Tv digitale, switch-off nel Lazio: dieci
nuovi canali Rai a disposizione di tutti

Tv digitale terrestre, istruzioni per l'uso
di Federico Rocchi
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Sabato 14 Novembre 2009, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 23:02
ROMA (14 novembre) - Difficile non averlo capito. Qui, nella Capitale, manca solo la Stradale - dopo aver chiesto patente e libretto - a ricordare che da luned prossimo finalmente si compie la beata speranza di avere un sistema televisivo tutto digitale anche da terra.



L’informazione nel frattempo, molto criticata nelle fasi di switch-off precedenti, fa quello che può. Nell’armamentario standard di questi giorni si trova spesso l’affermazione che Roma è da lunedì 16 novembre 2009 la prima capitale televisivamente all digital, eppure Berlino è tutta digitale dal 2003 e ci sembra di poter dire che Berlino, da qualche anno oramai, è Capitale della Repubblica Federale di Germania. Forse l’informazione si sta rivelando un po’ troppo standard. Anche gli ultimi due spot Rai, personalizzati “alla romanesca”, non entusiasmano nella spiegazione dell’utilità del passaggio né aiutano nella pratica appena più sofisticata del collegamento SCART.



Lo slogan “Non cambia niente, ma cambia tutto” ammicca alla sofisticata gattopardesca memoria ma non spiega chiaramente ai consumatori perché “il digitale terrestre” non è quel “pacco” che molti paventano (nonostante il protagonista degli spot sia Max Giusti, conduttore del popolarissimo “gioco dei pacchi”). Allora ci proviamo noi del Messaggero.it ad entusiasmare gli spettatori o, se non altro, a fornire informazioni inedite, preparandoci anche a rispondere alle domande e ai commenti in calce a questo articolo, nei giorni che seguiranno.



Quella che i pubblicitari chiamerebbero “proposta unica di vendita”, il “plus del prodotto”, la proposta che non possiamo rifiutare sarà direttamente sotto gli occhi degli abitanti del Lazio nei prossimi giorni (va bene, esclusa la provincia Viterbo e purtroppo anche le note “isole” senza segnale pur essendo in provincia di Roma, come Campagnano di Roma): oltre quattro milioni di persone - in un colpo solo un’audience potenziale superiore agli abbonati che SKY ha faticosamente raggiunto in anni di marketing aggressivo - potranno avere non solo sullo schermo di casa ma anche su quello del PC portatile, della casa al mare o della macchina (soprattutto se con sintonizzatore “diversity”), dieci nuovi “canali tv” Rai, che scendono a quattro per chi è già avvezzo alla televisione digitale. E’ pur vero, però, che quei quattro canali sono proprio quelli fino al luglio scorso riservati, previo versamento mensile, agli abbonati Sky.



Per essere precisi ecco il calendario del passaggio (segmentato in dieci “aree”): comuni di Roma e Provincia, Latina e zona Pontina (16-18 novembre); Frosinone (19-21 novembre); Rieti (23-24 novembre); Provincia di Latina meridionale e Isole Ponziane (25-30 novembre). Sul piano qualitativo tecnico (non quello legato alla qualità culturale dei singoli programmi che non ci riguarda in questa sede) ci sono benefici per tutti, sia per gli “appassionati delle prestazioni” sia per chi sta attento al portafoglio: i nuovi televisori con ricevitore incorporato eliminano i passaggi di conversione analogico-digitale che rovinano le prestazioni video del sistema oppure con soli trenta euro possiamo avere un nuovo sintonizzatore digitale che permette finalmente l’ascolto dell’audio in stereofonia (o addirittura multicanale e come minimo con “doppio audio”) su tutti i “canali Tv”, non solo sui canali Rai come avveniva prima.



Infine, pensandoci bene, i trenta euro che servono per acquistare un ricevitore non interattivo del tipo detto “zapper” nemmeno basterebbero per riparare il sintonizzatore incorporato nella vecchia tv a tubo catodico che con il passare degli anni tende inesorabilmente a perdere le sue capacità. La vita degli apparecchi, quindi, viene allungata, migliorata e anche dotata di un nuovo telecomando: a seconda del modello di tv (ci sono televisori che si accendono e spengono automaticamente in armonia col ricevitore esterno) potrebbe anche essere possibile eliminare completamente il vecchio telecomando (che magari ha un tasto che non funziona più o lo sportellino delle pile perso chissà dove) ed usare soltanto quello del ricevitore digitale terrestre.



