Aranzulla, il divulgatore informatico più famoso d'Italia: «Ora tutti chiedono di Zoom»

Aranzulla, il divulgatore informatico più famoso d'Italia: «Ora tutti chiedono di Zoom»
di Michele Boroni
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Mercoledì 18 Novembre 2020, 11:56 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 20:15

Nessuna disparità di genere in Rete. O, almeno, non tra quelli che cercano risposte ai mille quesiti che internet pone. E nessuna distinzione netta di età o di lavoro. «A differenza di altri siti, Aranzulla.it non ha un target specifico. Ad esempio, la ripartizione tra traffico maschile e femminile è 58% - 42%, quindi molto equilibrata. Anche sulle fasce d’età che sono distribuite in gruppi di 9 anni, la percentuale degli utenti del sito corrisponde ai gruppi che frequentano internet, quindi una ripartizione omogenea». Salvatore Aranzulla, 30 anni, siciliano di Caltagirone, è il divulgatore informatico più famoso d’Italia. Il suo Aranzulla.it è il sito internet più visitato in Italia per quanto riguarda il settore tecnologia, con una quota di mercato del 40%: quindi 4 italiani su 10 che cercano informazioni o soluzioni riguardanti la tecnologia vengono qui. Ogni giorno il sito ha tra le 600 e le 800 mila visite (dati Google Analytics). Su Aranzulla.it gli utenti trovano soluzioni grazie a delle guide semplici da seguire, anche per chi non ha conoscenze di tecnologia. «Aranzulla.it nasce nel 2008 come sito personale, all’inizio era gestito unicamente da me. Nel corso degli anni ho creato un team di collaboratori sia per la parte editoriale sia per quella tecnica».


Come vengono decisi i temi da affrontare? Fate riferimento alle richieste degli utenti o siete voi che anticipate i temi?
«È un sistema misto.

Abbiamo una tecnologia proprietaria che si chiama “Sistema dei titoli” che attraverso un’intelligenza artificiale prende tutte le richieste fatte dagli utenti sui motori di ricerca ed estrapola quelle che riguardano la tecnologie e le categorizza. Questo ci permette di capire cosa scrivere. Sul sito pubblichiamo articoli nuovi ma anche aggiornamenti di articoli già esistenti, perché le tematiche restano, ma gli strumenti cambiano. Ad oggi abbiamo un database di 14 mila risposte». 


Sul sito in alto in alto c’è la grande ripartizione su tre macro temi: computer, telefonia e internet. Quale è quella che ha maggiori richieste?
«Questa tripartizione è ancora quella originale del 2008. All’epoca la categoria computer era la più letta e richiesta, e conteneva informazioni su come utilizzare software e sistema operativi; poi c’era la parte sulla telefonia, ma era poco frequentata e si occupava solo di temi come ad esempio come fare chiamate dall’estero o come parlare con il servizio clienti. Nel corso del tempo, la categoria telefonia ha soppiantato sostanzialmente le altre. La maggior parte del traffico oggi riguarda gli smartphone». 


Sarà così anche nel futuro?
«Penso di sì. Ci sono intere generazioni che non hanno un computer, ma hanno uno smartphone. Oggi il computer è tornato ad essere lo strumento usato prevalentemente in ambito lavorativo». 


Quali sono le pagine più viste su Aranzulla.it?
«La cosa curiosa è che le tematiche cambiano di continuo e riflettono il momento storico che stiamo vivendo. Nelle ultime settimane gli articoli più letti sono prevalentemente legati allo smart working o alla didattica a distanza: ad esempio come scaricare Google Meet, o come mettere uno sfondo su Zoom, o quali sono i migliori notebook. Al contrario gli articoli più visti nel mese di agosto erano: come cancellare l’account Instagram, come scaricare musica da internet o come capire se ti hanno bloccato su Whatsapp, quindi tematiche più legate al social, al tempo libero e alla parte ludica della tecnologia».


Possiamo dire che Aranzulla.it riflette lo zeitgeist della tecnologia?
«In un certo senso sì. È un osservatorio su cosa le persone stanno facendo e cercando in rete sulla tecnologia».

Perciò il sito è consultato da chiunque. 
«Sì, evidentemente ciascun gruppo cerca cose differenti dall’altro, ma non lo sappiamo con certezza. Probabilmente i più giovani cercheranno informazioni sul funzionamento di Instagram, mentre la fasce più mature su come avere una PEC. Il sito cerca di soddisfare le esigenze e di risolvere i problemi di tutti».


Si dice che la pandemia e il lockdown abbia generato una forte accelerazione digitale, dal tuo osservatorio confermi questa affermazione e se sì, in che direzione?
«Su Aranzulla.it abbiamo delle guide all’acquisto che linkano sostanzialmente a dei siti di e-commerce, principalmente Amazon, nelle quali si possono comprare i prodotti. Se l’utente compra il prodotto, il sito ci riconosce una piccola percentuale del venduto: nei mesi di marzo e aprile abbiamo duplicato le vendite tracciate. Quindi l’acquisto di tecnologia c’è stato, dobbiamo poi capire se poi i prodotti sono stati effettivamente utilizzati sul lungo periodo».


Quali saranno gli sviluppi di Aranzulla.it? 
«Continueremo a produrre e aggiornare contenuti, ma siamo fortemente conservativi. Non abbiamo app, non produciamo video o podcast. La forma testuale è risultata il compromesso migliore e la più semplice da consultare per gli utenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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