Che botta, che bagliore pirotecnico laggiù nel cosmo a 12 milioni di chilometri dalla Terra: in picchiata a 22.530 chilometri orari la sonda kamikaze Dart della Nasa (fate conto un Suv, ma pesante solo 570 chili) ha centrato l’asteroide Dimorphos (160 metri di diametro, fate conto il Colosseo) con la potenza deflagrante di almeno tre tonnellate di tritolo. Armageddon, il film, insomma, proprio quello, solo più in piccolo e senza Bruce Willis: l’obbiettivo è infatti quello di deviare la traiettoria dell’asteroide che a sua volta orbita a 1,8 chilometri di distanza dal fratello maggiore Dydimos (780 metri) ora in quella parte dell’universo verso la costellazione di Eridano. Un esperimento, il primo, di difesa planetaria giacché sono già censiti 2.600 asteroidi potenzialmente - ok, molto potenzialmente - pericolosi per la Terra.
Così all’una e 14 di ieri una nube di polvere ha avvolto quel masso errante nel cosmo, con i detriti che hanno maestosamente riflesso la luce del Sole permettendo alla minisonda LiciaCube di Argotec e Agenzia spaziale italiana di scattare 620 foto impressionanti nella loro scientifica e non più fantascientifica nitidezza. Il reportage della prima esplosione causata su un asteroide riporta subito a Torino, all’Argotec dell’ad David Avino, che negli ultimi 5 anni, insieme all’Asi, si è ingegnata a comprimere in due scatole da scarpe, a racchiudere in 13 chilogrammi le due “camere” Leia e Luke (sì, Star Wars) guidate da un algoritmo che esprime il massimo dell’intelligenza umana e artificiale. La nanosonda italiana (il “made in Italy” che si è spinto più lontano dalla Terra) nei giorni scorsi si era staccata, dopo un viaggio di 11 mesi iniziato in California, dalla sonda Dart veleggiando poi sulla zona dell’impatto per scattare autonomamente le foto.
Un altro primato storico del nostro comparto aerospaziale che in questa avventura si è avvalso anche di Inaf, università di Bologna e Parthenope di Napoli e Cnr-Ifac. Ricapitolando: la Nasa ha investito 330 milioni di dollari nella missione Dart per dimostrare che si può deflettere la traiettoria di un corpo celeste. Fra qualche settimana le rilevazioni di decine di osservatori terrestri, compreso quello di Asiago, diranno se la missione è completamente riuscita, se Dimorphos, ferito profondamente da Dart, ha cambiato rotta anche solo dell’1%, ovvero ha mutato di una decina di minuti il tempo di rivoluzione, adesso di 11 ore e 54 minuti, attorno a Dydimos.
Un “niente”, ma un inizio incoraggiante per difendere la Terra. Purtroppo per loro, i dinosauri non ci avevano pensato. Intanto è strabiliante essere riusciti a centrare un bersaglio così veloce (30mila chilometri orari) e così piccolo a 12 milioni di chilometri, un quinto della distanza minore fra Terra e Marte. Una precisione possibile anche grazie a ulteriore tecnologia italiana: Leonardo ha fornito alla Nasa il sensore d’assetto delle telecamera Draco che ha guidato la sonda Dart verso l’asteroide, un sensore che “punta” una moneta da un euro a 2,5 chilometri di distanza. Alla Nasa, nella notte, compreso il grande capo Bill Nelson, hanno brindato allo «storico successo» e festa anche in Italia, con Simone Perrotta, responsabile della missione LiciaCube per l’Asi, che ora attende le rilevazioni degli osservatori. «È un momento d’oro per le attività spaziali italiane sempre più solide nei legami con grandi alleati internazionale e sempre più ricche di ricadute per le nostre imprese e per i nostri enti di ricerca» chiude Giorgio Saccoccia, presidente Asi. Affermazioni che riecheggiano il sostegno del governo alla candidatura del sito di Sos Enattos, in Sardegna, per il futuro telescopio di onde gravitazionali Einstein voluto anche dai Paesi Bassi.
Qui sotto la diretta della Nasa
IMPACT SUCCESS! Watch from #DARTMIssion’s DRACO Camera, as the vending machine-sized spacecraft successfully collides with asteroid Dimorphos, which is the size of a football stadium and poses no threat to Earth. pic.twitter.com/7bXipPkjWD
— NASA (@NASA) September 26, 2022
i Bill Nelson, orgoglioso capo della Nasa: "Un nuovo traguardo dell'esplorazione spaziale è stato raggiunto".
Asteroide sempre più vicino
Asteroide centrato, da 7 km di quota l'ultima immagine (riuscita solo in parte) di Dart prima dell'impatto
L'esultanza nella sala di controllo.
Il "giochino"
Se digitate Double Asteroids Redirection Test sulle ricerche di Google la sonda Dart...
Asteroide Dimorphos, gli ultimi minuti prima della collisione della navicella spaziale DART
Qui il video-rendering della missione
Osservata con il #VLT dell'@ESO la cavia spaziale #Didymoon https://t.co/g9dYkCvXfL (animation via @JHUAPL) #DART #Hera #LICIACube #Didymos #Asteroidi pic.twitter.com/LKcdo0YPKe
— MEDIA INAF (@mediainaf) May 8, 2019
L'Italia entra in gioco anche per la seconda missione, questa volta tutta europea, diretta verso Dydimos e la sua Luna. Con la sonda madre Hera saranno inviati nel 2024 anche due CubeSat, compreso Juventas che sarà il primo strumento in assoluto ad utilizzare un radar a bassa frequenza per investigare la struttura interna di un asteroide.
L'Italia è alla guida di Hera per quanto riguarda i sottosistemi di alimentazione e propulsione della missione, e fornisce il transponder per lo spazio profondo che permetterà l'esperimento radio-scientifico della missione.
L'Italia guida inoltre il CubeSat (realizzato Tyvak International a Torino) di prospezione mineraria, che prende il nome dello scienziato Andrea Milani, profondo studioso di asteroidi, scomparso nel 2018.