La nostra knowledge base e le novità degli ultimi giorni.
Prima delle novità dell’ultim’ora, anche per evitare di ripetere estesamente sempre le stesse informazioni, ci preme ricordar linkando che il Messaggero.it ha dedicato molti articoli all’argomento, è già in linea una “base di conoscenza” consolidata riguardante proprio Roma e Lazio, importante anche per il dibattito fra i lettori che si è dipanato successivamente alla pubblicazione.

Cinque mesi addietro avevamo esordito con l’articolo “Ricezione digitale terrestre, 16 giugno switch-over Lazio” per poi ribadire pochi giorni dopo con



“Digitale terrestre, nel Lazio è l'ora dello switch-over” con un particolare approfondimento sulla giusta strategia per la ricezione digitale



Per gli approfondimenti sugli impianti di antenna e tutti i consigli del caso abbiamo pubblicato “Digitale terrestre: tutti i segreti per una ricezione corretta”, mentre per la scelta del ricevitore “Digitale terrestre, sintonizzatori: zapper o interattivi mhp? Ecco come scegliere”



Oggi però, oltre il dato tecnico, è probabilmente l’aspetto legato all’offerta televisiva fatta di nuovi canali ad interessare la maggioranza degli spettatori. Come detto in apertura ci sono nuovi canali “nazionali” oltre quelli privati e locali (per il momento in difficoltà nel riempire di contenuti audiovisivi i molti “canali” paralleli che si trovano improvvisamente a disposizione). Per motivi di spazio ci concentriamo in dettaglio solo sulla Concessionaria del Servizio Pubblico ed in particolare sulla canalizzazione RAI nella zona di Roma.



Come nelle altre aree già migrate completamente al digitale, Rai avrà spazio su Roma e provincia per cinque multiplex (o per meglio dire “quattro più uno” visto che quattro sono quelli dedicati alla normale televisione DVB-T e uno alla tv DVB-H) trasmessi su cinque frequenze (a volte chiamati “canali”, facendo confusione con i “canali Tv”; per non parlare della confusione che si genera mettendo in campo anche i “canali LCN”, che dovrebbero più semplicemente essere chiamati “posizione di memoria”). La denominazione diventa numerica: Mux 1, Mux 2, Mux 3, Mux 4 e Mux 5 invece che Mux A e B visti finora. Nelle restanti province saranno diffusi soltanto i Multiplex 1, 2 e 3; mancano il Mux 4 - che per il momento trasporta Rai Storia, una mancanza che ci pare abbastanza grave che speriamo possa essere corretta in futuro – ed il 5, usato però solo a fini sperimentali.



Senza grande sforzo comprendiamo che il multiplex “RAI Mux 1” è il più importante e chiaramente non va confuso col canale televisivo RAI Uno: il multiplex RAI Mux 1 trasporta il “canale TV” RAI Uno insieme a Rai Due, Rai Tre e quattro flussi di solo audio (quella che molti chiamano “radio”) Radio1, Radio2, Radio3 e Filodiffusione Auditorium, prima novità “culturalmente” rilevante in quanto fino al 16 novembre era diffusa FD Leggera.



Il Mux 1 è l’unico multiplex trasmesso da punti diversi su frequenze diverse (in multifrequenza): sul canale 11 della banda VHF da Monte Cavo, sul canale 9 in banda VHF da Monte Mario, sul canale 5 in banda VHF da Roma Trastevere (altra novità tecnica che risolve i problemi di ricezione in una particolare zona della Capitale fino ad oggi impossibile da servire correttamente). Grazie alla trasmissione su più frequenze, per soddisfare i requisiti del servizio pubblico, il Mux 1 RAI si candida ad essere il multiplex con maggiore copertura del paese e quello adatto alla diffusione di servizi interattivi (e flussi TV) a carattere regionale: sarà quindi quello in grado di trasportare il flusso di Rai Tre personalizzato per la singola regione come pure le applicazioni software mhp e le informazioni relative alla singola regione. Infine, sarà quello con massima qualità televisiva a definizione standard. Trasporta, infatti, soltanto tre flussi audiovideo contro i quattro o cinque degli altri (i quattro canali audio occupano circa un solo megabit di banda). Questi tre flussi/canali TV potranno essere, quindi, meno compressi rispetto al solito, potranno contare su una larghezza di banda di oltre sette megabit ciascuno contro i circa cinque degli altri multiplex (senza tenere conto della maggior efficienza data dall’allocazione dinamica della banda fra i flussi di uno stesso multiplex in funzione dei programmi effettivamente trasmessi). Questa particolarità tecnica si tradurrà in meno quadrettatura nelle immagini in movimento, più stabilità nello “splendore delle 576 linee” della tv standard definition.



