Gli uomini non sono multitasking, le donne sì. Il motivo è nella preistoria

Gli uomini non sono multitasking, le donne sì. Il motivo è nella preistoria
di Antonio Bonanata
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Mercoledì 23 Novembre 2016, 18:30 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 19:13
L’uomo riesce a svolgere un compito alla volta, le donne sanno fare più cose contemporaneamente. Il gentil sesso, in altre parole, è geneticamente predisposto al multitasking. Quello che viene detto a mo’ di scherzo ha trovato riscontro scientifico in uno studio di recente pubblicazione, realizzato dalla Higher School of Economics di Mosca e condotto dalla professoressa Svetlana Kuptsovaof, del Laboratorio di neurolinguistica presso lo stesso istituto.
Il punto centrale della ricerca evidenzia come il cervello maschile si sia evoluto in un senso diverso rispetto a quello femminile, privilegiando cioè le parti di materia cerebrale dedite alla valutazione dello spazio; in questo risiederebbe il retaggio del passato da cacciatore e raccoglitore dell’uomo primitivo. Per contro, il cervello delle donne si è sviluppato secondo quelli che erano i compiti tipici delle figure femminili della preistoria, ovvero accudire i figli, governare la casa, svolgere mansioni domestiche.
Attraverso le scansioni di 140 cervelli, appartenenti a persone comprese tra i 20 e i 65 anni, si è visto come la parte frontale nei cervelli dei maschi fosse più attiva che nelle donne, oltre a riscontrare una certa attività cerebrale in altre sezioni (che, nel caso delle donne, neanche si attivavano). Così la professoressa Kuptsovaof ha commentato i risultati dello studio: «Questi dati ci dicono che per le donne potrebbe essere più facile, rispetto agli individui di sesso maschile, spostare l’attenzione da un’attività all’altra e che il loro cervello non ha bisogno di chiamare in causa risorse "extra” per far ciò, cosa che invece non accade negli uomini. Questo potrebbe fare la differenza in circostanze particolarmente stressanti o in situazioni critiche, le quali richiedono continui spostamenti di attenzione da un compito all’altro».
In altre parole, ha spiegato la coordinatrice della ricerca, per i maschi l’essere multitasking può comportare uno sforzo maggiore, in quanto gli uomini preistorici uscivano a cacciare e necessitavano di un senso dello spazio più affinato, a differenza delle donne che, impegnate a condurre la casa e a badare ai figli, si predisponevano allo sviluppo della capacità di fare - e controllare - diverse cose nello stesso momento.
Questa teoria si era affermata già in studi precedenti, tenuto conto del fatto che il cervello femminile dovesse faticare di più nella consapevolezza spaziale. In occasione dell’ultima ricerca, ai volontari di entrambi i sessi è stato chiesto di “switchare” da un compito all’altro in base a numeri e forme che venivano mostrati loro su uno schermo. Ebbene, si è visto che sia gli uomini che le donne utilizzavano la corteccia prefrontale dorso-laterale, ritenuta fondamentale per la memoria, il ragionamento e l’azione. Entrambi ricorrevano alla regione parietale inferiore, che svolge un ruolo nelle funzioni di classificazione e categorizzazione degli oggetti; e alle sezioni del cervello, negli emisferi destro e sinistro, responsabili della visualizzazione.
La differenza stava proprio nella più intensa attività del cervello maschile, dove vi erano ben altre tre aree cerebrali attive, che invece nelle donne non venivano coinvolte. Tra queste vi era l’area che sovrintende al movimento, la quale da alcuni studi risulta attivarsi quando il cervello fronteggia compiti più complessi e necessita di un aiuto. Ciò vuol dire, è la conclusione della ricerca, che “i maschi chiamano in causa sezioni del cervello più grandi quando si trovano a svolgere questo tipo di compiti”.
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