Med-influencer, da Instagram a TikTok sempre più medici sbarcano sui social

Med-influencer, da Instagram a TikTok sempre più medici sbarcano sui social
di Andrea Boscaro
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Mercoledì 21 Settembre 2022, 14:29 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 07:38

Su Instagram mostri ciò che fai, su TikTok ciò che sai fare.

L’evoluzione dei social media, da piattaforme di conversazione a micro-tv, più ambienti di intrattenimento che di network, reca in sé anche questo cambiamento e fa sì che i nuovi influencer – che più correttamente si devono definire “creatori di contenuti” – non si limitino a riprodurre, con foto e descrizioni, il diario della propria vita, ma illustrino le proprie competenze e passioni grazie a brevi video e dirette in streaming. Al di là di ogni giudizio di carattere estetico o morale sui contenuti pubblicati, questa nuova generazione di protagonisti della Rete ha successo nella misura in cui intercetta questo cambiamento e si dimostra in grado di aggregare utenti e follower grazie a video di volta in volta divertenti, curiosi, utili. Di particolare interesse è il fenomeno dei “med influencer”: dai pediatri agli psicologi, dagli osteopati ai dentisti, crescente è infatti il numero di professionisti che si fanno seguire su Instagram e su TikTok in ragione di un’attività di divulgazione scientifica e di sensibilizzazione verso i temi della salute di cui il Covid-19 ha di certo accresciuto il bisogno.

GLI ESEMPI

Osservare i contenuti pubblicati dal pediatra Claudio Olivieri su Instagram (147 mila follower su Instagram, 307 mila su TikTok) o dallo psichiatra Giovanni Martinotti invita a riflettere sull’ampio interesse, per nulla superficiale, che possono suscitare sui social media argomenti quali l’assunzione di ansiolitici o i disturbi alimentari anche se trattati in modo serio e professionale. Ancor più popolari sono i profili di alcuni naturopati e nutrizionisti per non parlare dei chirurghi estetici, tanto più quando sono spesso ospiti di trasmissioni televisive e arricchiscono i propri profili social con le foto delle celebrità clienti o amiche. Se un video dedicato ai tranquillanti realizzato dal dottor Martinotti ha raggiunto su TikTok quasi 790 mila visualizzazioni e oltre 1.100 commenti, occorre dire che non si tratta di un caso isolato: la stessa Federazione Nazionale degli Ordini e delle Professioni Infermieristiche (FNOPI), seguendo l’esempio di associazioni analoghe in altri Paesi, ha, a partire dal 2020, invitato i propri aderenti a inviare video perché potessero essere parte di un progetto divulgativo e di raccolta fondi a sostegno delle famiglie degli infermieri deceduti a causa del Covid.

Migliaia sono oggi le visualizzazioni dei video pubblicati sul Profilo, da quelli più descrittivi delle attività in ospedale a quelli più emozionali. Il video dedicato alla “tenda degli abbracci” ha raggiunto 288 mila visualizzazioni e il poterlo rivedere oggi riporta ai momenti più bui della pandemia. Non c’è alcun dubbio che molti professionisti abbiano poi individuato nei canali social un’opportunità di accreditamento delle proprie competenze, ma in molti casi – come quello dell’urologo Nicola Macchione (75 mila follower su Instagram) – questo non va a detrimento della cura dei contenuti e della disponibilità a interagire con gli utenti, nel rispetto della deontologia e dei limiti che tale comunicazione può comportare. Lo stesso può dirsi della dottoressa Silvia Goggi, medico dell’alimentazione, che su Instagram è seguita da 187 mila persone alle quali propone, dal social network, la possibilità di prenotare una visita nel proprio studio. La crisi innescata dalla pandemia e, come viene definita, l’infodemia causata dall’abbondanza di notizie e dati che includevano, in molti casi, anche informazioni superficiali se non vere e proprie fake news, hanno posto le basi perché emergesse il bisogno non solo di un’attività di divulgazione professionale sui social media, ma anche di testimonianze da parte di medici e infermieri che non trovavano spazio in Tv. In questa direzione va vista l’attivazione del profilo su TikTok dell’Aism e la volontà, attraverso il coinvolgimento di Elisa Flaminio, di raccontare la convivenza con la sclerosi multipla e di permettere agli utenti di condividere con lei e fra loro la solitudine causata dalla malattia.

I CONTRIBUTI

Come tutti i casi di influencer marketing, lo sviluppo dei med-influencer può essere raccolto e alimentato dal coinvolgimento dei creatori di contenuti da parte delle aziende: interessante è il caso di Motiva che coniuga i contenuti legati alla salute del seno al racconto delle storie delle pazienti che si sono avvalse dei suoi impianti fino a rendere possibile l’individuazione del chirurgo a cui è possibile affidarsi. Il ruolo dei pazienti e il contributo che possono dare ad accompagnare altre persone che stanno vivendo lo stesso percorso di cura non è però nuovo: la piattaforma Patients.com, anni prima dell’avvento dei social media, ha permesso a migliaia di utenti di conoscere persone con cui vi è in comune la stessa patologia e ha contribuito a creare le condizioni perché il digitale possa essere un canale di informazione e uno strumento di supporto per la salute senza che il suo uso sia associato solo alla diffusa, ma semplicistica, immagine del “Dottor Google”.

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