Massimo Cannoletta e la sua prima volta a l'Eredità: «Così 15 anni fa sbagliai e fui eliminato»

Massimo Cannoletta e la sua prima volta a l'Eredità: «Così 15 anni fa sbagliai e fui eliminato»
di Giampiero Valenza
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Domenica 29 Novembre 2020, 18:49 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 20:17

Massimo Cannoletta, il campione "genio" dell'Eredità di RaiUno, venne eliminato dalla stessa trasmissione. Accadde quindici anni fa, quando a condurre il programma era Amadeus. Cadde sulla domanda "Chi è colui che firma un assegno?", e così tornò a casa. Oggi, tornato davanti alle telecamere, sta spopolando, tanto che è arrivato a raggiungere la quota di 168mila euro.

Il campione leccese è stato al centro della trasmissione tv "Da noi...a ruota libera" condotto da Francesca Fialdini. «Come disse Manfredi, sei tornato come il conte di Montecristo – racconta Flavio Insinna, anche lui ospite della puntata – Su quale domanda uscì? Sull'assegno».

E in romanesco, dice: «Ecco, è tornato a 'pijasselo'».

Cannoletta è di Acquarica di Lecce ed è un divulgatore culturale. Ha lavorato in nave e ha fatto per due volte il giro del mondo. «Ho avuto la fortuna di essere stato il responsabile culturale delle crociere – spiega - ho raccontato l'arte, la storia, la musica. Sono abituato a rispondere alle domande più strane».

Con il lockdown per lui il lavoro si è interrotto. «Mi sono dovuto reinventare», dice. Infatti, ha iniziato a divulgare pillole di curiosità sui social network. «Aiutava me a viaggiare con la mente e anche chi mi ascoltava».

 

Insinna davanti alla Fialdini ha tracciato un profilo di Cannoletta, elogiandolo per la sua tenacia e la sua capacità. «Mi hai fatto tornare voglia di leggere». «Quando torno a casa voglio approfondire anche le cose che lui dice - aggiunge - È l'esempio straordinario che non bisogna abbattersi». Poi, racconta un "dietro le quinte" dell'Eredità. «E' una persona accogliente, non mi era mai capitato in tutta la mia carriera di vedere gli altri onorati di giocare con lui».

Citando Guglielmo "Il dentone" di un film di Alberto Sordi, Insinna commenta: «I miei avrebbero voluto un figlio così». 

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