The Witcher, duri e puri i supereroi del virtuale

The Witcher, duri e puri i supereroi del virtuale
di Eva Carducci
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Lunedì 23 Dicembre 2019, 13:20 - Ultimo aggiornamento: 13:46

Arriva su Netflix The Witcher, la serie ispirata ai romanzi fantasy medievali di Andrzej Sapkowski, ambientata in un mondo in cui convivono umani, streghe, elfi e cacciatori, chiamato il Continente. Adattata anche in celebri videogiochi, il protagonista di The Witcher è Geralt di Rivia, interpretato nella serie da Henry Cavill (il Superman de L'uomo d'acciaio e Justice League) che, insieme alla creatrice Lauren Schmidt Hissrich (produttrice di serie Netflix tra cui Daredevil e The Umbrella Academy), ha presentato in anteprima la serie al Brazilian Comic Con di San Paolo, la più grande manifestazione al mondo di cultura pop, quell'universo in cui convergono gli appassionati di serie, film e videogiochi ambientati in mondi distopici e fantastici.
 



STORIE
«Mio padre mi leggeva le storie di elfi e maghi prima che imparassi a leggere, quindi fino a 24 anni. Poi sono arrivati i videogiochi, di cui sono un patito, e da lì il mio primo approccio con Geralt», scherza l'attore inglese ex interprete di Superman. «In The Witcher c'è intrattenimento, azione e battaglie. E se tutto questo non vi basta c'è Henry nudo in una vasca», scherza Cavill, la creatrice della serie, sapendo che il suo protagonista non ha paura di esporsi, neanche fisicamente. Geralt, un solitario cacciatore di mostri, lotta per il suo posto nel mondo, e lo fa affilando la spada sui suoi nemici: «Ho fatto delle scene d'azione la mia carriera, e Geralt esiste attraverso i combattimenti».

FISICO
Ma la storia di questo ramingo non passa solo attraverso il fisico statuario e le movenze dell'Uomo d'Acciaio, che si nasconde sotto lenti a contatto ambrate e una folta parrucca bianca. «Geralt possiede poteri magici e una forza superiore a quella umana, il suo vero potere però è la capacità di amare. Gli insegnano che deve agire senza pietà, ma lui esce da questi schemi per aiutare gli innocenti, salvo poi ritrovarsi in situazioni in cui, quasi sempre, fa la scelta sbagliata», commenta Cavill.

Sangue e grida, dolore e passione. Non si risparmia niente allo spettatore, fortunatamente neanche personaggi femminili forti: «Il genere fantasy non è solo per gli uomini, piace molto anche alle donne, quindi entrambi hanno il diritto di vedersi rappresentati, bene, sullo schermo», spiega Hissrich. «Questo è un passaggio fondamentale: insieme a Geralt ci sono anche Yennefer e Ciri, interpretate da Anya Chalotra e Freya Allan, due donne diverse e straordinarie. Era importante costruire dei personaggi multidimensionali, mostrandone vulnerabilità e desideri». Ciri è una giovane principessa erede di un trono caduto, mentre Yennefer è una potente maga, nonché amore burrascoso del protagonista. «Geralt cerca di evitare Ciri, ma il destino lo spinge sempre a prendersene cura. Con Yennefer invece sono una coppia che ama odiarsi e odia amarsi. Sono sicuro che ognuno di noi ha vissuto una storia d'amore del genere» commenta Cavill.

LE CONSEGUENZE
Amare dunque e subirne le conseguenze, cercando il proprio posto in un mondo respingente. The Witcher, dimostra (così come altre serie simili come Il Trono di Spade) che il genere fantasy, seppur zeppo di magia e creature demoniache, sia oggi uno degli espedienti migliori per raccontare la quotidianità: «Molti di noi camminano in questo mondo pensando di non appartenervi, così come fanno nel loro i protagonisti di The Witcher», commenta la Hirrisch, a cui fa eco Cavill: «Bisogna accettare il diverso. È questo il messaggio della serie, anche se nel nostro mondo sembra ancora fantascienza».
 

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