Il multiplex Mux 2 trasporta i flussi audiovideo dei canali Rai più alla moda: Rai 4, Rai Gulp, RaiSat Extra, e forse Rai Next. Su Rai 4 sappiamo già tutto, è il canale emergente anche perché - a parer nostro - consente la visione di un film per intero senza interruzioni pubblicitarie (tranne l’intervallo), Rai Gulp è dedicata ai ragazzi e RaiSatExtra, con il meglio delle autoproduzioni Rai, è finalmente a disposizione di tutti gli abbonati. Rai Next è un “canale vetrina” di trailer della produzione Rai che è presente nella lista canali raggiungibile sul sito di Rai Way ma assente nella lettera che RAI ha inviato agli antennisti. Il MUX 2 è diffuso in isofrequenza sul canale 30 della banda UHF, sia dalla postazione di Monte Mario sia da quella di Monte Cavo.



La trasmissione in isofrequenza (cioè su un solo canale ma proveniente da più punti) è la novità tecnica più importante di questo switch-off, una vera rivoluzione possibile solo con la trasmissione digitale, in analogico sarebbe fonte di disturbi inaccettabili mentre in digitale offre addirittura dei vantaggi pratici perché la somma dei segnali è sempre positiva e sarà possibile usare ricevitori su mezzi mobili senza doverli risintonizzare continuamente transitando in zone diverse. Non ricevere il segnale trasmesso sui canali RAI in isofrequenza sarà dunque improbabile perché l’emissione avviene da punti diametralmente opposti, Monte Mario praticamente dentro la città e Monte Cavo a sud-est, anche un sistema di antenna mal puntato potrebbe riuscire a garantire una visione senza buchi audio e quadrettature insopportabili che vanno e vengono a seconda delle ore del giorno.



Sul Mux 3, canale 26 UHF in isofrequenza da Monte Mario e Monte Cavo, troviamo gli altri due flussi TV in precedenza venduti a SKY, RaiSat Yoyo (per bambini in età prescolare), RaiSat Cinema dedicata al cinema italiano, RaiSat Premium con una selezione dei programmi RAI, Rai Sport Più (si parla già di un nuovo canale Rai Sport +2, la cui denominazione si confonde però con quella dei canali in timeshifting “+1”) e Rai News 24 che già conosciamo.



E’ il Mux 4, sul canale 40 da Monte Cavo, il più atteso dagli spettatori esigenti in termini di qualità video assoluta perché ospita la produzione RAI in alta definizione, al momento basata sulla trasmissione di RAI Uno con risoluzione “upscalata” a 1080 linee dalle 576 (circa) di partenza della definizione standard, naturalmente tranne in quei momenti in cui il programma è nativamente in alta definizione, per esempio in occasione di eventi sportivi come l’ultimo incontro di Champions League Dynamo Kiev - Inter di mercoledì 4 novembre scorso. In questo caso la qualità è garantita digitale dal primo all’ultimo anello dalla catena con banda passante richiesta di circa 12 megabit e compressione Mpeg-4/H-264. Per avere a disposizione più banda, ma solo quando serve, sullo stesso multiplex trovano posto canali “interrompibili” come il flusso Rai Gulp +1, ovvero la stessa programmazione di Rai Gulp riproposta un’ora dopo, Rai Storia e Rai Scuola, tipicamente più attivo durante le ore del giorno piuttosto che alla sera quando gli eventi HD reclamano spazio.



