Mobilità, il robotaxi di Amazon viaggia senza pilota. Super competizione con Musk

Mobilità, il robotaxi di Amazon viaggia senza pilota. Super competizione con Musk
di Giorgio Ursicino
6 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Febbraio 2021, 12:22 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 16:26

La mobilità sostenibile, un business affascinante che non può lasciare insensibile Amazon. L’azienda globale di e-commerce che più ha cambiato il modo di vivere della gente negli ultimi anni. Attenti a quei due: uno contro l’altro, praticamente amici. Jeff Bezos ed Elon Musk sono diventati, nell’anno del Covid, la “coppia” più ricca del mondo. Nonostante a Jeff il divorzio dalla moglie MacKenzie sia costato una fortuna. La signora, madre dei 4 figli dell’imprenditore, ha ricevuto in dote al momento della separazione il 4% della azioni di Amazon che, nella primavera 2019, valevano 38,3 miliardi. Allora il titolo veniva scambiato a New York a 1.900 dollari, attualmente le contrattazioni dell’azione oscillano oltre i 3.200. In un lampo, l’ex dipendente del marito, si è trovata a competere con Alice Walton di Walmart e Françoise Bettencourt della l’Oreal per la corona di donna più facoltosa del pianeta. Amazon (capitalizza 1.600 miliardi, è seconda solo ad Apple) vale ancora quasi il doppio di Tesla che ha aumentato di quasi 10 volte il valore nel periodo dalla pandemia. Sul piano personale, però, Musk ha effettuato il sorpasso su Bezos aumentando ancora la loro rivalità a cavallo dei 200 miliardi, barriera per ora inarrivabile per tutti gli altri paperoni. Rivalità antica, almeno ventennale, quella fra i due che, essendo entrambi visionari, hanno più volte incrociato il fioretto.

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La competizione è ai massimi livelli: sul mercato dei capitali, sulla conquista dello spazio e sull’ego smisurato che le due menti geniali sfoggiano ripetutamente. I due galli si sfidano spesso a colpi di infiammati tweet su chi andrà più lontano nei viaggi siderali. Il razzo Falcon di SpaceX griffato Musk o quello New Glenn (erede degli New Shepard) di Blue Origin firmato Bezos? Chi vivrà vedrà. Intanto il tandem sta affilando gli artigli nella mobilità terrestre, un affare senza fine che, in un futuro molto prossimo, diventerà zero emission, autonoma e completamente connessa. Scaldando gli animi dei decisori pubblici e, addirittura, degli ecologisti. Un dossier dal quale non si può restare fuori. Per Musk è il core business. La sua Tesla, da sola, vale più di tutte le case automobilistiche tradizionali messe insieme ed ha l’obiettivo di rimanere leader della mobilità elettrica.

Dal punto di vista dei volumi e anche da quello delle performance che hanno già fatto un salto epocale trasformando la svolta energetica nel paese delle meraviglie per gli appassionati delle alte prestazioni e della velocità.

