Wikipedia oscurata, il Web protesta
contro la legge anti-pirateria Usa

Wikipedia oscurata, il Web protesta contro la legge anti-pirateria Usa
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Mercoledì 18 Gennaio 2012, 11:11 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 00:02
ROMA - Immagina un mondo senza la libera conoscenza: questo l'incipit del post pubblicato dalla versione inglese di Wikipedia oggi listata a lutto in protesta al Sopa, la legge antipirateria online in discussione al Congresso americano per cui il web sciopera in Usa. Come già annunciato dal fondatore del sito Jimmy Wales, oggi Wikipedia è offline e in homepage, tutta scura, scrive un messaggio ai lettori e offre link di approfondimento sul Sopa e sul perchè della serrata.



Wikipedia oscurata. «Per oltre un decennio abbiamo speso milioni di ore a costruire la più grande enciclopedia nella storia - è scritto nel messaggio di sensibilizzazione -. Ora, il congresso americano sta valutando una legge che potrebbe fatalmente danneggiare il web libero e aperto. Per 24 ore oscuriamo Wikipedia». Il post si può condividere sui social network (Facebook, Twitter e Google +). In solidarietà alla protesta, anche la versione italiana di Wikipedia ha un messaggio in homepage.Secondo alcune stime il blocco coinvolgerà 100 milioni di persone. Nei giorni scorsi anche numerosi siti si erano schierati a favore della protesta, come Mozilla, TwitPic, il collettivo Anonymus e BoingBoing del celebre guru del web Cory Doctorow.



La protesta. Il web sta alzando le barricate (www.sopastrike.com) contro le due proposte di legge in approvazione al Congresso Usa chiamate Sopa (Stop Online Piracy Act) e Pipa (Protect Ip Act) formulate per arginare la pirateria e la diffusione in Rete di contenuti protetti da copyright. La prima è in discussione alla Camera, la seconda al Senato. Entrambi i testi hanno ottenuto il sostegno di Hollywood e dell'industria discografica, mentre colossi del web come Google, Twitter e Yahoo! hanno spiegato che «concederebbero al governo Usa il potere di censurare internet con procedure simili a quelle usate da Cina, Iran e Malesia». In particolare, Google porterà avanti un'iniziativa sulla sua homepage Usa a sostegno della protesta. Ma i big di Internet non mostrano intenzione di seguire Wikipedia nel blackout - il Ceo di Twitter Dick Costolo ha bollato come «sciocca l'iniziativa di chiudere un business globale in risposta a una legge locale» - forse perché qualche giorno fa è intervenuto Barack Obama.



Obama. «Sebbene riteniamo che la pirateria online sia una problema grave che necessiti di una serie risposta legislativa - ha scritto la Casa Bianca in un comunicato ufficiale - non sosterremo leggi che riducono la libertà di espressione, aumentano il rischio in materia di cyber-sicurezza o minano il dinamismo e l'innovazione di internet a livello mondiale».



Murdoch contro il presidente. E non si è fatta attendere - via Twitter - la dura risposta di Rupert Murdoch. «Obama ha attirato nel suo campo i padroni della Silicon Valley che minacciano tutti i creatori di software con la pirateria, un furto puro e semplice», ha scritto il tycoon che ha definito Google «leader della pirateria online». E dopo l'intervento della Casa Bianca e l'ammorbidimento di alcune posizioni politiche qualcuno inizia a cantar vittoria. Ma i due progetti di legge sono ancora in piedi e il voto previsto per domani è stato rimandato probabilmente alla prossima settimana.
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