Il Mux 5, dedicato alla sperimentazione dell’emissione dei tre canali principali del Servizio Pubblico in modalità DVB-H/DVB-SH e DMB, ovvero per la ricezione in mobilità con i dispositivi handheld come i telefoni cellulari dotati di sintonizzatore DVB-H o DMB, sarà trasmesso sul canale 25 da Monte Mario ma non da lunedì 16 novembre. Per un periodo di tempo limitato (si parla di un massimo di due mesi) sul canale 25 della banda UHF sarà diffuso, al posto del Mux 5, un multiplex temporaneo che trasporta i tre canali principali Rai (Rai Uno, Rai Due e Rai Tre senza contenuti regionali) più Rai Storia allo scopo di evitare possibili problemi di ricezione con il tipico impianto di antenna romano, come vedremo più avanti. Solo al termine del periodo transitorio sarà acceso, sempre sul canale 25 UHF, il Mux 5 in tecnica DVB-H, come da programma pubblicato sul sito di Rai Way, ed il trasmettitore DVB-T sarà utilizzato per replicare in isofrequenza il Mux 4, per il momento l’unico emesso solo da Monte Cavo. Non si tratterà dell’unico multiplex a trasmettere in DVB-H sulla banda UHF insieme agli altri DVB-T, ci sono anche quelli di Mediaset (che diffonde contenuti gestiti da TIM e Vodafone) ed H3G, i quali si possono anche sintonizzare con alcuni ricevitori particolari (ma non visualizzarne i flussi audiovideo sullo schermo), come quelli incorporati in certi monitor/TV, ecco spiegata la presenza di SKY TG24 nella “lista canali” di questi apparecchi.



Naturalmente l’offerta televisiva digitale non si ferma alla Rai, anche gli altri provider con licenza nazionale hanno a disposizione i loro multiplex, uno per ogni frequenza. Mediaset potrà offrire contenuti HD, come già ha fatto per le altre zone, ed anche SKY ha deciso rompere gli indugi. Invece di aspettare il 2012 (quando sarebbe scaduto il periodo di moratoria antitrust) ha dichiarato la sua volontà di diffondere, dal mese di dicembre, un canale denominato “Cielo”, nel cui palinsesto c'è un “best-of” dei suoi prodotti, approfittando della disponibilità di banda del gruppo L'Espresso. Ci sono poi le moltissime emittenti private che si stanno attrezzando per sfruttare pienamente le più ampie possibilità di trasmissione: si fa largo uno schema tipico che trasforma ogni emittente privata in una sorta di bouquet "pluritematico", con un canale “film”, uno “cartoni animati”, uno “televendite” e sorprendentemente sono comparsi anche canali “formazione” (il canale TED si propone come canale di formazione in medicina, adatto al conseguimento dei crediti formativi necessari nel settore). In effetti, il nodo della banda passante a disposizione anche per la cessione a terzi, senza la possibilità di produrre altra “televisione” ovvero nuovi contenuti, sarà la questione da tenere sotto i riflettori per i prossimi tempi.



Cinque mesi di esperienza di ricezione digitale nel Lazio. Dallo scorso mese di giugno abbiamo potuto, anche grazie alle possibilità di commento degli articoli, collezionare un notevole feedback direttamente dagli spettatori/lettori del Messaggero e quindi possiamo immaginare quali saranno le difficoltà pratiche a cui andremo incontro per questo secondo periodo di adattamento che durerà almeno tre mesi. Innanzitutto è intuibile che la maggior parte delle problematiche di ricezione nuda e cruda saranno automaticamente superate nella zona di Roma. La possibilità di trasmettere in isofrequenza, ovvero sullo stesso canale/frequenza ma da più punti sul territorio, cambia radicalmente le carte in tavola. Alcune sovrapposizioni a cui ci hanno abituato questi mesi spariranno e con esse anche le duplicazioni di “canali TV” indicati nelle liste che disorientano la maggior parte degli spettatori (generalmente anche all’oscuro che ad ogni singola frequenza elettromagnetica corrispondono molti “canali Tv”). Per questo particolare “problema” si può anticipare che con una sola antenna a tre bande puntata verso Monte Cavo le duplicazioni di canali in lista spariranno del tutto. L’analisi a tavolino dell’emissione Rai digitale per la zona di Roma mette in evidenza soltanto due potenziali problemi, strettamente legati alla tradizionale conformazione degli impianti di antenna in questa zona. Innanzitutto quello che ha portato alla decisione di accendere un mux temporaneo in IV banda UHF sul canale 25.