MANOVRA DI AVVICINAMENTO

Bezos, non avendo certo problemi di liquidità, ha studiato a lungo come affrontare il tema e, per ora, sembra farlo a modo suo. Non in maniera abituale, Amazon non sembra avere intenzione di diventare un costruttore “classico”. L’operazione di avvicinamento è già partita. Da una parte la vera auto del domani. Dall’altra, un colpo basso ai costruttori tradizionali “accusati” di non essere capaci di realizzare un veicolo in grado di soddisfare le esigenze di un cliente come Amazon. E per questo propone un mezzo capace di rispettare al massimo l’ambiente e le necessità di operatori impegnati tutto il giorno nella consegna di pacchi e non solo. Bezos, manco a dirlo, nelle sue manovre finisce per infastidire Musk. Per affrontare entrambi gli argomenti Amazon è scesa in campo finanziando o entrando nel capitale di concorrenti di Tesla. Da una parte l’accordo con Rivian, dall’altra l’acquisizione di Zoox, un’altra start up che ha l’obiettivo di produrre già l’anno prossimo un intrigante robotaxi a guida autonoma di livello 5, cioè senza la presenza del posto guida nell’abitacolo, quindi privo di volante e pedali. Rivian è stata fondata nel 2009 da R.J. Scaringe laureato al Massachusetts Institute of Technology (MIT). Punta tutto sulla motorizzazione elettrica e fa parte della nuova mobilità che va oltre le Big Three di Detroit che, al cambio del millennio, hanno monopolizzato il settore automotive Usa non più considerato così strategico e incapace di remunerare il capitale con margini adeguati. L’esatto contrario di quello che sta accadendo adesso con i veicoli elettrici (attualmente a batterie, ma poi anche a idrogeno) ed autonomi considerati dei moltiplicatori di valore. Rivian non è ancora quotata in borsa ma a gennaio è stata valutata 27,6 miliardi di dollari e si ipotizza che a breve possa raggiungere i 50 miliardi. Più o meno quanto Stellantis che è il quarto produttore mondiale con 9 milioni di veicoli l’anno. Una cosa simile è accaduta a Nikola, start up di Phoenix che ha preso il nome e non il cognome dal geniale inventore di origini serbe Nikola Tesla. La società specializzata in camion ecologici, ancora prima di iniziare la produzione (collabora anche l’Iveco di CNH) ha raggiunto lo scorso giugno la capitalizzazione in borsa di 25 miliardi di euro (quanto la Nissan arrivata a produrre oltre 5 milioni di auto l’anno). Rivian è cresciuta rapidamente utilizzando gli incentivi degli Stati e rastrellando 8 miliardi di finanziamenti dagli investitori più svariati.

ATTIRA CAPITALI

La zampata nel 2018 quando ha sorpreso tutti presentando al motor show di Los Angeles qualcosa di innovativo a cui le Case non avevano ancora pensato: il pianale a skateboard elettrico di un light truck che rappresenta l’ossatura sana del mercato americano. La prima piattaforma del genere. Arrivano i fondi di Amazon, Ford, Sumitomo, BlackRock e contemporaneamente Rivian si espande in molte parti degli States. Da Plymouth nella terra dei motori in Michigan a Irvine in California, fino a Normal nell’Illinois dove rileva un’ex fabbrica della Mitsubishi (la Tesla a Fremont ha acquistato un ex impianto di GM e Toyota). Nei giorni scorsi un’altra news controcorrente non confermata ma, vista la fonte, molto probabile.

L’agenzia Bloomberg ha riportato rumors che Rivian e Amazon hanno incaricato un’agenzia immobiliare (JLL) di cercare un sito produttivo in Germania o nel Regno Unito dove verranno assemblati in una prima fase i furgoni dedicati ad Amazon e poi altri commerciali per il mercato europeo. A Normal, invece, è iniziata la produzione del pick up e del Suv marchiati Rivian che verranno lanciati quest’anno. Veicoli al vertice dell’offerta sia per la potenza che per le prestazioni. La start up, inoltre, starebbe collaborando con Ford per lo sviluppo del nuovo Serie F, il re incontrastato degli States, a batterie. I van per Amazon saranno 10 mila già l’anno venturo per diventare 100 mila entro il 2030. «Avremo finalmente quello che nessuno era riuscito a fornirci», ha dichiarato Ross Rachey, responsabile della flotta del colosso di Seattle. Un furgone fatto in casa, per la prima volta progettato da chi lo utilizza e non da chi produce. Diventerà una presenza famigliare perché, essendo dedicato all’ultimo miglio, entrerà a far parte dell’habitat delle nostre città. Intanto a Zoox stanno mettendo a punto gli ultimi radar, anche se il piccolo urban taxi totalmente autonomo non ha ancora un nome. Bezos e Musk continuano a marcarsi: Zoox è stata condannata per aver trafugato tecnologie Tesla prima che fosse acquisita da Amazon. La sfida continua.

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