L'app Gipstech vince il TechCrunch 2013. Kiwi la novità tra le “proximity social network”

L'app Gipstech vince il TechCrunch 2013. Kiwi la novità tra le “proximity social network”
di Federico Rocchi
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Domenica 29 Settembre 2013, 21:06 - Ultimo aggiornamento: 23:38
ROMA - L’appena concluso TechCrunch 2013 al Museo Maxxi di Roma ha espresso il suo verdetto.

La “Startup Competition”, gara fra imprese “startup”, ovvero all’esordio sul mercato e generalmente composte da giovanissimi, è stata vinta da Gipstech, applicazione in “crowdsourcing” (il cui funzionamento migliora con i dati forniti dagli stessi utilizzatori) che permette di calcolare la posizione del dispositivo in ambienti chiusi dove il segnale GPS non può arrivare per definizione. Il confronto fra le app per dispositivi mobili, e soprattutto fra i modelli di business associati, è stato duro: otto finalisti scelti tra oltre 200 candidature si sono contesi il premio da 50mila euro, 10mila in contanti e 40mila in visibilità mediatica sui siti Populis, che Matteo Faggin, Gaetano D'Aquila e Giuseppe Fedele ideatori di Gipstech potranno usare per costituire la loro impresa, immaginata dall’interno dell’Università della Calabria.



La vittoria di Gipstech non stupisce, la geolocalizzazione è l’argomento caldo del momento grazie alla disponibilità di dispositivi mobili che integrano tutto quello che serve. Combinando le API (procedure base uguali per tutti fornite dal produttore del sistema operativo) per accedere all’hardware come il GPS, il wi-fi e la ricetrasmittente cellulare, si possono inventare servizi sempre nuovi che hanno bisogno di essere incastonati in un definito progetto di business profittevole, che giustifichi l’interesse degli investitori come i molti presenti a TechCrunch.



Ad esempio, pur non essendo risultata vincitrice, la tecnologia di “proximity social network” di Kiwi per gestire comunità e comunicazione in funzione del luogo ha un chiarissimo modello di business. Non nascono per fare concorrenza a Facebook ma piuttosto per integrarsi in un ecosistema più generale in cui Kiwi è specializzata nella personalizzazione dell’applicazione. Di software che avvisano di amici nelle vicinanze oppure capaci di aggregare messaggi da una determinata zona sul display dello stadio, infatti, ce ne sono molti ma Kiwi può realizzare una versione specifica della sua app soddisfacendo le esigenze della singola azienda o associazione. Da questa personalizzazione viene il ritorno economico dell’impresa, nulla è chiesto al pubblico per scaricare e usare l’app ed entrare nel gioco sociale e telematico.



Il successo e l’importanza di iniziative come TechCrunch sono evidenti, così come la distanza con il mondo reale della burocrazia e della legge italiana. E’ la stessa vulcanica Giulia Cian Seren di Kiwi a raccontarci le difficoltà incontrate per arrivare a Roma. Per il fisco italiano uno sviluppatore di software equivale ad un artigiano della ceramica o del legno e le categorie merceologiche sono un ginepraio di cui si stenta a riconoscere l’utilità. Difficile non essere d’accordo e sorprende che la politica, pur presente nelle sale del Maxxi per TechCrunch, non sappia lanciare un cambiamento rapido e a costo zero come i tempi imporrebbero.
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