«Fu lui a chiamare Schiaparelli nel 1863 per insegnare geodesia al neonato Politecnico», ricorda Federico Bucci, delegato del Rettore per le Politiche culturali dell'ateneo. «Nella nostra biblioteca storica appena inaugurata abbiamo ritrovato anche una dispensa per gli studenti in cui Schiaparelli spiega l'uso delle osservazioni astronomiche per determinare la posizione geografica dei luoghi. Un docente davvero geniale che voleva trasmettere le sue conoscenze».
Come quelle su Marte, riportate nella mappa donata a Brioschi. «Il disegno mostra lo sdoppiamento di quei canali che in precedenza aveva osservato come singoli», spiega Stefano Sandrelli, dell'Osservatorio Astronomico di Brera dell'Istituto Nazionale di Astrofisca (Inaf). «Schiaparelli reputava una temerarieta senza parì cercare una spiegazione al fenomeno: solo in un articolo divulgativo del 1895 si abbandonò a congetture sugli esseri intelligenti che sarebbero stati in grado di costruire i canali», poi rivelatisi semplici illusioni ottiche.
Proprio "Schiaparelli" era stato battezzato il lander che, insieme alla sonda tutt'ora in orbita sul Pianeta Rosso, costituiva la prima parte della missione Exomars.
Il lander si schiantò al suolo per l'apertura anticipata dei paracaduti.
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