Infatti, la ricezione del Mux 1, tutto in banda VHF, è potenzialmente messa in discussione per chi non ha un’antenna VHF puntata verso M. Cavo (come avviene per la maggior parte dei romani) e non ha a portata ottica M. Mario. Ricordiamo che il tipico impianto di antenna romano prevede un’antenna VHF (peraltro fatta per la ricezione di una singola frequenza e non dell’intera banda) puntata verso M. Mario e una larga banda UHF verso M. Cavo miscelate fra loro spesso con elettronica da palo obsoleta. Per fortuna, il canale 9 scelto per l’emissione da M. Mario è lo stesso attualmente in uso per Rai Uno analogica quindi chi ha sempre visto bene Rai Uno in versione tradizionale sul canale 9 è necessariamente in grado di ricevere il Mux 1 digitale sulla stessa frequenza e dallo stesso trasmettitore. Chi si trovasse nella condizione di non avere Monte Mario a portata ottica ha un solo modo per ricevere il Mux 1 quando terminerà il periodo straordinario di accensione del mux provvisorio sul canale 25 UHF: installare un’antenna logaritmica, adatta anche alla III banda VHF (o una YAGI per il solo canale 11), in direzione di Monte Cavo.



La seconda difficoltà tecnica potrà derivare dall’uso del canale 40 per il Mux 4, quello che contiene il canale HD. Il canale 40 può essere di difficoltosa ricezione perché si trova in una zona di frequenza detta “di crossover” fra bande, ovvero nella zona in cui - nell’impianto tipico - i segnali provenienti da antenne diverse vengono fra loro miscelati, con possibili perdite di segnale. In questo caso non resta che stare a guardare, anche se chi poteva ben ricevere la storica emittente TVA40, che trasmetteva proprio su quel canale, può stare più tranquillo..

Ancora una volta, stante la situazione a tavolino che conferma le ipotesi fatte mesi addietro, risulta evidente come dovrebbe essere fatto l’impianto ideale per la ricezione televisiva nella Capitale (accettando eventuali duplicazioni di canali TV in lista). Fortunatamente tutte le emissioni sono in polarizzazione orizzontale, quindi le antenne vanno montate nel modo più consueto. Possiamo ipotizzare due tipi di impianto di antenna, uno in grado di ricevere le tutte le frequenze da una sola direzione di trasmissione e l’altro massimamente semplice ma adatto alla ricezione di tutte le frequenze dalle attuali due principali posizioni di trasmissione.



Una sola antenna logaritmica (III+IV+V banda) puntata verso Monte Cavo collegata ad un buon cavo coassiale - scelta obbligata per chi non può ricevere da Monte Mario per motivi orografici o per la presenza di alti palazzi (con i problemi sul Mux 1 che abbiamo visto) - è l'impianto da consigliare per la quasi totalità dei romani che si accontentano di ricevere bene l’offerta attuale Rai e non vogliono installare un impianto “universale” aperto a qualsiasi sviluppo futuro per qualsiasi altra emittente. Per le zone a nord, nord-ovest, sud, sud-est (e in generale per quelle zone in cui Monte Cavo e Monte Mario appaiono più o meno allineati) la sola antenna logaritmica (III+IV+V banda) potrebbe bastare per ricevere da tutte e due le posizioni di trasmissione.

L’impianto appena più sofisticato, ma sempre all’insegna della massima semplicità ed economicità, si basa sull’uso di due antenne logaritmiche (III+IV+V banda), la prima puntata verso Monte Mario e la seconda puntata verso Monte Cavo, accoppiate fra loro con un accoppiatore a larga banda che semplicemente lasci passare tutte le bande ricevute da entrambe le antenne, senza preoccuparsi delle sovrapposizioni (in accordo col paradigma isofrequenziale) ed anche senza amplificatori (a meno che il segnale sia molto debole o debba percorrere molte decine di metri di cavo coassiale) o strani miscelatori.



