Monologhi e dialoghi, musica dal vivo e interviste, ospiti, amici e due padroni di casa per la prima volta insieme: è un ibrido tra sit-com e talk show serale all'americana il nuovo format portato dal comico toscano Giorgio Panariello, 60 aanni, e dall'attore romano Marco Giallini, 57, Lui è peggio di me, a partire da stasera per quattro giovedì consecutivi in prima serata su Rai3. Il titolo richiama una celebre commedia del 1985 di Enrico Oldoini con Adriano Celentano e Renato Pozzetto, ma «Celentano non ce lo possiamo permettere, costa troppo», ha scherzato ieri Panariello, annunciando, come ospiti della prima puntata, i musicisti Marracash, Antonello Venditti, Francesco De Gregori e Paola Turci, l'attrice Kasia Smutniak, lo chef Filippo La Mantia e i giornalisti Piero Dorfles e Marco Travaglio.
Marco Giallini e Gigi Proietti sul set di "Io sono Babbo Natale"
L'AMBIENTE
Separati in casa, ciascuno nel proprio ambiente naturale (Panariello davanti a una scrivania «alla Fabio Fazio», Giallini stravaccato su un divano di pelle «come a casa mia»), i due artisti si esibiranno secondo modalità e tempi diversi, «come due vicini di pianerottolo ha spiegato Panariello separati da un corridoio che sarà la nostra zona franca». Giallini, ora alla batteria ora alla chitarra, duetterà con gli ospiti suonando brani italiani e internazionali (P.J. Harvey nella prima puntata), mettendosi alla prova anche con i fornelli. Panariello, d'altra parte, si esibirà in monologhi rigorosamente depurati da qualsiasi accenno al Covid, «perché vogliamo staccare il cervello dall'attualità» e alla politica, «per non avvelenarci il sangue. Parleremo di noi, delle nostre esperienze. Gli inizi da imbianchino di Giallini, la nostra idea di futuro, ma anche il mondo di oggi. Ossessionato, per esempio, dalle consegne a domicilio». Benvenuti e attesi gli amici di sempre, come Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni e Vinicio Marchioni, porta chiusa invece ai politici - toscanacci inclusi, assicura Panariello: «Matteo Renzi? Non abbiamo i soldi dell'Arabia Saudita, 80 mila euro non li pigliamo noi in quattro puntate».
IL CONDUTTORE
Per il comico toscano, alla direzione artistica del festival nel 2006 («Mai più. Feci un Sanremo in cui le case discografiche ce l'avevano con tutti, sono rimasto solo»), l'Ariston deserto non sarà un problema per Amadeus, perché «il conduttore puro ne può fare a meno», quanto piuttosto per lo showman Fiorello: «Il pubblico dell'Ariston fa una paura mortale. Fiorello sembra spavaldo in scena, ma come tutti ha sue insicurezze. Ha lavorato in radio e ha talento, ma non sarà facilissimo rinunciare al riscontro in platea». Anche per Giallini, due volte a Sanremo per ragioni promozionali, il ricordo del festival è da incubo: «Non dimentico le scale, ho rischiato di farmele di sedere». Entrambi gli artisti si sono detti infine d'accordo con la decisione di tenere il pubblico fuori dall'Ariston: «Avrebbero creato un precedente. Avremmo potuto dire: perché loro sì e noi no? La vera bischerata è quella di non dare a tutti la possibilità di avere un minimo di pubblico vero».