L’eclissi di primavera, che oltre a coincidere con l’equinozio capiterà in concomitanza di una “superluna”, sarà osservabile in modo completo nel nord Atlantico, tra le isole britanniche e l’Islanda, e, in misura via via minore, fino alla parte nord del continente africano. A Thorsavn, nell’arcipelago danese delle isole Faer Oer, per due minuti e due secondi il buio sarà totale. L’ultima eclissi solare di questa rilevanza è avvenuta l’11 agosto del 1999 e la prossima è prevista nel 2026.
La grande ombra attesa la mattina del 20 marzo non sarà solo uno spettacolo per l’Europa. Dall’Entso-E, European transmission system operators, che riunisce 41 operatori in 34 Paesi, avvertono che l’eclissi in arrivo sarà una prova importante per i sistemi energetici europei, perché, a differenza del passato, il fenomeno avviene in un periodo di grande incremento degli impianti fotovoltaici: “Nella mattina del 20 marzo – avverte l’organizzazione transeuropea in un documento di analisi sugli impatti portati dall’eclissi - circa 35.000 megawatts, ossia all’incirca l’equivalente di 80 impianti convenzionali di media grandezza, svaniranno dai sistemi elettrici europei prima di rientrare gradualmente: tutto nello spazio di due ore.”