Baikonur, nella città delle stelle sale la tensione oggi per il lancio di Exomars

Baikonur, nella città delle stelle sale la tensione oggi per il lancio di Exomars
di Paolo Ricci Bitti
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Domenica 13 Marzo 2016, 17:32 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 22:50

dal nostro inviato

BAIKONUR (Kazakhstan) Per togliere anche gli ultimi dubbi, a ogni angolo di Baikonur hanno piazzato un razzo: spuntano da tutte le parti, di tutte le dimensioni, unici o quasi elementi colorati in uno scenario dominato dal marrone tetro della steppa a pardita d’occhio e dal grigio cupo dei casermoni che madre Russia ha costruito con lo stampo nel dopoguerra in tutte le periferie. Sale insomma, a traguardare questi orizzonti, una certa angoscia: non brilla nemmeno un po’ la città-porto spaziale da cui si decolla per le stelle.

Il razzo più imponente è lungo viale Gagarin, perché poi anche la toponomastica indica allora l’unica ragione di essere di questa città costruita dal 1955 al servizio del cosmodromo che oggi alle 10.31 vedrà decollare la missione Exomars, alla caccia della presenza di vita su Marte. E con il compito, soprattutto, di aprire la strada allo sbarco dell’uomo fra 20 o 30 anni. Arrivare su Marte: il sogno comincia alle 10.31 di lunedì (diretta streaming su www.ilmessaggero.it) ed è già nato l’uomo o la donna che lascerà la prima orma sulla sabbia rossa. E l’Italia è il paese-guida di questa missione dell’Agenzia spaziale europea con una quota del 36%. E in ottobre il primo oggetto italiano, e quindi, europeo, toccherà il suolo marziano. 
 


Dopo il volo di tre ore dall’aeroporto moscovita dal nome bellissimo di Domodedovo, servono pochi altri chilometri attraverso la sterminata prateria, in cui la cosa più alta è la testa dei dromedari e dei cammelli, per attraversare la frontiera tra la Baikonur kazaka e a Baikonur base militare, enclave russa, che fino a pochi anni fa non era disegnata sulle mappe anche se da tempo il segreto non era più tale.

E dalla rampa 200 del cosmodromo che partirà il razzo russo Proton e per migliaia tra scienziati, tecnici, imprenditori privati e pubblici sparsi in oltre dieci nazioni europee sembreranno non passare mai i 400 secondi il cui il vettore russo dovrà vincere la forza di gravità per portare in orbita la sonda-lander Exomars.

C’è da tremare ben oltre il sisma scatenato dal fragore dell’accensione del razzo di 700 tonnellate costituite per l’80 per cento da combustibile liquido che brucerà a 3mila gradi: beh, in cima a questo uragano di fuoco alto 54 metri ci sono quattro tonnellate di oggetti, strumenti, laboratori da fantascienza che sono stati immaginati da progettisti visionari quanto competenti. Per quindici anni al lavoro per inventare, mettere a punto, scoprire di avere sbagliato, riprovare e infine costruire e piazzare in cima a quel razzo tutto quanto serve per capire finalmente se quale tipo di vita c’è, o più facilmente, c’è stata. La missione, in due tappe, la seconda partirà nel 2018, costa un miliardo e 300 milioni di euro, ma costa anche questi 15 anni di lavoro proiettati nel futuro e consapevoli che, come quando si pianta una quercia, gli eventuali successi e benefici saranno in gran parte raccolti da altri. Quindici anni in 400 secondi. Pregando, incrociando le dita, toccando ferro, anche perché il mondo dell’aerospazio ha tanti riti superstiziosi quanti cervelloni.

Una volta in orbita, la sonda-lander Exomars compirà quattro giri attorno alla Terra e poi partirà all’inseguimento di Marte in un tragitto sempre curvilineo di sette mesi e 143 milioni di chilometri. La tensione potrà però allentarsi solo alle 22.28 di lunedì, quando la base dell’Agenzia spaziale italiana di Malindi in Kenia acquisirà il segnale del definitivo avvio del viaggio dopo il distacco del 4 e ultimo stadio.  Poi, appuntamento con Marte a metà ottobre.

A 12 ore dal lancio, le 22,31 in Italia, è iniziato l'avvio del conto alla rovescia vero e proprio. Nell'ultimo stadio del lanciatore sono pronti i protagonisti della missione: l'orbiter Tgo (Trace Gas Orbiter), che resterà nell'orbita del pianeta rosso per sette anni, e il lander Edm (Entry, Descent and Landing Demonstrator) il veicolo che dimostrerà la capacità dell'Europa di posarsi sul suolo di Marte e dedicato all'astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, al quale si deve la prima mappa del pianeta rosso. «Siamo soli nell'universo? Come si è sviluppata la vita? Sono queste le domande alle quali vuole rispondere la missione ExoMars» ha detto il direttore generale dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), Jan Woerner. In questa caccia alla vita sul pianeta rosso l'Italia è in prima fila: l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) è il primo contributore della missione con 350 milioni di euro, pari al 32% del valore complessivo della missione, di 1,3 miliardi. L'industria italiana, con la Thales Alenia Space (Thales-Finmeccanica) ha integrato entrambi i veicoli nei suoi stabilimenti di Torino ed è capofila delle aziende che hanno contribuito alla missione.

Europa e Russia sono arrivate insieme alla vigilia del salto su Marte e intendono proseguire lungo la strada della collaborazione: lo hanno detto qui a Baikonur il direttore generale dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e il capo dell'agenzia spaziale russa Roscosmos, Igor Komarov, nella conferenza stampa organizzata alla vigilia del lancio e alla quale l'Italia ha partecipato con il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston, e con l'amministratore delegato della Thales Alenia Space Italia (Thales-Finmeccanica). «È importante unire le forze e lavorare insieme», ha rilevato Komarov, e per Woerner «la missione ExoMars è un atto di cooperazione molto importante con la Russia.
Per l'Esa - ha aggiunto - cooperare è uno dei temi più importanti». La missione su Marte è un'occasione davvero unica per andare in cerca di vita: «Marte è pianeta interessante ed è il pianeta più vicino che siamo in grado di raggiungere», ha detto ancora Woerner. «Sappiamo che in passato c'è stata acqua e che il pianeta ha le condizioni di atmosfera e temperatura migliori nel Sistema Solare per poter ospitare la vita». Per questi motivi «ExoMars racchiude 2 missioni in una: astrobiologia e esplorazione planetaria». È una missione ambiziosa dal punto di vista scientifico anche per Battiston: «è un privilegio essere qui oggi perché stiamo lanciando un sogno. ExoMars segna la prima tappa di una missione scientificamente ambiziosa, alla quale l'Italia, con l'Asi, contribuisce per il 32%». Per Amoroso «è vero che la missione su Marte è un sogno, ma grazie al contributo di tutti è diventato una realtà»

 

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