Le auto per la luna a guida autonoma: i mezzi che esplorano pianeti e satelliti imparano dalle mappe

Le auto per la luna a guida autonoma: i mezzi che esplorano pianeti e satelliti imparano dalle mappe
di Nicola Desiderio
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 16 Marzo 2022, 16:36 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 12:53

Quante volte parlando di un’automobile abbiamo detto che è un razzo o un’astronave esaltandone le prestazioni e la tecnologia?

Eppure c’è un campo dove i mezzi progettati per marciare da soli sulle superfici terrose della Luna, di Marte o di Venere devono imparare dalle automobili ed è quello della guida autonoma. Le case automobilistiche hanno infatti accumulato un bagaglio di conoscenze enorme per far marciare un mezzo che si muove in un ambiente come le nostre strade, di certo enormemente più complesse, popolate, trafficate e regolamentate di un mare lunare o di un altopiano del Pianeta Rosso. Inoltre, grazie all’immensa mole di dati raccolta da terra e dal cielo (aerei e satelliti), possediamo del nostro pianeta ormai un gemello digitale che diventa sempre più accurato e che può essere richiamato in tempo reale su qualsiasi dispositivo e mezzo semovente, grazie a sistemi di telecomunicazione mai così potenti e capillari come la rete 5G e le costellazioni satellitari che diffonderanno la banda larga in orbita bassa su ogni punto del pianeta. Con l’Internet delle cose – e l’automobile ne fa oramai parte – ogni mezzo conosce, con approssimazione di metri, la propria posizione grazie alle mappe tridimensionali di nuova generazione. Un asset talmente strategico che Audi, Mercedes e BMW nel 2016 hanno comprato da Nokia la propria divisione cartografica Here per 3 miliardi di euro e, oltre ad utilizzarla per sé stessi, la rivendono anche ad altri costruttori, se non si affidano ad altri specialisti o a Google. La connettività attuale già permette di interagire con l’infrastruttura stradale (car-to-x) e con le altre autovetture (car-to-car) così che non solo sappiamo in tempo reale dove si trovano, se sono ferme per un guasto o un incidente, ma attraverso loro possiamo sapere in netto anticipo molte cose come, ad esempio, se c’è ghiaccio sull’asfalto.

SENSORI E ATTUATORI

Con il 5G e Internet satellitare questo scambio diventerà ancora più veloce e puntuale. Anche la sensoristica (giroscopi, radar, lidar, ultrasuoni e telecamere) e gli attuatori (elettrici ed idraulici) che sono già presenti sulle normali automobili rappresentano lo stato dell’arte e, cosa ancora più importante, con un elevato livello di standardizzazione che permette di essere abbordabile per un’automobile da decine di migliaia di euro, figuriamoci per mezzi che possono sfruttare budget di milioni. Ma i campi dove la guida autonoma automobilistica si è spinta davvero tanto sono la potenza di calcolo, il software e l’intelligenza artificiale. Definirle centraline è riduttivo: sono ormai veri e propri computer che in un lampo riescono a fondere i dati di bordo e che provengono dall’esterno fornendo alla vettura uno scenario completo di ciò che la circonda. È in base a questo che le nostre vetture sono già in grado di frenare autonomamente, fare una manovra di sorpasso, mantenere la traiettoria ed evitare persino gli ostacoli riconoscendo se si tratta di un pedone, una vettura, un ciclista, un animale o una fioriera. Ma non solo: ormai le automobili imparano le manovre per parcheggiare nei multipiano, nel giardino di casa e nel box. Grazie all’intelligenza artificiale e al machine learning, le automobili riconoscono, apprendono e agiscono di conseguenza, a volte prendendo il posto del guidatore in caso di errore o di malore.

E in domani molto prossimo potrebbero godere di tali risultati anche le navicelle spaziali e i satelliti per evitare i detriti ed i rottami spaziali che rappresentano il problema numero uno per lo sviluppo di una space economy sicura.

PRUDENZA ED ESPERIENZA

Il concetto informatico fondamentale che permette tutto questo si chiama ridondanza e corrisponde alla preziosa commistione di prudenza ed esperienza che caratterizza l’essere umano e gli permette di prevedere e valutare pericoli. Eppure proprio la nostra umanità è la principale minaccia alla nostra sicurezza: 9 incidenti su 10 avvengono per errore umano e la guida autonoma promette di colmare questo gap espandendo i sensi umani dove non possono arrivare. Tutto questo bagaglio di conoscenze sarà estremamente prezioso per i rover che sbarcheranno sulla Luna, su Marte o qualsiasi altro pianeta e che saranno presto in grado di mappare la loro superficie, scegliere i passaggi più favorevoli, evitare i pericoli, prelevare campioni e raccogliere sul terreno una grande quantità di dati orografici. Certo questi mezzi dovranno affrontare condizioni chimiche, di temperatura e pressione davvero estreme senza contare le diverse radiazioni dalle quali saranno bombardati, ma avranno il vantaggio di dover badare unicamente alla propria incolumità di macchina e non a quella di esseri umani. Sempre che non si incontrino alieni.

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