Monte Cavo (a patto di puntarlo con un’antenna adatta alla ricezione anche della banda VHF) diventa in questo modo il principale punto di emissione per la città: da anni, però, è in atto un’iniziativa politico-tecnica che vorrebbe eliminare le antenne proprio da quella collina così importante per le trasmissioni sulla Capitale, spostando tutte le antenne sui Colli Prenestini, più a est. Come consumatore è indubbio riconoscere che questa iniziativa poteva anche essere (avrebbe dovuto essere) messa in atto prima dello switch-off definitivo perché è potenzialmente dannosa per la fresca messa a punto degli impianti di antenna: chi ha speso o spenderà nei prossimi giorni del denaro per installare una nuova antenna, giustamente puntata verso Monte Cavo, potrebbe doverla nuovamente orientare quando i ripetitori principali saranno da lì traslocati, rischio più significativo per tutte le zone ad est della Capitale a causa della loro posizione molto angolata rispetto alle due direzioni in gioco.



Una particolare attenzione, a giudicare dal numero di richieste di aiuto giunte da quella zona, la merita l’area a sud della Capitale, che si estende fino al litorale Pontino e alla provincia di Latina. Ci sono stati molti problemi in questi mesi, soprattutto dovuti all’impossibilità per la RAI di usare un canale occupato da un’emittente locale e per diverse situazioni di interferenza che hanno limitato la ricezione digitale RAI ad un solo multiplex.



Direttamente dalla voce dell’Ing. Ciccotti, amministratore delegato di Rai Way, abbiamo colto l’attenzione che è rivolta proprio a quella zona. Da martedì 17 novembre sarà “illuminata” digitalmente con i primi tre multiplex Rai, trasmessi da un complesso sistema di ripetitori che si alternano per polarizzazione orizzontale e verticale. Consigliamo di controllare comune per comune direttamente sul sito di Rai Way (nel quale purtroppo manca, per il momento, una mappa grafica della zona) ma possiamo anticipare i punti di trasmissione principali nei ripetitori di Sezze (canale 6 in banda VHF polarizzazione orizzontale, canale 26 e 30 in banda UHF polarizzazione verticale), Velletri (canale 5 VHF in verticale, 26 e30 UHF in orizzontale) ai quali si possono aggiungere quelli di Monte Favone (canale 9 VHF orizzontale, 26 e 30 UHF in orizzontale), insieme a Segni, Fiuggi con la stessa canalizzazione e anche Rocca Massima per il solo Mux 1 sul canale 9 VHF in polarizzazione verticale. Da notare che i canali di emissione dei Mux 2 e 3 sono gli stessi del lobo che irradia Roma, sempre nel rispetto della modalità di trasmissione in isofrequenza, e che per la corretta ricezione in questa zona di solito non basta avere una sola antenna a larga banda puntata verso il ripetitore a portata ottica ma ne occorrono due, una montata orizzontalmente ed una verticalmente oppure un modello di antenna fatto appositamente per la zona specifica. Fa eccezione la ricezione da Monte Favone dal quale si irradia solo in polarizzazione orizzontale.



Le zone montuose della provincia di Rieti sono orograficamente simili a quelle valli piemontesi in cui ci sono state molte polemiche per la mancata digitalizzazione degli impianti più piccoli, quelli gestiti direttamente dalle Comunità Montane ad esempio, ma le difficoltà (burocratiche ed economiche) preconizzate a fine ottobre dal Presidente della Comunità Montana di Salto Cicolano con una lettera al Prefetto, coinvolgendo anche il Corecom Lazio, pare siano superate: anche i comuni di Borgorose, Pescorocchiano, Fiamignano, Petrella Salto, Varco Sabino, Concerviano e Marcetelli potranno ricevere il Mux 1 sia dall’impianto di Pescorocchiano sul canale 5 VHF (in polarizzazione orizzontale) sia dal canale 9 VHF (in polarizzazione verticale) proveniente dall’impianto di Borgorose. Potranno quindi vedere il Tg regionale del Lazio, dissipando i timori delle autorità, e basarsi su Tivù Sat per gli altri canali: a proposito, le carte per l’accesso condizionato di TiVù Sat saranno disponibili dal prossimo anno, anche se non è ben specificato il mese esatto. Come abbiamo intuito, potrebbe bastare un qualunque ricevitore dotato di Common Interface e una CAM adatta anche al digitale terrestre: non abbiamo la certezza della prova sul campo ma i più moderni televisori, che incorporano anche un sintonizzatore digitale per la ricezione da satellite ed uno slot per l’inserimento della CAM, potrebbero consentire di ricevere tutta l’offerta criptata da TiVù SAT senza scatole e scatolette aggiuntive (senza garanzia ufficiale da parte di TiVù).



