Twitter e la sindrome dei followers:
in Cina se sei "social" rischi l'arresto

Twitter e la sindrome dei followers: in Cina se sei "social" rischi l'arresto
di Laura Bogliolo
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Domenica 22 Settembre 2013, 18:32 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 08:51
Li chiamano social-maniaci. Tratti particolari: indice slogato per trascinare lo schermo dello smarthphone, aggiornare per vedere se il numero di followers su Twitter aumenta o se l'ultimo post inviato è diventato popolare ricevendo centinaia di “I Like” e condivisioni.



La sindrome dei follower in Occidente incorona le cosiddette social star, mentre in Cina può portare alla prigione. Più il post è popolare e più si rischia se il contenuto viene considerato come non vero. Lo stabilisce una recente legge che prevede l'arresto se il messaggio contestato è stato ritwittato più di 500 volte o condiviso da 5mila persone.



Così è successo a Yang, un sedicenne che ora si trova in carcere: ha postato su Weibo (la versione cinese di Twitter) un messaggio accusando la polizia su un caso di siucidio. Secondo il giovane la vittima in realtà era stata uccisa dalle forze dell'ordine. Il post è stato ritwittato più di 500 volte e Yang è finito in prigione violando la nuova normativa contro i “rumors” online approvata il 9 settembre. Altri cinque giovani sono stati multati per i loro post sullo stesso caso.



Paura di essere social. Secondo il governo la nuova legge ha l'obiettivo di limitare la diffusione di notizie false, ma i giovani navigatori di Weibo vedono nella nuova normativa un tentativo di soffocare ogni critica al governo. “E' molto facile superare i 500 retweet – ha detto un utente di Weibo alla Reuters – chi oserà mai più cinguettare adesso?”. Più sei social, più rischi di essere arrestato. Almeno è così in Cina.

laura.bogliolo@ilmessaggero.it

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