Michael Jordan choc nella serie tv The Last Dance: «Chicago Bulls era circolo della droga»

The Last Dance su Netflix i primi due episodi. Jordan choc: «Ai Bulls c'era cocaina ovunque»
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Lunedì 20 Aprile 2020, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 16:19
Per il mondo della pallacanestro, Michael Jordan è qualcosa di più di un'icona: è l'uomo che ha reso il basket famoso in tutto il mondo, che ha creato un marchio, che ha aperto le porte verso la NBA, e verso lo sport americano in generale, per come lo conosciamo adesso. Una carriera scintillante, iniziata nel 1984 e finita nel 1998 dopo sei titoli vinti, e che diventa ora un documentario, The Last Dance, che racconterà in 10 episodi l'ultima trionfale stagione dei suoi Chicago Bulls, quella del 1998.

I primi due episodi di The Last Dance sono già disponibili in Italia su Netflix, che ne pubblicherà due alla volta ogni lunedì, da oggi per le prossime quattro settimane. Negli Usa la docu-serie, prodotta da Mandalay Spots Media in collaborazione con Jump 23 e NBA Entertainment, è invece disponibile da ieri sul canale ESPN. La docu-serie doveva uscire tra qualche mese, ma la pubblicazione è stata anticipata per offrire contenuti sportivi in cui tutto è bloccato, in tutto il mondo, per le norme di sicurezza legate alla pandemia di coronavirus.

I BULLS E LA DROGA, IL RACCONTO CHOC L'arrivo nell'Nba, e in particolare nei Chicago Bulls, fu traumatico per Michael Jordan, stando a quanto emerge dai primi due episodi. La serie inizia - come raccontano i media Usa - con un breve viaggio a ritroso nella vita del campione, partendo dalla Carolina del Nord fino ad arrivare a Chicago, per giocare nei Bulls. «Ricordo il mio arrivo, era un gran casino: giravano donne e droga. Io ero un novellino, ma i veterani della squadra facevano cose che non avevo mai visto
».

«Come quella volta in precampionato: penso fosse a Peoria, nell'Illinois. Ero in hotel e cercavo di trovare i miei compagni, ho iniziato a bussare a tutte le porte e sono arrivato davanti a una stanza dove c'era rumore. Sentivo qualcuno che diceva: 'Shhhh, c'è qualcuno là fuorì. Poi ho udito una voce che chiedeva: 'Chi è?' Ho risposto: 'MJ'. E hanno detto: 'Accidenti, è solo il novellino. Non ti preoccupare'. Così hanno aperto la porta e praticamente c'era tutto il team; facevano cose che non avevo mai visto in vita mia. C'erano strisce di cocaina ovunque, tubi di marijuana, donne ... Era un circo. Da quel momento sono rimasto solo». Nel documentario, Jordan ha ribadito la propria posizione contro l'uso di droghe: «Non sono andato nei locali, non ho fumato, non ho fatto uso di cocaina e in quel momento non ho bevuto.
Stavo solo cercando di riposare ed essere bravo a giocare a basket». 


L'ULTIMA STAGIONE DI MJ E DEI BULLS Lo show contiene materiale inedito della stagione 1997-98, quando il team ha vinto il sesto titolo NBA in otto anni battendo in finale gli Utah Jazz dei fenomenali John Stockton e Karl Malone. Nell'autunno del 1997, Michael Jordan, il proprietario dei Bulls Jerry Reinsdorf e il coach Phil Jackson accettarono che una troupe cinematografica della NBA Entertainment seguisse la squadra per l'intera stagione sportiva. Il risultato è un ritratto straordinario di un iconico giocatore e di una celebre squadra, che viene rivelato ora, circa vent'anni dopo, in The Last Dance.
Ma mentre la docu-serie si fa strada attraverso la tumultuosa stagione 1997-98, gli spettatori verranno riportati alle origini di tutto, dall'infanzia di Jordan, alle condizioni dei Bulls prima dell'arrivo dell'iconico giocatore e dalla riformazione della squadra al suo arrivo, fino ad arrivare alla vittoria del primo campionato NBA della squadra. Gli spettatori rivivranno primi cinque campionati dei Bulls, attraverso le sfide, le lotte fuori dal campo e i trionfi. È uno scenario che fa da sfondo alla corsa del campionato del 1998, con ampi profili dei principali compagni di squadra di Jordan, tra cui Scottie Pippen, Dennis Rodman e Steve Kerr, il coach Phil Jackson e con dozzine di interviste a rivali e luminari del basket e non solo. 
 
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