Horizon Forbidden West, a Firenze una statua di Aloy celebra l’arrivo del videogioco

Horizon Forbidden West, a Firenze una statua di Aloy celebra l’arrivo del videogioco
di Eva Carducci
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Giovedì 17 Febbraio 2022, 15:05 - Ultimo aggiornamento: 15:58

Con una statua installata nel cuore della città PlayStation celebra l’arrivo del videogioco Horizon Forbidden West a Firenze. Con l'arrivo del videogame, disponibile per PS4 e PS5, il prossimo 18 febbraio Sony Interactive Entertainment Italia ha scelto la piazza Madonna della Neve, nel Complesso delle Murate, per l'installazione di una statua temporanea dedicata alla protagonista Aloy

Il primo capitolo della saga sviluppata da Guerrillia Games, e pubblicato da Sony Interactive Entertainment per PlayStation 4 nel 2017, è stato un enorme successo di pubblico in tutto il mondo. Al centro della storia c'è Aloy, una cacciatrice guerriera in un mondo post-apocalittico dominato da robot ostili, dove gli esseri umani sono divisi in fazioni tribali.

Dal 17 al 27 febbraio, Sony Interactive Entertainment Italia dà il benvenuto al videogioco (per PS4 e PS5) Horizon Forbidden West, il secondo avvincente capitolo della saga di videogame, installando in piazza Madonna della Neve, nel Complesso delle Murate, a Firenze, una statua temporanea dedicata ad Aloy. 

Icona virtuale, ma al contempo realistica, Aloy è il simbolo di una piccola rivoluzione: rappresenta una delle possibili espressioni dell’incredibile complessità psicologica del genere umano, laddove, ai fini del racconto, non è centrale la differenza di genere, ma il valore della diversità. Dove diversità intesa come unicità, ovvero espressione della straordinarietà del singolo.

Nata e cresciuta da emarginata, priva di un senso di appartenenza, Aloy ha una prospettiva unica sul mondo. Si sente un’estranea, ma grazie alla sua intelligenza emotiva e a una spiccata empatia, con perseveranza e impegno, sfida lo status quo per dedicarsi alla ricerca instancabile della verità e alla scoperta di sé.

Spiega il tutto Marco Saletta, General Manager Sony Interactive Entertainment Italia: «La storia di Aloy ci racconta la capacità, da parte dell’industria videoludica, di trasportare nella dimensione del videogioco storie e temi universali, mettendo al centro il giocatore, e permettendogli di vivere e giocare storie profonde e articolate, vestire i panni di personaggi incredibilmente sfaccettati, senza perdere mai di vista l’opportunità di sognare. Un modello di riferimento straordinariamente stimolante per le giovani generazioni e uno sguardo su un futuro possibile, stavolta non solo per il contesto videoludico».

Questo suo spirito diviso a metà, fra leader e emarginata, le permette di empatizzare con le persone che soffrono, ancor più determinata a sconfiggere gli oppressori.

Un'estranea nella propria terra, che in questo nuovo capitolo espanderà fino alla frontiera dell'Ovest Proibito.

La statua di Aloy a Firenze è un omaggio a tutte le donne del passato che ne abbiano condiviso i valori, contribuendo ad accrescere, in modi diversi e originali, a volte in maniera discreta ma significativa, il patrimonio artistico, culturale, scientifico e sociale del nostro Paese, pur non essendo sempre state celebrate nell’ambito della toponomastica.  

Il patrimonio culturale e monumentale italiano è enorme e riflette un importante divario di rappresentazioni. Solo il 5 per cento delle strade italiane è dedicato a donne, di cui un 60% circa si riferisce a nomi di sante e martiri e a denominazioni mariane. Nel restante 40% hanno un certo peso i personaggi leggendari, mitologici, letterari e le denominazioni tradizionali. Le figure più ricordate appartengono alla storia nazionale e/o locale, alla letteratura e al mondo dello spettacolo; le donne di scienza, delle arti figurative, del mondo del lavoro e dello sport lo sono in misura molto minore.

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