni e circostanze che portarono alla fondazione della Colonia Agricola di Todi”, ultimo lavoro editoriale realizzato proprio all’interno della scuola-azienda “Ciuffelli-Einaudi” e che ne racconta la storia a 160 anni dalla fondazione. Un’opera imponente, con 330 pagine e una ricca selezione di foto inedite, frutto di tre anni di ricerche del direttore dell’azienda dell’istituto Gilberto Santucci e del dirigente scolastico Marcello Rinaldi. La pubblicazione ricostruisce con precisione le vicende legate alla fondazione della Colonia Agricola nel lontano 1863, anche grazie ad alcuni documenti inediti. Era il 17 maggio di quell’anno quando venne inaugurato il primo istituto agrario d’Italia, che contava allora 8 studenti. La storia di questo luogo, che i tuderti chiamano abitualmente “La Cittadella Agraria”, si intreccia in maniera indissolubile con la storia sociale ed economica della città in quegli anni. Nel libro infatti si va in profondità, per osservare attraverso la storia culturale di Todi l’evoluzione di questo fenomeno; a partire dall’adesione di alcuni innovatori tuderti al movimento di rilancio del settore agricolo, a metà dell’Ottocento, di concerto con alcuni personaggi rimasti nella storia come don Luigi Orione, don Luigi Guanella, don Michele Rua e don Giovanni Cocchi che fondarono Colonie Agricole a contrasto dello spopolamento delle campagne. Una misura volta a contenere la fuga verso le città sempre più affollate e dove era più difficile trovare lavoro, in un’Italia che contava il 78% di analfabeti che salivano fino al 90% nel nostro Meridione.

Passaggi storici documentati anche dalle numerose foto, la più antica del 1877, che raccontano la vita quotidiana degli allievi in quell’epoca. Ed è proprio dagli ex studenti dell’Istituto che sono arrivati molti scatti d’altri tempi, invitati dai curatori del libro a "rovistare nei propri album e nei propri cassetti" alla ricerca di qualche immagine della loro gioventù. “L’Istituto Agrario più antico d’Italia. Ragioni e circostanze che portarono alla fondazione della Colonia Agricola di Todi” traccia un percorso che arriva fino ai giorni nostri, ribadendo il primato dell’antichità della sede dell’istituzione tuderte: delle attuali 19.000 sedi scolastiche italiane solo poche si trovano in edifici centenari, molte delle quali in Umbria come l’Istituto magistrale “Assunta Pieralli” di Perugia che opera dal 1861.

Nel 2014 l’Istituto Agrario tuderte ha celebrato invece i 150 anni di storia ininterrotta. L’interessante volume si aggiunge alle 13 precedenti pubblicazioni della serie “Quaderni dell’Istituto Agrario”, che negli anni stanno offrendo testimonianze autorevoli su argomenti che riguardano da vicino il settore agroalimentare in un’ottica decisamente ampia. Nel 2020 ricorrono invece i 60 anni della fondazione dell’Istituto Professionale di Todi, le cui attività iniziarono in pieno boom economico e che dal 2009 è divenuto “Ciuffelli-Einaudi” aggregandosi all’Ipsia.

Quella dell’Istituto “Ciuffelli-Einaudi” di Todi, che conta attualmente oltre 500 studenti (il 30% sono ragazze) e circa 150 convittori residenti, rappresenta un vero fiore all’occhiello per l'Umbria in ambito formativo. Questo anche grazie alla crescente valorizzazione delle professioni legate al settore agroalimentare, che fanno registrare una percentuale di impiegati complessiva del 90% negli studenti che escono dall’Agrario di Todi. Risultato che dipende anche dalla presenza intorno alla scuola di 75 ettari di terreni, con un vigneto, un oliveto, un campo-catalogo di biodiversità, un frutteto, delle serre, un allevamento, un caseificio, un laboratorio per la produzione di miele e l’allevamento di api, una cantina sperimentale e un frantoio sperimentale. Una vera Azienda che da un lato permette agli studenti di “imparare sul campo” e dall’altro rappresenta una fonte di reddito per la scuola stessa. I ricavi vengono impiegati soprattutto per ampliare l’offerta didattica, come dimostra il recupero un’antica corte contadina attualmente in corso che creerà altri 800 mq per laboratori. Grande anche l’investimento per competere nelle sfide che il mondo agricolo ci chiamerà ad affrontare, a partire dalle nuove frontiere dell’agricoltura di precisione che faranno sempre più parte del percorso di studi proposto.

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