Vice Media Group verso la bancarotta, presentata l'istanza di fallimento: i motivi della crisi

Ascesa e caduta di un protagonista del giornalismo digitale degli ultimi 30 anni

Vice Media Group verso la bancarotta, presentata l'istanza di fallimento secondo il Nyt: i motivi della crisi
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Giovedì 4 Maggio 2023, 07:54

Vice Media Group - società editrice delle riviste digitali Vice e Motherboard - sarebbe pronta a richiedere le protezioni previste dal Chapter 11 americano. In altre parole, avrebbe già presentato una dichiarazione formale di bancarotta: lo riporta il New York Times, dando seguito alle voci di crisi sempre più insistenti che investono la media company canadese.   

Fondata come rivista di sottocultura nel 1994 a Montreal, in Canada, a partire dal decennio successivo Vice si era affermato come uno dei media digitali più emergenti del web, nonché come "apripista", per molti addetti ai lavori, di un approccio mediatico "digital first". 

Un successo dovuto, in larga parte, al gradimento del pubblico millennials: decisivo il suo giornalismo votato a indagare temi poco considerati dai media tradizionali. Vice ha aperto in tutto 33 sedi nel mondo, tra cui anche una in Italia, a Milano, nata nel 2006. E poi lo studio cinematografico, l'agenzie pubblicitaria e i documentari in onda su su HBO.

Nel 2017 la società editrice di Vice valeva 5,7 miliardi di dollari. Oggi, secondo i colleghi del Nyt, ne vale solo una «piccola frazione» e i tempi d'oro sembrano essere finiti: alcuni giorni fa era arrivata la notizia di una ristrutturazione del comparto news del gruppo e della cancellazione di "Vice News Tonight", caposaldo della sezione "notizie" del network. Il tutto accompagnato da un centinaio di licenziamenti. 

Vice Media avrebbe già intenzione di organizzare un'asta tra le cinque società interessate a rilevare il gruppo canadese. L'acquirente più indiziato, al momento, potrebbe essere la Fortress Investment Group, suo principale investitore.

La notizia della possibile bancarotta di Vice Media giunge a pochi giorni di distanza da quella della chiusura della divisione News del sito BuzzFeed, altro grande protagonista del panorama mediatico digitale dell'ultima decade. 

Le crisi di un (ex) modello vincente

Ma perché Vice Media è andata in crisi? Ha provato a spiegarlo l'esperto di media digitali Valerio Bassan, in un'intervista a SkyTG24.

A tradire Vice - secondo l'esperto - sarebbe stata la presunzione di pensare questo: «Noi facciamo video meglio di tutti gli altri, raccontiamo storie meglio degli altri, le piattaforme hanno bisogno dei nostri video di qualità e quindi ci premieranno». 

Non è andata così. Il magazine canadese - come del resto lo statunitense Buzzfeed - sarebbe stato soppiantato dall'emergere di altri attori della biosfera informativa dei nostri tempi. In primis, i content creator: «I contenuti di Vice li poteva fare chiunque, magari non gli stessi reportage, ma un video di mezz’ora ingaggiante su Youtube lo poteva fare qualcun altro dalla sua cameretta. Le sue formule sono diventate copiabili dalle liste al giornalismo immersivo», ha precisato Bassan. 

Dunque, mentre le grandi inchieste continuavano a vincere premi e ad avere largo seguito, il resto dei contenuti della sezione news non aveva più la stessa audience di una volta. In tutto questo, per Bassan ha pesato l'assenza di un pubblico fidelizzato nel tempo: «Non è facile creare un news brand da zero nell’era digitale e diventare sufficientemente rilevanti per un numero abbastanza elevato di persone - spiega - I media tradizionali sono più strutturati per assorbire centri contraccolpi. Quelli che propongono parco prodotti più ampio (non penso solo alla carta, ma anche ad altro, dagli eventi alle academy) hanno più possibilità. Se invece punti su un solo cavallo non è facile».

 

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