Pare vero ma non lo è. Come il ponte sullo stretto di Messina, ricostruito talmente bene in grafica digitale da sembrare, per un attimo, un progetto reale. Pare vero anche il trucco di Luigi Lo Cascio, nei panni del magistrato caduto in disgrazia Nino Scotellaro, ore di make-up per cambiargli i connotati almeno due volte in sei puntate. Vera, verissima, è la romana Claudia Pandolfi, 46 anni, in un ruolo che gioca con gli stereotipi da fiction la moglie di, la figlia di - e la trasforma in un'avvocatessa dannata e micidiale. In arrivo su Amazon Prime Video dall'8 dicembre in tre puntate (le ultime tre dal 15), la serie The Bad Guy è un thriller di mafia con elementi da commedia nera, in un'Italia distopica in cui Enrico Mentana annuncia il crollo del ponte sullo stretto, e un magistrato in cerca di vendetta prepara cinture kamikaze guardando tutorial su YouTube.
L'ESTERO
Pare una serie americana, non lo è: alla regia ci sono i trentenni Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana, mentre il gruppo di scrittura è composto dai bellocchiani Ludovica Rampoldi e Davide Serino (Esterno Notte) con lo stesso Stasi. «È una serie sovversiva, che capovolge i cliché» racconta Pandolfi, nei panni di Luvi Bray, avvocatessa figlia di un martire della mafia, e vedova di Scotellaro, che in tribunale sceglie di difendere i criminali.
IL FUTURO
Pur avendo cominciato giovanissima, nel concorso di bellezza Miss Italia: «Fu il momento di svolta della mia vita. È cominciato tutto là, accettando di partecipare e poi facendo il provino per Placido. La Rai non vuole mandare più in onda Miss Italia? Mi sembra una decisione limitante. Per me è stata un'esperienza importante, affrontata come un gioco. Non trasmetterla significa perdere l'occasione di cambiarla, se non la si ritiene più in linea con i valori di oggi. Invece si preferisce la censura. Perché non si può più parlare di bellezza? La bellezza può essere anche un valore, oltre che un attributo da mercato». Impegnata anche sul set della serie Disney + I Leoni di Sicilia, Pandolfi su Instagram si allena intanto per un altro traguardo: la regia. «Mi sento competente, si. Ma per girare un film bisogna avere l'urgenza di raccontare. Se avessi la frenesia di una storia, lo farei».
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