Rai, il presepe è troppo caro, scoppia la rissa: «I vertici hanno mentito»

Rai, il presepe è troppo caro, scoppia la rissa: «I vertici hanno mentito»
di Giuseppe Scarpa
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Domenica 27 Giugno 2021, 07:28

Se al principio era il sacco della Rai, dipinti, mobili e sculture rubate, adesso è la guerra della Rai. Non si era mai assistito ad accuse di falso durante un'audizione della commissione di Vigilanza. Accuse rivolte da un alto dirigente alle massime cariche della televisione pubblica, in diretta streaming e di fronte a senatori e deputati. Nicola Sinisi, 66 anni, direttore di canone e beni artistici, chiamato a chiarire il caso dei 120 quadri d'autore spariti da diverse sedi della televisione pubblica, ha attaccato i vertici di viale Mazzini. Il nome non lo ha mai fatto, ma a tutti è parso evidente che l'oggetto delle sue critiche fosse l'amministratore delegato Fabrizio Salini.

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OPERA MAI ESPOSTA
La contesa è il presepe luminoso dell'artista Marco Lodola. Opera che doveva essere esposta lo scorso Natale a viale Mazzini ma che, all'ultimo, non ha trovato spazio. Una questione economica, il costo dell'opera forse? Oppure un'offesa alle altre religioni. Il motivo per cui alla fine si scelse di non installare il presepe fa solo da sfondo alla controversia.
La ragione per cui Sinisi ha criticato il numero uno di viale Mazzini risiederebbe in una presunta, è il caso di sottolinearlo, menzogna che sarebbe stata comunicata alla stessa vigilanza dai vertici Rai, con tanto di documento scritto.

Sono due i passaggi che, il 16 febbraio 2021, in una risposta ad un'interpellanza del consigliere della Lega sul presepe, hanno mandato su tutte le furie il direttore di canone e beni artistici. «Si ritiene opportuno rilevare che l'opera di Marco Lodola si legge nel documento del 16 febbraio - denominata Natività è nata da un progetto la cui realizzazione è stata sostenuta dalla Direzione canone e beni artistici».


Su questo primo passaggio Sinisi ha replicato, durante la sua audizione dello scorso martedì, in questo modo «tu puoi anche cambiare opinione. Puoi persino arrivare a dire che non l'hai autorizzato. Le bugie ci stanno». Tradotto: secondo Sinisi il vertice dell'azienda avrebbe condiviso dal principio il presepe, salvo poi scaricare sulla Direzione canone e beni artistici il progetto quando, per questioni di opportunità, si è deciso di non procedere più all'installazione. Ma il passaggio più delicato è un altro. Quello in cui Sinisi sostiene che «rispondere ad una interrogazione parlamentare con un chiaro falso per me è una roba inammissibile». Un'accusa grave sulla quale lo stesso presidente della Vigilanza, Alberto Barachini, ha annunciato una verifica a stretto giro con il settimo piano di viale Mazzini.


IL PUNTO CHIAVE
Ma a cosa si riferiva il manager 66enne? Ecco il passaggio conteso nella risposta data dai vertici Rai il 16 febbraio alla commissione parlamentare: «In ordine all'errata notizia del 9 dicembre 2020 sull'inaugurazione dell'opera, è emerso che la Direzione canone e beni artistici aveva comunicato al Gr che quel giorno si sarebbe svolta l'inaugurazione dell'opera a viale Mazzini, pregando di dare copertura all'evento. A seguito di ciò è stato deciso di realizzare un breve servizio, andato in onda nelle edizioni non principali del Gr».
Ebbene, in base a ciò che Sinisi ha sostenuto martedì di fronte a deputati e senatori, questo passaggio sarebbe un fake, in quanto dalla sua direzione non sarebbe partita alcuna indicazione ai Gr in merito all'inaugurazione dell'opera. Una mail sarebbe stata inviata, ma alle principali trasmissioni, il 27 novembre quando ancora il progetto del presepe luminoso era in fieri. Per i Gr, secondo quanto affermato da Sinisi durante la sua audizione, sarebbe stato sufficiente consultare Rai place per accorgersi che in calendario non c'era alcuna inaugurazione poiché i primi di dicembre l'azienda aveva deciso di bloccare tutto.
Eppure tutto ciò non avvenne e si decise di puntare il dito contro la direzione canone e beni artistici, secondo il manager 66enne. Intanto ieri la Rai ha comunicato di aver avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Sinisi, infine l'azienda aggiunge di aver risposto alla Vigilanza rappresentando la verità dei fatti.
A chiedere che venga fatta chiarezza quanto prima è Michele Anzaldi deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai «Le accuse lanciate da Sinisi rappresentano un caso di gravità inaudita: ha dichiarato che la Rai ha risposto con un falso a un'interrogazione parlamentare. Una vicenda senza precedenti, è doveroso che i presidenti Fico e Casellati intervengano a tutela delle Camere e chiedano immediatamente spiegazioni all'amministratore delegato Salini». Si attende una nuova puntata della guerra della Rai.

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