Claudia Pandolfi: «Anche io se serve so essere spietata. Nella vita sono stata cinica e brusca, ma cattiva no, quello mai»

L'attrice romana tra le protagoniste della nuova fiction The Bad Guy in arrivo su Prime Video

Claudia Pandolfi: «Anche io se serve so essere spietata. Nella vita sono stata cinica e brusca, ma cattiva no, quello mai»
di Ilaria Ravarino
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Sabato 3 Dicembre 2022, 09:15

Pare vero ma non lo è. Come il ponte sullo stretto di Messina, ricostruito talmente bene in grafica digitale da sembrare, per un attimo, un progetto reale. Pare vero anche il trucco di Luigi Lo Cascio, nei panni del magistrato caduto in disgrazia Nino Scotellaro, ore di make-up per cambiargli i connotati almeno due volte in sei puntate. Vera, verissima, è la romana Claudia Pandolfi, 46 anni, in un ruolo che gioca con gli stereotipi da fiction la moglie di, la figlia di - e la trasforma in un'avvocatessa dannata e micidiale. In arrivo su Amazon Prime Video dall'8 dicembre in tre puntate (le ultime tre dal 15), la serie The Bad Guy è un thriller di mafia con elementi da commedia nera, in un'Italia distopica in cui Enrico Mentana annuncia il crollo del ponte sullo stretto, e un magistrato in cerca di vendetta prepara cinture kamikaze guardando tutorial su YouTube.

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L'ESTERO
Pare una serie americana, non lo è: alla regia ci sono i trentenni Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana, mentre il gruppo di scrittura è composto dai bellocchiani Ludovica Rampoldi e Davide Serino (Esterno Notte) con lo stesso Stasi. «È una serie sovversiva, che capovolge i cliché» racconta Pandolfi, nei panni di Luvi Bray, avvocatessa figlia di un martire della mafia, e vedova di Scotellaro, che in tribunale sceglie di difendere i criminali.

Un ruolo diverso da quelli che le vengono proposti dalla fiction nazionalpopolare, «le solite parti da buona, giusta, corretta e centrata dice qui trovo altre sfumature. Anche io, se serve, posso essere stronza. Nella vita sono stata incauta, brusca, superficiale. A volte cinica. Cattiva no, quello mai. Non soffro l'invidia e non sono competitiva». Lanciata al cinema trent'anni fa da Michele Placido, che la scelse nel 1992 per Le amiche del cuore, ed entrata presto nell'orbita delle piattaforme (quattro anni fa era in Baby, su Netflix), con The Bad Guy distribuito in 240 paesi Pandolfi azzecca un altro buon progetto per il mercato internazionale. «Ma io sono poco ambiziosa dice Ho sempre puntato alla casa e alle radici, amo il mio paese e la mia città, Roma. Ho voluto seguire da vicino la crescita dei miei figli (Gabriele e Tito, ndr). Malinconicamente, ho sempre preferito essere un pesce grande in un mare piccolo. Mi fa sentire al sicuro. Affacciarmi altrove, all'estero? Non l'ho mai desiderato». Un'antidiva, attrice suo malgrado («Solo con Paolo Virzì mi sento bravissima»), nata atleta nelle palestre di ginnastica artistica, praticata a livello agonistico: «Un'attività meravigliosa, faticosa. Anche dura. Quello che ho sentito dire di recente dice, commentando le notizie sugli abusi psicologici e fisici subiti dalle atlete non ha a che fare con lo sport. Quella è crudeltà, molestia, delinquenza punibile penalmente. E non voglio pensare che quel mondo sia così. Lo sport non è tutto sporco». Generalizzare non fa per lei, «sarebbe come dire che anche il mondo dello spettacolo è sporco e le attrici sono tutte puttane. Certo l'ondata del metoo è servita a smuovere un magma pericoloso. Ma io, per esempio, nella mia vita sono stata fortunata, o cauta, e a me non è mai successo nulla».

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IL FUTURO
Pur avendo cominciato giovanissima, nel concorso di bellezza Miss Italia: «Fu il momento di svolta della mia vita. È cominciato tutto là, accettando di partecipare e poi facendo il provino per Placido. La Rai non vuole mandare più in onda Miss Italia? Mi sembra una decisione limitante. Per me è stata un'esperienza importante, affrontata come un gioco. Non trasmetterla significa perdere l'occasione di cambiarla, se non la si ritiene più in linea con i valori di oggi. Invece si preferisce la censura. Perché non si può più parlare di bellezza? La bellezza può essere anche un valore, oltre che un attributo da mercato». Impegnata anche sul set della serie Disney + I Leoni di Sicilia, Pandolfi su Instagram si allena intanto per un altro traguardo: la regia. «Mi sento competente, si. Ma per girare un film bisogna avere l'urgenza di raccontare. Se avessi la frenesia di una storia, lo farei».

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