Infine, rimandando agli articoli già pubblicati per gli approfondimenti relativi, è necessario ricordare che l’impianto di antenna è un sistema complesso, formato da molti elementi tutti importanti allo stesso modo. Anche l’ultima presa a muro o l’ultimo metro di cavo possono rovinare la ricezione, introdurre errori nella decompressione che si traducono in grossi quadrettoni, blocchi dell’immagine, buchi nell’audio. C’è capitato spesso di rispondere a lettori che non avevano la minima idea della costituzione dell’impianto all’interno degli appartamenti (mentre le antenne sul tetto se non altro sono “a vista”). Può capitare che, proprio a causa dell’invisibilità dei cavi che passano nelle tubazioni domestiche, i peggiori danni alla ricezione vengano da giunzioni di cavi coassiali fatte con il nastro isolante da un sedicente elettricista che si spaccia per antennista. E’ molto importante e facile, quindi, controllare il lavoro fatto dal professionista della ricezione: una rete di cavi coassiali installata per trasportare bassissime tensioni ad altissima frequenza (il segnale elettrico che viene dall’antenna) non può essere realizzata giuntando i cavi con il nastro isolante come se fosse un qualunque cavo elettrico che porta la tensione di rete (bassissima frequenza ad alta tensione). Paradossalmente, proprio grazie alla digitalizzazione del segnale, può anche darsi che nella maggioranza dei casi anche un impianto così mal realizzato funzioni lo stesso, perlomeno finché non si presentano concomitanti problemi che rendono di colpo impossibile la ricezione, apparentemente senza spiegazioni.



Le incredibili segnalazioni raccolte in questi mesi, infatti, evidenziano quanto molti impianti funzionino al limite inferiore di accettabilità. Ci sono lamentele relative ai problemi di ricezione alla “prima pioggia” e al primo “calar della sera”. In entrambi i casi si tratta di situazioni che nulla hanno a che fare con la trasmissione, dobbiamo arrenderci all’evidenza dei fatti, di solito la cattiva ricezione dipende da noi. Sì, è vero che esistono varie situazioni di “propagazione” che possono influenzare il livello del segnale in funzione dell’ora del giorno, com’è anche vero che in presenza di forti piogge è possibile rilevare un calo nel livello del segnale ricevuto ma è molto più probabile che nel primo caso si tratti di problemi legati ad interferenze che scoccano proprio al calare della notte e nel secondo caso è probabile che ad essere disturbato non sia il segnale che parte dall’antenna a terra e raggiunge il nostro tetto ma il segnale che rimbalza sul satellite usato come ponte di distribuzione verso i ripetitori a terra.



Esistono poi anche cause meccaniche: il cavo coassiale non è eterno (le prestazioni sono garantite per alcuni anni, non decine di anni) e la guaina esterna, soprattutto nelle zone esposte al sole, si fessura facilmente. In un impianto con cavo prossimo alla maturità abbiamo potuto verificare di persona, seppur con iniziale scetticismo, che è stato possibile per l’acqua penetrare diabolicamente dentro il cavo ed inzupparlo dal tetto fin alla prima derivazione domestica: dopo due giorni di pioggia non c’era bisogno di accendere il computer per “navigare”, bastava la televisione, il cui schermo rimaneva completamente nero pur indicando in basso il nome del “canale Tv”, altro fattore che disorienta il grande pubblico più abituato alla nebbia analogica. Con la televisione digitale, infatti, la “lista canali” memorizzata è svincolata dai “flussi Tv” effettivamente emessi, quindi può accadere di avere l’impressione che uno o più “canali Tv” siano non ricevuti o che ci sia qualche problema quando in realtà sono in elenco ma non effettivamente trasmessi in quel momento, quindi nessun problema, com’è capitato spesso in questi ultimi mesi. Dopo due giorni di sole, però, con l’evaporazione dell’acqua che cortocircuitava la discesa di antenna, tutto tornava come prima.



A dispetto dello slogan “tutto come prima” speriamo che dalla prossima settimana la ricezione e fruizione dell’industria televisiva italiana sia, almeno nel Lazio, radicalmente diversa e rinnovata. Per aiutare i lettori del Messaggero.it saremo in linea per rispondere alle domande e costruire insieme il resto dell’articolo.
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