Marco Alverà: «Il metano sintetico fornirà energia pulita e potenzialmente illimitata»

L'ex ceo di Snam, oggi alla guida di Zhero, sta sviluppando in Germania un hub del nuovo combustibile

Marco Alverà: «Il metano sintetico fornirà energia pulita e potenzialmente illimitata»
di Raffaele D'Ettorre
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Mercoledì 17 Maggio 2023, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 10:47

Una porta per collegare l’Europa a tutti i deserti del mondo. Ma anche una soluzione a basso costo per alimentare fabbriche, navi, aerei, e riscaldare le case europee durante il lungo inverno della crisi energetica.

Così Marco Alverà, 47 anni, ex amministratore delegato di Snam (il colosso italiano dei gasdotti), immagina il futuro dell’economia delle rinnovabili e del suo metano verde, un gas sintetico capace di dar vita ad una forma di energia pulita e potenzialmente infinita. L’idea è tanto semplice quanto visionaria: usare l’energia ottenuta dalle fonti rinnovabili per separare l’idrogeno e l’ossigeno contenuti nell’acqua marina. L’idrogeno così ottenuto viene poi abbinato all’anidride carbonica per creare un metano verde sintetico che potrà essere stoccato e trasportato ovunque. Con Tes, partecipata dal gruppo Zhero di cui Alverà è chief executive officer, il manager sta già sviluppando un hub di energia verde nel porto tedesco di Wilhelmshaven, dove il metano sintetico prodotto negli Stati Uniti, negli Emirati e in Australia verrà importato a partire dal 2026. Ma in cantiere c’è anche un sistema di elettrodotti pensati per collegare i pannelli solari del Nord Africa con l’Europa, un progetto che vedrà l’Italia giocare un ruolo chiave, data la sua posizione strategica.

Alverà, con il metano sintetico lei è riuscito di fatto a “impacchettare” le rinnovabili. Che altri benefici porta il suo processo?

«Il metano sintetico non solo è totalmente rinnovabile ma può essere utilizzato anche nelle settimane in cui non c’è sole o vento. Oltretutto, il costo marginale del sole è nullo, quindi parliamo di un sistema energetico che costerà sempre di meno. Senza contare che nel nostro processo produttivo il CO2 viene recuperato e utilizzato per trasportare l’idrogeno. È un’economia totalmente circolare, non viene sprecato nulla».

Il vostro combustibile può essere utilizzato anche nelle industrie pesanti?

«Sì, ottima soluzione per chi fa acciaio, alluminio o prodotti chimici.

Ed è anche un combustibile perfetto per le navi».

E nell’automotive?

«Sì, la nostra soluzione consente di convertire il metano fossile in un combustibile totalmente rinnovabile senza cambiare l’auto».

Come mai ha scelto la Germania come base operativa?

«In realtà Wilhelmshaven è il punto di arrivo, il metano sintetico verrà prodotto principalmente in Texas e in Medio Oriente. Ma la Germania dovrà uscire dal carbone, dal nucleare e dal diesel, presto avrà un enorme bisogno di energia».

Intanto in Puglia si sta lavorando per riqualificare alcune vecchie centrali dell’Ilva.

«Siamo molto interessati e stiamo dialogando per partecipare. La Puglia può diventare un nuovo hub dell’idrogeno verde, per tanti motivi».

Quanto tempo ci vorrà per completare la transizione energetica in Europa?

«Almeno altri vent’anni. Che poi sono pochi: per costruire il sistema attuale basato sui combustibili fossili ce ne son voluti più di cento. Con il nostro processo acceleriamo la transizione perché possiamo usare le infrastrutture già esistenti, non dobbiamo cambiare niente».

I leader dell’industria pesante hanno dichiarato che il Green Deal lascerà un “conto salatissimo” che rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema economico.

«Sono d’accordo. Bisogna fare attenzione a non rinchiudersi nei dogmi: in Europa oggi non si può vivere solo di rinnovabili, i costi sono troppo alti. Serve una transizione intelligente che punti anche su gas e carburanti a basso costo per dare un’iniezione di stabilità durante la transizione».

Come si convincono Paesi che storicamente hanno puntato tutto sul fossile a reinventarsi in vista della transizione?

«In realtà è più facile di quanto sembra. Il Giappone, il più grande mercato di Gnl (Gas naturale liquefatto, ndr) al mondo, ha deciso di convertire il 90% delle sue importazioni in metano sintetico. E le nazioni del Golfo hanno tanto di quel deserto che sono ben felici di affittarcene un pezzo per produrre energia dal sole. Per chi ha già il petrolio, le rinnovabili rappresentano un ricavo addizionale».

E quando il petrolio sarà finito?

«Loro saranno i produttori di energia solare a più basso costo al mondo. Proprio perché adesso stanno correndo per reinvestire in energie rinnovabili una parte importante dei loro fondi petroliferi».

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