Messaggero 140, l'inventore di Candy Crush, Riccardo Zacconi: «Roma mi manca ogni giorno»

Messaggero 140, l'inventore di Candy Crush, Riccardo Zacconi: «Roma mi manca ogni giorno»
di Alessandro Di Liegro
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Giovedì 20 Settembre 2018, 23:05 - Ultimo aggiornamento: 23:53

«Negli ultimi 27 anni in cui ho vissuto all'estero, ogni giorno mi è mancato vivere a Roma». Riccardo Zacconi è il fondatore di King, una società di intrattenimento digitale, e inventore di uno dei giochi per smartphone più virali di sempre: Candy Crush.

Scaricato da oltre 2 miliardi e 300 milioni di persone al mondo, la storia di Zacconi è quella di una startup di eccellenza che dall'Italia è riuscita a oltrepassare l'Oceano: «Bisogna provarci. Io ho cominciato il mio percorso a Roma e la ragione per cui scelsi la Luiss è che non sapevo cosa fare - dice Zacconi -. Io volevo una cosa mia, aprire una mia società, ma non sapendo cosa fare ho sempre cercato percorsi che davano opportunità aperte. Dopo l'università ho fatto consulenza aziendale, visto tante cose».

 



Intervistato dal caposervizio della redazione di Macro del Messaggero, Andrea Andrei, Zacconi ha parlato delle opportunità nel digitale che possono essere una possibilità di crescita per i giovani e per l'imprenditoria del Paese. «Secondo me una startup si può creare dappertutto. In Italia ci sono meno storie di successo rispetto ad altri paesi del mondo perché c'è meno gente che ci prova a livello internazionale. Molti focalizzano la propria idea solo sull'Italia. Bisogna cambiare modo di pensare ma le cose si possono fare».

Appassionato di windsurf, Zacconi praticava sulle spiagge di Ostia, mentre ora sfreccia sulle onde di tutto il mondo: «Parlavo con un venture capitalist americano, che mi diceva che quando un imprenditore viene fuori e ha successo all'estero ha una marcia in più. Gli italiani hanno tante marce in più. A Roma si è abituati con le cose che non funzionano e raggiungiamo traguardi con l'idea che bisogna arrivare anche quando le cose non funzionano. Cosa utile per me non fermarmi mai quando uno mi diceva no».

Dopo aver vissuto per 10 anni in Germania e per 17 a Londra, il richiamo di Roma, per Zacconi, è troppo forte: «Spero di tornare a Roma molto più di prima. C'è un progetto che mi sta molto a cuore e stiamo lavorando per valutare se si può portare in Italia. Una scuola di programmazione digitale che si chiama “State of the art”, che ha avuto molto successo in Francia e in altri Paesi e vorrei portarla in Italia. Magari a Roma».


 

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