Nell'Italia 2021 la banda larga come benzina

Nell'Italia 2021 la banda larga come benzina
di Francesco Malfetano
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Giovedì 21 Gennaio 2021, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 10:59

Per le connessioni italiane il 2021 è l'anno dei fatti. Rispetto a 365 giorni fa infatti, quando la pandemia ha preso a cambiare abitudini e necessità dei cittadini, oggi il mondo è tutt'altra cosa. Non solo perché letteralmente chiunque, nonni compresi, ora padroneggia videochiamate e shopping online o si approccia con molta più facilità a contenuti on demand e smart working, quanto perché si è abbattuto lo scoglio psicologico sul digitale che l'intero Paese si portava appresso da anni. Un dato immediato per tutti: lo Spid, il servizio di identità digitale italiano necessario per approcciarsi alla nuova pubblica amministrazione digitale, da fine 2019 ad oggi ha quadruplicato gli utenti passando da circa 4 milioni a più di 16. Vale a dire che da qui in avanti tra gli assi fondamentali su cui si muove il Paese - finalmente anche per l'Italia - c'è davvero il digitale.
Ed è per questo che le connessioni veloci - o meglio la banda ultra larga che gli sta dietro - sono ormai considerabili un bene primario, come la benzina o l'energia elettrica. Una commodity che però talvolta non si comprende appieno, pensando che ogni fornitore sia uguale all'altro. Come però gli italiani hanno imparato in questi mesi difficili non è affatto così. Tra didattica a distanza, smart working e necessità di soddisfare le esigenze di intrattenimento con video in streaming, giochi online e social network, le reti sono infatti state spinte - e continuano a volte ad esserlo - fino al limite delle loro capacità. Basti pensare che i sistemi di messaggistica online hanno visto un incremento da 1.3 a 3 volte rispetto all'uso normale. I giochi online hanno aumentato i loro accessi giornalieri del 20%. E soprattutto, perché questo moltiplica il consumo della banda necessaria, le piattaforme di streaming video hanno raddoppiato il traffico. Nelle case degli italiani d'altra parte ci sono sempre più dispositivi che accedono continuamente alla rete: 44,7 milioni di smartphone, 10 milioni di smart tv, 18,7 milioni di computer fissi o portatili, 6,3 milioni di tablet, secondo l'ultima rapporto Censis/Auditel, per un totale di oltre 112 milioni di apparecchi connessi. Non è dunque un caso se, secondo l'Osservatorio sulle comunicazioni dell'Agcom, tra gennaio e settembre il volume del traffico sulle reti fisse è cresciuto del 44,4% rispetto allo scorso anno, con punte fino al 90% durante il lockdown totale vissuto in primavera.
LE DIFFERENZE
In questo momento più che mai bisogna quindi imparare ad orientarsi all'interno di un mercato che è cresciuto sia in termini di varietà dell'offerta che di complessità delle tecnologie. Una metaforica giungla in cui orientarsi però, è tutto sommato semplice acquisendo alcune nozioni chiave. Se la vecchia Adsl, ovvero la rete che viaggia sul doppino telefonico con una capacità massima di circa 20 Megabit al secondo in ricezione, è tanto sdoganata quanto superata in buona parte del Paese, a tenere banco è ormai soprattutto la fibra ottica.
Questa però si differenzia ulteriormente. C'è la fibra che arriva fino all'appartamento (FTTH), in grado di fornire prestazioni ineguabliabili: un gigabit (1.000 Mb/s) al secondo in ricezione e 300 Mb/s in trasmissione. E c'è quella fino al cabinet (FTTC), cioè fino all'armadio dell'operatore che si trova in strada, in grado di decuplicare le prestazioni del doppino in rame (con velocità fino a 200 Mb/s in download e 30 Mb/s in upload. Ma a fare la differenza, oltre alla cosiddetta rete secondaria - quella che dal cabinet arriva a casa dell'utente - c'è anche quella primaria. Ovvero l'infrastruttura che ciascun operatore gestisce per interconnettere i fornitori di contenuti con gli utenti finali. Le differenze, sul piano della capacità di gestione del traffico (specialmente nelle ore di punta) e della qualità della connessione non mancano all'interno delle stesse aree.
Non solo, a dispetto di quanto si è portato a credere, c'è molta differenza anche tra i diversi router. Vale a dire l'apparecchio fornito dall'operatore per generare una rete wifi, determinante per garantire la gestione di tutti i dispositivi connessi perché con la diffusione dell'Internet of Things, i termosifoni, il frigorifero, gli smart speaker, gli antifurti e le telecamere collegate alla rete accresceranno il numero degli apparecchi di casa che dialogano con la rete e quindi servono efficienza e stabilità. Soprattutto perché il consumo di banda non certo finito la sua corsa, crescerà ancora.
Francesco Malfetano
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