Privacy, un italiano su tre non ha mai limitato l'accesso ai propri dati personali

Privacy, un italiano su tre non ha mai limitato l'accesso ai propri dati personali
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Lunedì 28 Gennaio 2019, 21:33
I nostri dati personali sono sempre più a rischio per l'aumento del cybercrime e della scarsa attenzione degli stessi utenti alla propria sicurezza digitale. Non è un caso che da anni in cima alla classifica delle password più usate online c'è ancora l'inossidabile "123456". Gli italiani, poi, non eccellono in cautela: il 30% non ha mai limitato o rifiutato ad un'applicazione l'accesso alle proprie informazioni. È il quadro non proprio roseo in occasione del Data Privacy Day, la giornata stabilita dall'Ue nel 2006 e poi adottata in tutto il mondo per sensibilizzare gli utenti sulla protezione delle proprie informazioni personali online.

Secondo dati Eurostat riferiti al 2018, il 75% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni nell'Unione europea ha usato uno smartphone per scopi privati. Tuttavia, meno della metà (43%) degli utilizzatori dei telefoni ha riferito di avere un sistema di sicurezza installato automaticamente o fornito dal sistema operativo. Un ulteriore 15% ha sottoscritto un sistema di sicurezza o ne ha usato uno installato da qualcun altro. Dal rapporto Eurostat emerge un'altra informazione allarmante: il 28% degli utenti che ha utilizzato o installato un'app non ha mai limitato o rifiutato l'accesso ai suoi dati personali. E il 7% dei possessori di telefoni nell'Ue neanche sa che è possibile farlo. L'Italia è al 30%, sopra la media Ue.

Il record negativo ce l'ha invece la Repubblica Ceca: i due terzi degli utenti (67%) non ha mai limitato o rifiutato l'accesso alle app ai propri dati personali; seguono Bulgaria (49%), Cipro e Regno Unito (entrambi al 43%). Al contrario, solo il 10% degli utenti di smartphone in Francia non ha mai limitato o rifiutato l'accesso alle app, seguito da Germania (16%), Paesi Bassi e Lussemburgo (entrambi il 17%). I dati sono il petrolio dei nostri tempi, come dimostra il più grande archivio di e-mail e password rubate denominato Collection #1 e scoperto dal ricercatore Try Hunt pochi giorni fa. Un enorme database a disposizione degli hacker (i dati grezzi parlano di circa 2,7 miliardi di indirizzi di posta elettronica e parole chiave) e già messo in vendita a prezzi accessibili (45 dollari).

In occasione del Data Privacy Day, la società di sicurezza Sophos ha stilato una classifica degli errori più comuni che vengono commessi dagli utenti e che mettono a rischio la loro vita digitale.
Come ad esempio, non aggiornare i software, consentire alle app di dare accesso completo al proprio dispositivo, disabilitare le restrizioni di privacy sui social media, riutilizzare le password o usare parole chiave troppo semplici. Mentre la società di sicurezza Acronis ricorda l'importanza del 'backup', sia a livello personale che lavorativo, con un episodio curioso. È stato proprio un salvataggio dei dati a salvare Toy Story 2, una delle saghe d'animazione più note della Pixar. Il film era andato perso accidentalmente durante la lavorazione, ma il backup 'casalingò di un dipendente ne ha permesso il recupero.
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