LOL2, si torna a ridere su Prime Video. Corrado Guzzanti: «Dopo 2 anni di Covid è stata una terapia shock»

I partecipanti si sfideranno a non ridere per 6 ore

LOL2, si torna a ridere su Prime Video. Corrado Guzzanti: «Dopo 2 anni di Covid è stata una terapia shock»
di Paolo Travisi
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Martedì 15 Febbraio 2022, 12:37 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 09:33

Non capita spesso nel mondo dello spettacolo, che un prodotto partito in sordina, diventi - complice il passaparola - un successo inaspettato. Eppure così è stato per LOL: Chi ride è fuori, il format di Amazon Prime Video che ha riunito alcuni nomi eccellenti del saper far ridere in uno studio, con un solo obiettivo: non ridere. Chi ride è fuori, come recita il claim della serie, torna con una "croccante" seconda stagione, con un nuovo cast e tre conferme. La prima è Fedez, conduttore di entrambe le stagioni, affiancato da Frank Matano, gli unici che possono ridere liberamente e poi c'è la guest star, Lillo, che stavolta ha il compito di far ridere. Questi invece i nomi dei partecipanti di LOL2 che arriverà su Prime Video il 24 febbraio in sei episodi: Virginia Raffaele, Corrado Guzzanti, Diana Del Bufalo, Maccio Capatonda, Maria Di Biase, Mago Forest, Alice Mangione, Gianmarco Pozzoli, Tess Masazza, Max Angioni.

«Nella prima edizione non sapevamo cosa stessimo girando, quest'anno, invece più dello scorso, infatti tutti si sono spesi tantissimo» ha detto Fedez, il game master di LOL2, nella conferenza stampa di presentazione in streaming. «Quando ho vissuto la prima stagione non sapevo bene cosa sarebbe uscito fuori, per loro invece c'è un coefficiente di difficoltà, come prepararsi di più, anche se poi serve fino ad un certo punto».

Insieme a lui Frank Matano, che lo scorso anno era uno dei partecipanti: «È stato molto divertente fare il gioco, ma è anche molto faticoso, perché non si capisce se stai facendo una cosa che fa ridere o meno» ha detto Matano. L'arma letale della risata è invece Lillo, che torna con il suo costume da Posaman. «E' stata una liberazione poter entrare ridendo, perché è veramente una sofferenza vera non farlo, infatti guardando la prima edizione ho fatto delle facce che non mi rendevo conto di fare, tra l'altro brutte da vedere».

Come per la prima edizione tutti i partecipanti si sfideranno a non ridere per 6 ore tutti in una stanza, per aggiudicarsi un premio finale di 100.000 euro che però sarà destinato ad un ente benefico scelto dal vincitore, colui che non ha riso. «C'era del repertorio nelle gag, ma anche quello che ti suggerivano i colleghi, oppure pensare qualcosa di improvvisato che però fa ridere già mentre la si pensa» ha detto Virginia Raffaele, nel corso della presentazione, parlando della difficoltà di far ridere gli altri colleghi del gioco. «Il tormentone diventa tale con il montaggio, ma soprattutto con l'interpretazione del pubblico» ha aggiunto la comica romana. «Infatti quando dissi per la prima volta so' Lillo, fui io il primo a ridere» ha detto Lillo «è un grande mistero, quello che farà ridere il pubblico, lo sapremo solo dopo».

E se la gag di Lillo è stata tra le bombe geniali della prima stagione, nonostante la sua semplicità, in molti dei concorrenti concordano nel dire, che «le performance di Corrado Guzzanti sono state le più geniali» ha detto il Mago Forrest, mentre per Capatonda «avere lì tutti i miei idoli, senza poter ridere, è stato veramente ansiogeno, la genialità di Guzzanti mi faceva ridere da quando avevo 14 anni. Tra l'altro io mi sono preparato molto perché c'era una grande ansia da prestazione, che quasi mi ha bloccato, perché volevo dimostrare qualcosa e mi sono gustato poco la sfida. Con LOL credo di essermi sdoganato anche nel live e spero di poter fare uno spettacolo teatrale».

Guzzanti «vedendo l'edizione precedente di LOL, ho capito che è molto più facile difendersi davanti ad un pezzo preparato dei colleghi, mentre lo si è molto meno davanti all'improvvisazione. La comicità funziona quando spiazza. Mi sono divertito e sentito a disagio allo stesso tempo, ma dopo due anni di Covid avevo veramente bisogno di una terapia shock. Tra i nomi che temevo di più c'erano Raffaele, Maccio e Forrest». 

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