Intelligenza artificiale, il "padrino" Geoffrey Hinton lascia Google per parlare dei rischi dell'IA: «Presto sarà meglio di noi»

Lo psicologo cognitivo e scienziato informatico britannico-canadese ha dichiarato alla Bbc che il chatbot potrebbe presto superare il livello di informazioni di un cervello umano

Intelligenza artificiale, il "padrino" Geoffrey Hinton lascia Google per parlare dei rischi dell'IA: «Presto sarà meglio di noi»
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Martedì 2 Maggio 2023, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 00:32

Il «padrino dell'Intelligenza artificiale», Geoffrey Hinton, ha lasciato il suo lavoro in Google per fare liberamente informazione sui rischi dell'IA. «Me ne sono andato per poter parlare dei suoi pericoli», ha detto il 75enne in un tweet, dopo che ieri il New York Times ha dato la notizia. «Google ha agito in modo molto responsabile», ha precisato lo scienziato informatico, difendendo l'operato del colosso di Mountain View nel settore.

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ll lavoro pionieristico di Hinton sulle reti neurali ha modellato i sistemi di IA che alimentano molti dei prodotti odierni. «In questo momento, non sono più intelligenti di noi, per quanto ne so.

Ma penso che presto potrebbero esserlo», ha spiegato Hinton.

 

Geoffrey Hinton, il "padrino dell'IA" lascia Google

Hinton ha lavorato part-time presso Google per un decennio sugli sforzi per lo sviluppo dell'IA del gigante tecnologico, ma da allora ha iniziato a nutrire preoccupazioni per la tecnologia e il suo ruolo nel farla progredire. «Mi consolo con la solita scusa: se non l'avessi fatto io, l'avrebbe fatto qualcun altro», ha detto Hinton al New York Times.

Lo psicologo cognitivo e scienziato informatico britannico-canadese ha dichiarato alla Bbc che il chatbot potrebbe presto superare il livello di informazioni di un cervello umano. «In questo momento, quello che stiamo vedendo è che cose come GPT-4 oscurano una persona nella quantità di conoscenza generale che ha e la oscura di gran lunga. In termini di ragionamento, non è così buono, ma fa già un semplice ragionamento. E dato il ritmo dei progressi, ci aspettiamo che le cose migliorino abbastanza velocemente. Quindi dobbiamo preoccuparcene», ha spiegato alla Bbc.

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