X Factor al via il 12 settembre. Sfera Ebbasta: «Corinaldo? Ritornare a lavorare non è stato facile»

X-Factor al via il 12 settembre. Mara Maionchi: «Le canzoni sono fondamentali»
di Fiamma Sanò
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Settembre 2019, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 09:21

«Le canzoni, signori, sono fondamentali», dice Mara Maionchi, unica presenza non rinnovata nella prossima giuria di X Factor, alla presentazione dell'edizione numero 13, che va in onda su Sky Uno (e On demand, Sky go, in streaming su Now Tv, in chiaro su Tv8 il giorno dopo) dal 12 settembre, alle 21.15. Sei puntate già registrate di selezioni, poi la diretta dal 24 ottobre.

Joe Bastianich nuovo volto di Italia's Got Talent: prende il posto di Claudio Bisio
 


Per quella data, oltre alle canzoni, ci si aspetta qualcos'altro di fondamentale: il luogo. Già che il teatro Ciak, che da anni ospita la produzione, l'altro ieri è stato posto sotto sequestro dal tribunale di Milano (il reato contestato è mancata demolizione di opere abusive). Ancora non era allestito per lo show, e Lorenzo Mieli, patron di Fremantle, non se ne preoccupa più di tanto: «X Factor è green, plastic free, gender fluid, multietnico e a questo punto anche un po' migrante». Ci sono già opzioni alternative, fossero davvero questi i problemi, mormorano gli interni di Sky.

LA CURIOSITÀ
Teatro a parte, la novità principale di X Factor 13 è la giuria: accanto alla Maionchi, definita dai vertici produttivi «necessaria e indispensabile» nonché «Mattarella», non si capisce bene se nel senso del Presidente o in quello di vivace eccentrica, entrano Samuel, voce e leader dei Subsonica, Sfera Ebbasta, idolo della trap dei giovanissimi e la sofisticata cantautrice Malika Ayane. Per Mieli quest'anno c'era bisogno di aria nuova, e il quartetto è «leggero, però impegnato e rapace, cioè con la curiosità delle prime volte». Mica come certi giudici del passato che avrebbero dovuto essere «ironici, competenti, giocosi, allegri» e invece... «Fin qui tutto bene», dice Malika, sfoggiando aplomb e stile da Lady Gaga, e alternando citazioni tra Disney e Marlon Brando. Samuel con X Factor esce «dalla comfort zone del palco, io lì ci vivrei», per entrare in una televisione «che mi fa molta paura», e sfoggia due espressioni alla Clint Eastwood secondo Sergio Leone: con il cappello, e con il cappello da baseball.

A lui e Malika è affidata la competenza musicale, precisa, intelligente ed elegante, e infatti al tavolo della giuria sono seduti vicini. Sfera è quello che avremmo voluto fosse Fedez, almeno negli ultimi anni: il trapper della porta accanto carino, educato, autoironico, sorridente; ascolta Baglioni, e usa espressioni come «bando alle ciance», affiancandole all'intercalare dei giovani, che pure meglio descrive lui: «spacca». Anche quando si parla inevitabilmente dei fatti di Corinaldo: «Una tragedia che ha segnato me e tanti altri. Non è una cosa che passa, ritornare alla vita lavorativa non è stato facile, di fronte a certe cose non sei mai abbastanza forte e preparato». Mara Maionchi che «potrei essere sua nonna» lo spalleggia ed è sempre Mara Maionchi: fa «Il lavoro che ho fatto per tutta la vita, scoprire talenti. Da 60 anni, con grande piacere». Mentre il conduttore, Alessandro Cattelan, è più Cattelan che mai. Alla guida di X Factor per la nona volta, oggi è anche creative producer carica che in pratica significa «partecipare a molte più riunioni, potere dire la mia, e poi comunque nessuno mi ascolta».

LA REGINA
Bugia: le prime immagini del programma recano forte il marchio autoriale di E poi c'è Cattelan. «Mi è stata data la possibilità di entrare prima nel processo creativo», chiosa e ammette che avrebbe voluto «Iniziare con un meme di Mara Maionchi tipo Regina Elisabetta. Avete presente? Quelli in cui si vede che mentre tutti intorno cadono, muoiono, lei è sempre lì». E come la vestirebbe, Mara? «Di rosa, naturalmente, e la farei salutare così con la manina». Nel gran vento di rinnovamento - anzi rilancio, come lo definisce Mieli - che soffia a X Factor, cambia un po' anche il meccanismo: i concorrenti che alle selezioni ottengono 4 sì dai giudici, non passano per le fasi intermedie, ma entrano di diritto ai bootcamp, la fase precedente alla scelta dei 12 finalisti. Il resto è uguale: quattro categorie (under donne, under uomini, gruppi e over 25). Ci sono meno interpreti e più autori: il 60% del totale, già che si è capito dall'inizio che avere delle canzoni è l'unica strada per passare dalla tv alla discografia. Anche se Malika suadente e ieratica avverte che non basta neanche quello: «L'identità è importante, però se scrivi schifezze, sempre di schifezze si tratta».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA