Ciao Darwin, Gabriele Marchetti paralizzato ma tutti assolti: la vittima non lavorava. «Era attività ricreativa»

Nessun responsabile per l’incidente che rese tetraplegico un uomo di 54 anni, produttori tv scagionati

Ciao Darwin, Gabriele Marchetti paralizzato ma tutti assolti: la vittima non lavorava. «Era attività ricreativa»
di Michela Allegri
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Venerdì 2 Dicembre 2022, 06:53 - Ultimo aggiornamento: 06:58

La sua vita è completamente stravolta dal 17 aprile del 2019: da quando ha partecipato a un gioco televisivo e, dopo un incidente in studio, è rimasto paralizzato dal collo in giù. Ieri il giudice del Tribunale di Roma ha stabilito che non ci sono responsabili per le lesioni gravissime riportate da Gabriele Marchetti, 54 anni all'epoca dei fatti, caduto rovinosamente durante il gioco dei rulli mentre partecipava a una puntata della trasmissione Ciao Darwin: durante il gioco del Genodrome era scivolato, aveva perso l'equilibrio e aveva sbattuto violentemente la testa. Marchetti, però, non si è costituito parte civile e ha ritirato la querela presentata subito dopo i fatti, visto che è stato risarcito dalle aziende responsabili dello show con una cifra consistente.
IL PROCESSO
Prima del pagamento, la procura aveva disposto la citazione diretta a giudizio per quattro imputati, tra i quali due dirigenti di Reti televisive italiane, società di Mediaset e produttrice del programma. L'accusa, per tutti quanti, era lesioni colpose gravissime aggravate dal fatto di essere state commesse con violazioni della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Secondo il procuratore aggiunto Giovanni Conzo e il pubblico ministero Alessia Miele, titolari del fascicolo, i quattro avrebbero agito con «imprudenza, imperizia e negligenza», senza osservare le norme in materia di sicurezza e, soprattutto, senza avvisare il concorrente dei rischi che avrebbe potuto correre. Sotto accusa c'erano Sandro Costa e Massimo Porta, di Rti spa, Massimiliano Martinelli, della Maxima, società produttrice dell'attrezzatura, e Giuliana Giovannotti, della Sdl 2005, incaricata della selezione, formazione e informazione dei concorrenti.

Incidente Ciao Darwin, Gabriele Marchetti restò paralizzato ai rulli: assolti i 4 imputati


LA DECISIONE
Ieri il giudice, al termine della camera di consiglio, ha fatto cadere le contestazioni a loro carico con la formula «perché il fatto non sussiste».

Secondo il magistrato, infatti, non sussiste l'aggravante di avere violato la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. È stata accolta la tesi dei difensori: non si trattava di dipendente e non si trattava di un luogo di lavoro, ma di un'attività ricreativa. Da qui l'impossibilità di procedere con la contestazione. L'avvocato Salvatore Pino, che assiste Porta, ha spiegato che, «venendo meno l'aggravante che rendeva il reato procedibile d'ufficio, è venuta meno anche l'accusa, essendo stata ritirata la querela. Di solito le assicurazioni pagano quando il fatto viene acclarato, mentre in questo caso il risarcimento è stato pagato molto prima del processo. L'azienda ha tratto insegnamenti da questa vicenda: la sicurezza è ancora più stringente, per garantire il massimo di tutela a chi accede negli spazi degli studi televisivi».

 


LE ACCUSE
L'incidente era avvenuto mentre Marchetti stava facendo la prova dei rulli: saltando da un cilindrone all'altro aveva perso l'equilibrio ed era precipitato nella vasca sottostante, che conteneva poca acqua e aveva il fondo rigido. Nella caduta aveva battuto la testa sul pavimento. Per rendere più difficile la prova, la superficie dei rulli era scivolosa e, secondo l'accusa, pericolosa: nel capo di imputazione veniva sottolineato che la vasca conteneva acqua «con profondità di appena 1,09 metri», poca per garantire una caduta in sicurezza. Marchetti aveva riportato un grave «trauma cranico con contraccolpo del rachide cervicale», è sempre scritto negli atti. La conseguenza è stata una malattia incurabile: tetraplegia con paralisi totale degli altri superiori e inferiori. «Le aziende coinvolte hanno risarcito il danno, il signor Marchetti e i suoi familiari erano preparati all'eventualità di un'assoluzione», ha dichiarato l'avvocato Giovanni Ciano, che assiste la vittima.
 

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