'Ndrangheta a Perugia, come nel Padrino:
«Pezzi di animale morto davanti casa»

'Ndrangheta a Perugia, come nel Padrino: «Pezzi di animale morto davanti casa»
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Mercoledì 2 Aprile 2014, 13:20 - Ultimo aggiornamento: 13:21
PERUGIA - Nell’ordinanza firmata dal Gip Alberto Avenoso su richiesta dei pm Antonella Duchini e Gemma Miliani nei confronti degli autori degli spari contro i due negozi di Ponte Felcino e Ponte Valleceppi emerge la figura di Antonio Procopio non solo come elemento centrale dell’indagine, ma anche dai modi e dagli atteggiamenti molto vicini agli standard della criminalit organizzata meridionale.



Nativo di Catanzaro e parente di quel Gregorio Procopio assolto nel dicembre 2009 dalla Corte d'assise dall’accusa di avere ucciso il 30 maggio 2005 in un appartamento di Ponte Felcino il muratore calabrese Roberto Provenzano, nelle testimonianze di diversi testimoni raccolte dai carabinieri emergono situazioni inquietanti proprio riferite a Procopio. «Ricordo che si lamentava spesso perché il proprietario del ristorante e della pescheria chiedeva insistentemente... di tenere bene il ristorante e di pagare l’affitto alle scadenze. Una sera, poi, mentre mi trovavo in macchina con Procopio, passando davanti alla pescheria mi disse che avrebbe dovuto sparare contro quel palazzo».



Atteggiamenti da gangster che sono rintracciabili anche in un’altra situazione di cui hanno conto i carabinieri per testimoniare le «modalità mafiose» nell’atteggiamento del trentacinquenne calabrese che, secondo gli investigatori, oltre ad essere entrato in affari con la gestrice del ristorante all’interno del centro sportivo di Ponte Felcino, intratteneva anche una relazione sentimentale con lei. La storia è quella di una coppia che con l’uomo aveva dei legami di tipo lavorativo e avrebbe in qualche caso partecipato ad alcune attività illecite dello stesso Procopio.



L’uomo e la donna però a un certo punto iniziano a mostrare insofferenza, vorrebbero uscire da quel giogo perché capiscono che le cose iniziano a farsi pericolose. «Il Procopio - è scritto nelle carte - ingiungeva... di allontanarsi entro tre giorni da Perugia e di non rivelare nulla di quanto a loro conoscenza» dietro minaccia di uccidere lui e violentare lei. Ancora: «Successivamente, decorsi i tre giorni, poneva in essere una serie di minacce di morte presso il domicilio delle persone offese, facendo rinvenire in tre distinte occasioni dei fiori, delle interiora di animale ed un pezzo di legno, simboli, rispettivamente, di un morto che cammina, della vicinanza dell’evento omicidiario e della bara».



Ancora, un altro testimone sentito dai carabinieri racconta: «Mi aveva riferito che quando si era trasferito in Umbria dalla Calabria era salito con una pistola ed aveva legami con la ’Ndrangheta calabrese».



Il precedente arresto. Procopio nel 2006 era stato arrestato dalla squadra mobile di Perugia, su mandato della mobile di Catanzaro, per traffico di droga.



Confcommercio e Libera. In due note ufficiali, Confcommercio e Libera esprimono «apprezzamento» e «plauso» per l’operazione dei carabinieri. Libera sottolinea come «da tempo la zona dei Ponti, Ponte Felcino, Ponte Valleceppi, abbiamo segnalato essere particolarmente critica».
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