Il riciclo del vetro è un affare per tutti: per i cittadini, le amministrazioni pubbliche e l’ambiente.
L’Italia in questo campo è da primato, ma c’è ancora molto da fare, soprattutto al Sud. L’intesa tra il consorzio CoReVe e l’Anci (associazione dei Comuni italiani) vuole essere la svolta per riequilibrare la situazione. Al via un investimento complessivo di 10 milioni che mira ad aumentare la raccolta del rottame di vetro di circa 300mila tonnellate, che porterebbe a un risparmio diretto e indiretto di ulteriori 31,8 milioni di metri cubi di gas. Un buon aiuto in questa fase di problemi d’approvvigionamento. «L’Italia l’anno scorso è stata la prima in Europa per riciclo del vetro ed è stabilmente al vertice da molti anni, in pratica ci giochiamo sempre il primato con la Germania - commenta Gianni Scotti, presidente del CoReVe, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di vetro fondato nel 1997 - Siamo un’eccellenza italiana grazie anche ai meccanismi e alle regole messe in campo dall’allora ministro per l’Ambiente Edo Ronchi. L’anno scorso sono state differenziate 2,417 milioni di tonnellate di vetro, in aumento dello 0,9% sul 2020. E sono 2,183 milioni le tonnellate riciclate, in crescita del 2%. La differenza è lo scarto. In ogni caso mi sembra parecchia roba», commenta soddisfatto Scotti che spiega i vantaggi di quest’opera che per una volta trova alleati in modo virtuoso cittadini, pubblico e imprese.
L’OBIETTIVO
«Si tratta di un perfetto esempio di economia circolare - spiega il presidente del CoReVe - il vetro raccolto viene lavorato, fuso e torna a essere nuova materia prima perfettamente utilizzabile per fare bottiglie o contenitori. Il tutto con un grosso risparmio di energia rispetto alla produzione iniziale e senza scaricare altri rifiuti. Questo porta a un risparmio di 412 milioni di metri cubi di gas all’anno, al non utilizzo di circa 4 milioni di tonnellate di materie prime “vergini” come sabbia, soda e carbonati, il tutto evitando di immettere in atmosfera 2,4 milioni di tonnellate di Co2 all’anno: in pratica evitiamo l’inquinamento equivalente di 1,5 milioni di auto euro 5 che fanno una media di 15mila chilometri di percorrenza nei 12 mesi o quello degli impianti di riscaldamento di una città di 1,6 milioni di abitanti più grande di Milano.
LA COMUNICAZIONE
Nel frattempo si puntano a superare le differenze italiane. La raccolta pro capite a Nord è di 47,5 chilogrammi di vetro per abitante all’anno (dato 2021), al Centro si viaggia sui 38 chili per abitante, mentre al Sud è a 33,7 chilogrammi. «La media italiana è di 40 chili per abitante, ma ci sono grandi differenze che arrivano da diversi fattori: al Nord forse c’è una maggiore sensibilità del cittadino e una struttura della raccolta più efficiente, funzionale - spiega Scotti - Il nostro sforzo oggi è migliorare la situazione al Sud aiutando i Comuni a fare con più capillarità la raccolta. E poi comunicare, comunicare, comunicare. Spiegare quali sono tutti i vantaggi del nostro lavoro. Lo facciamo con campagne nazionali, come quella andata in onda con “Elio e le Storie Tese”, e locali». Pronti due bandi e un investimento da circa 10 milioni col varo di una squadra di esperti per la gestione dei progetti sul territorio. L’obiettivo è colmare il gap tra Nord e Sud (dove andranno 4 milioni). «I bandi sono per progetti di miglioramento della raccolta differenziata, sia con nuove attrezzature che con analisi sula gestione dei territori - dice Scotti - Oggi viviamo un momento particolarmente fortunato, il settore del vetro continua a marciare bene. Il Prosecco piace da matti in tutto il mondo e i consumatori esigono bottiglie di vetro, come di vetro devono essere i contenitori di passate od olio d’oliva. C’è tanta richiesta. Dobbiamo aumentare la raccolta».