Salvini a Porta a Porta, Vespa riparte con l'ex ministro dell'Interno: «Conte ha rifiutato, per ora»

Salvini a Porta a Porta, Vespa riparte con l'ex ministro dell'Interno: «Conte ha rifiutato, per ora»
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Lunedì 9 Settembre 2019, 18:28 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 14:54

Si parte con Matteo Salvini, ma non è una rottura della tradizione che vuole il premier alla prima. È solo - spiega Bruno Vespa in conferenza stampa - che Giuseppe Conte non ama la televisione e ha rifiutato, almeno per ora, l'invito. Quindi domani alle 23.15 su Rai1, al ritorno di Porta a Porta per il 24/o anno consecutivo, ci sarà il leader della Lega, il giorno dopo il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, e giovedì un esponente dei 5 Stelle da definire (Luigi Di Maio è impegnato all'Assemblea Onu e andrà in trasmissione probabilmente dopo il 20). Stessa scenografia, stesso studio. Anche la squadra non cambia, con l'arrivo però alla regia di Sabrina Busiello. Non manca qualche novità di rilievo. A partire dalla presenza di Federico Palmaroli, in arte Osho, per due volte alla settimana in trasmissione con le sue vignette.

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Passaggio di testimone tra i sondaggisti: Antonio (RPT: Antonio) Noto prenderà il posto di Nicola Piepoli e si alternerà ogni settimana con Alessandra Ghisleri. «Proveremo poi ad aprire le interviste in modo informale, al bar di via Teulada», fa sapere ancora Vespa. Non solo politica, ma anche cronaca, cultura e spettacolo. Il via è avvenuto sabato con uno speciale sul decennale dalla morte di Mike Bongiorno, ma per tutta l'estate, nonostante la crisi di governo, la trasmissione è rimasta ai box. «C'è ovviamente rammarico per non aver seguito la crisi - ammette il conduttore -. La gente per strada mi guardava in modo strano, come a dire: tu che ci fai qui? Come mai non sei in onda?». Per il momento non ci sono altri speciali in programma, perché - spiega Vespa - «noi ci comportiamo come la mattina al mercato, vediamo la verdura che c'è e decidiamo». Così, le puntate, registrate per consentire ai politici di essere presenti in trasmissione, vengono spesso modificate in corso d'opera. «La squadra è giudicata dagli altri la migliore - sottolinea il conduttore -, non si ferma un attimo e del resto non è semplice realizzare tre o quattro segmenti in un pomeriggio».

Il giornalista, rispondendo alle domande, ricorda poi che la definizione di Terza Camera nacque da una battuta di Giulio Andreotti. «Il ruolo di Porta a Porta è riconosciuto da tutti - afferma -. Una delle ragioni per la quale la trasmissione è rispettata è la correttezza assoluta. Abbiamo invitato Salvini e Zingaretti il 7 agosto, prima della crisi di governo. Non cambia niente che Salvini sia passato all'opposizione, non era certo il caso di revocargli l'invito». Vespa sottolinea il successo del programma, nonostante l'orario scomodo dovuto ad «una prima serata ritardata come in nessuna altra parte d'Europa», e lo scarso traino, come accaduto l'anno scorso scorso con ben 27 partite in prime time, la cui audience cala vertiginosamente all'avvio dei commenti. «Il mio errore più grande? - risponde ancora Vespa -. Non l'ho mai ammesso, ma non avrei intervistato in studio i Casamonica. Non ci stavano bene in studio, onestamente». Un futuro nella politica? «No per carità - replica secco -. Non sarei proprio capace con il carattere che ho. Mi ammazzerebbero nella culla».

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