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«La vera terapia di quest’anno è stata circondarmi di persone che mi volessero bene – ha confessato il regista - questa cosa mi ha permesso di passare da duemila a cento numeri sulla rubrica del cellulare. Improvvisamente capisci chi sono le persone superflue e quelle fondamentali». Brizzi ha raccontato: «È stato un periodo un po’ rocambolesco in cui sfuggivo ai giornalisti e in cui molte persone, che pensavo semplici conoscenti, invece mi hanno dato le chiavi della loro casa in caso di emergenza».
Fondamentale per il regista è stata l'amicizia con Ruffini: «Paolo l’anno scorso ha realizzato un documentario bellissimo sulla Resilienza, che io quest’anno ho imparato. Significa fare in modo che un evento negativo possa diventare positivo. Non bisogna scoraggiarsi davanti a una difficoltà apparentemente insormontabile perché la puoi fronteggiare, aggirare e trasformare in qualcosa di buono».
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