Stefano Raimondi e Giulia Terzi a Verissimo: la malattia, l'incidente, il nuoto. La coppia d'oro si racconta

La malattia, l'incidente, il nuoto. La coppia d'oro si racconta

Stefano Raimondi e Giulia Terzi a Verissimo: la malattia, l'incidente, il nuoto: la coppia d'oro si racconta
3 Minuti di Lettura
Sabato 30 Ottobre 2021, 18:57 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 14:56

Giulia Terzi e ​Stefano Raimondi, sono la coppia più vincente delle Paralimpiadi di Tokyo 2020. Due atleti uniti nello sport, ma anche in amore. I due giovani sono stati ospiti a Verissimo, la trasmissione televisiva targata Mediaset condotta da Silvia Toffanin, e hanno raccontato, oltre la loro esperienza ai giochi olimpici durante la quale entrambi sono riusciti a portare a casa una medaglia d'oro, anche le vicende che hanno sconvolto le loro vite. 

«Non ricordo nulla della mia malattia. Mamma m'ha poi raccontato che quando avevo tre anni mi hanno portato dal pediatra per una visita di ruotine. Da lì sono entrata e uscita continuamente dall'ospedale. Le cose sono peggiorate a partire dai nove anni. A 13 anni abbiamo deciso di affrontare di petto la malattia, la scogliosi congenita. E tutt'ora sto lottando», dice Giulia durante l'intervista. Bella, forte, giovane, appassionata, Giulia è costretta a muoversi sulla sedia a rotelle. Eppure, nel corso di questi anni, ha partecipato a due mondiali di nuoto paralimpico e campionati europei del 2021 vincendo 5 medaglie d’oro e un bronzo.

«Io mi ricordo tutto dell'incidente. Ho solamente un vuoto nel momento dell'impatto col camion. Poi m'è tutto chiaro: l'aiuto degi amici, l'arrivo della Croce Rossa, l'emorragia, la corsa in ospedale. Il nuoto mi ha salvato, assieme alla mia famiglia, e mi ha anche permesso di trovare Giulia», dice Stefano visibilmente commosso. Nato il primo gennaio del 1998, Stefano, recordman dell'Italia ai Giochi a cinque cerchi, ha iniziato la sua carriera in vasca dopo un incidente in scooter che gli ha compromesso l'uso della gamba.

Aveva quindici anni e una passione non da poco per il calcio, che ha abbandonato per dedicarsi al nuoto, dove non solo ha ritrovato sé stesso, ma in cui ha iniziato a battere primati su primati a livello nazionale, e in diversi stili: stile libero, delfino e rana sono i suoi cavalli di battaglia. Ed è proprio nei 100 rana, agli Europei di Dublino del 2018, che il nuotatore ventitreenne ha raccolto il suo primo oro - e lo ha dedicato ai genitori -, il preludio di quello che poi è successo in terra nipponica, quando è salito sul gradino più alto del podio nella stessa specialità, nella prima gara nella piscina olimpionica della sua vita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA