Telegram, fra violenti e No vax: ecco come funziona l'app "preferita" dai complottisti

Telegram, fra violenti e no-vax: ecco come funziona l'app scelta dai complottisti
di Mauro Evangelisti
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Settembre 2021, 17:34 - Ultimo aggiornamento: 17:39

Cinquecento milioni di utenti attivi in tutto il mondo (ad esclusione dei non pochi Paesi in cui è stata bannata), Telegram è divenuta la app di messaggistica di riferimento dei no-vax e dei no-pass che, con una discreta dose di ingenuità, pensano che grazie alle regole sulla privacy differenti da WhatsApp di poter minacciare od organizzare azioni illegali senza essere scoperti. Spoiler: non è così, la Polizia postale può rintracciare con una certa facilità gli autori dei messaggi e pensare di mantenere una nebbia di riservatezza al chiuso di gruppi che possono avere 200mila partecipanti appare poco sensato.

No vax e No green pass, stazioni blindate: le proteste sono un flop. Torino, attivista aggredisce un agente

Telegram, come funziona l'app preferita dai no-vax

Telegram, app lanciata a metà del decennio scorso da un miliardario russo, Pavel Durov, con sede a Dubai, in passato è stata utilizzata anche dall’Isis, da gruppi di estrema destra, è stata terreno fertile per la pirateria ad esempio condividendo i pdf dei giornali, ma anche per smerciare materiale pedopornografico e per il revenge porn, perfino per raggirare qualche pollo a cui vendere falsi Green pass.

Ma limitarsi a queste cattive frequentazioni - talmente risapute che sono snocciolate anche da Wikipedia - sarebbe fuorviante.

Non ci sono solo no-vax violenti o truffatori dei Green pass fake, ma milioni di normali utenti che utilizzano una app oggettivamente efficiente e che consente, ad esempio, con la formula dei “canali” alle aziende o ai comunicatori di informare in tempo reale i propri follower. Spesso, in paesi in cui la libertà è minacciata, Telegram viene usata dai gruppi di opposizione per aggiare la censura.

 

«Ecco perché i no-vax hanno scelto Telegram»

Racconta Nicola Zamperini, autore del libro "Manuale di disobbedienza digitale": «I no-vax hanno scelto Telegram prima di tutto per un fatto tecnico. Telegram consente di organizzare dei gruppi, anche molto molto ampi. Inoltre, ad oggi Telegram ha scelto una strada di totale permissivismo, non si pone un problema di controllo di ciò che accade, per cui è estremamente comodo restare dentro. Difficile però che possa durare in questo modo ancora a lungo».

Il problema è che il confine tra rispetto della privacy e far west è sfuggente. Certo, leggendo le review sui vari store qualche falla sul fronte della sicurezza e del rispetto delle persone, sembra esserci. Sul Google Store ci sono varie testimonianze. Alexandra: «Nei gruppi offendono con parole pesantissime me e la mia famiglia pur non conoscendomi e in più mi augurano la morte. Vogliamo bannare ste persone a vita o devo per forza denunciare. Questo social non tutela le persone e anche se segnalo non succede niente». Beatrice: «È una settimana che gente sconosciuta mi continua a scrive, anche molestandomi».

Gli amministratori della app rispondono sempre «per favore contatta il reparto abusi di Telegram», ma le notizie emerse in questi giorni su minacce a politici e scienziati, nonché sull’organizzazione di atti illegali da parte di gruppi che si dicono no-vax, sembrano testimoniare che un problema di far west senza sceriffi sulla app sviluppata dal miliardario russo ci sia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA