Ricezione digitale terrestre, 16 giugno switch-over Lazio

Ricezione digitale terrestre, 16 giugno switch-over Lazio
di Federico Rocchi
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Giovedì 4 Giugno 2009, 22:58

ROMA (4 giugno) - Una manciata di giorni separa la Capitale e zone limitrofe - impossibili da racchiudere in una zona geograficamente definita nonostante si dica che l’operazione riguardi il “Lazio meno Viterbo” - dall’ingresso nella fase detta di “switch-over” digitale terrestre e il Messaggero è pronto per aiutare i suoi lettori nella transizione da un telecomando all’altro.

Dal 16 giugno le frequenze di trasmissione analogica di Rai Due e Retequattro saranno utilizzate per la trasmissione digitale e le molte novità all’orizzonte devono necessariamente confrontarsi con l’esperienza appena trascorsa nella zona del Piemonte Occidentale. Bisogna prendere atto che il rinnovamento tecnico del sistema televisivo, che sta contagiando anche gli assetti politico-economici, parte con l’handicap: il minimo problema, spesso attribuibile al singolo impianto di antenna o al singolo ricevitore, finisce col diventare un problema “di sistema”, amplificato dalla velocità e facilità con cui l’informazione oggi circola per vie telematiche. Per limitare al minimo le difficoltà abbiamo pensato, dunque, di fare il punto sulla ricezione in questa zona molto vasta e particolare, che parte dalla fascia dei Monti Sabini e Monti Sabatini a nord della Capitale per terminare verso sud fino al Golfo di Terracina, 158 comuni, oltre 4 milioni di persone.

Obiettivo stessa ricezione per tutti. Grazie alle parole di Stefano Ciccotti, amministratore delegato di Rai Way ascoltato nella conferenza stampa dell’ultimo 18 maggio, possiamo avere un chiaro quadro dello switch-over laziale per quanto riguarda RAI. Come ampiamente detto (forse non abbastanza) non esiste un problema di copertura legato alla tecnologia digitale: laddove arrivava il segnale analogico arriverà, naturalmente, quello digitale. Il problema che abbiamo avuto sino ad oggi, in particolare nella regione di Roma, è semmai la coesistenza dei due sistemi che ha impedito di avere a disposizione frequenze libere per accendere tutti i multiplex da tutti i punti di trasmissione. E’ questa la condizione chiaramente più vantaggiosa per assicurare a tutti la stessa possibilità di ricezione, soluzione raggiungibile solo con la messa a regime delle reti SFN (a singola frequenza su tutto il territorio nazionale) alla data dello switch-off definitivo, per il Lazio previsto nel prossimo mese di novembre. Fino ad oggi, invece, è stato necessario scegliere quale multiplex trasmettere e da quale punto, impedendo di avere la stessa copertura per i due multiplex RAI MUX A e MUX B.

Sono tre i punti di trasmissione tv che da soli coprono tutte le zone interessate dallo switch-over: il trasmettitore di Monte Mario (ricevibile addirittura anche in Sardegna) posizionato praticamente dentro la città, quello di Monte Cavo a sud-est della Capitale e quello di Velletri, alle spalle del lago di Nemi, che illumina la zona a sud dei Castelli Romani fino al litorale della provincia di Latina.

Per la zona di Roma e dintorni la scelta fatta oramai cinque anni addietro è stata quella di trasmettere il MUX A (Rai Uno, Due, Tre e 4) da M. Cavo, sul canale 49 della banda UHF, ed il MUX B (Rai News 24, Rai Storia, Rai Gulp, Rai Sport Più) sul canale E della banda VHF. Per ricevere l’intera offerta RAI, quindi, servivano due antenne, una puntata verso M. Mario e un’altra verso M. Cavo, situazione che ha reso difficile la ricezione di uno dei due mux digitali in quelle zone senza “portata ottica” con i due punti di trasmissione. Non si tratta di eccezioni trascurabili, tutta la zona a nord-ovest della Capitale, ad esempio, ben difficilmente può puntare antenne verso M. Cavo, perdendo proprio la ricezione corretta del MUX A, se vogliamo il più importante. Si è verificata, così, la sorprendente situazione di ricezione impossibile in zone tutto sommato limitrofe, nella stessa città, provocando le proteste degli utenti poco appassionati alle questioni tecniche.

Il riordino dei punti di trasmissione, possibile grazie alla liberazione delle frequenze di Rai Due, consentirà di superare questa limitazione fino al novembre prossimo in cui il problema sarà risolto definitivamente, con un nuovo necessario cambiamento di tutte le frequenze di trasmissione, potendo tra l’altro anche avere ulteriore spazio per lanciare nuovi multiplex, portatori di nuovi canali TV. La RAI avrà a disposizione anche le frequenze di Rai Uno e Rai Tre per costruire (finalmente) quattro reti SFN (a singola frequenza) in banda UHF più una rete MFN (a multi frequenza) in banda VHF che punta alla copertura del 99,9 % della popolazione, per un totale di cinque multiplex. In preparazione dell’accensione definitiva di novembre, però, RAI ha scelto per l’immediato di massimizzare la distribuzione del segnale proprio per spegnere le polemiche circa la mancata o difficoltosa ricezione del Servizio Pubblico.

Dal 16 giugno sarà difficile non ricevere i due multiplex RAI perché entrambi saranno trasmessi sia da M. Mario sia da M. Cavo, ripristinando in sostanza la stessa situazione di trasmissione che per decenni ha garantito la ricezione analogica. In particolare, le frequenze analogiche di Rai Due - il canale 28 in quarta banda UHF da M. Mario e il canale 35 in quinta banda UHF da M. Cavo - ospiteranno dal 16 giugno il MUX A (che trasporta Rai Uno, Due, Tre, 4) fino a quel momento trasmesso solo da M. Cavo sul canale 49 in quinta banda UHF. Il canale 49, invece, passa al MUX B, che mantiene anche la trasmissione da M. Mario sul canale 6 in banda VHF. Questo scambio di canale fra i due multiplex RAI (oltre agli aggiustamenti Mediaset e delle emittenti private) e la contestuale “ricanalizzazione” della III banda VHF rende necessaria la risintonizzazione dei ricevitori, normalmente gestita in automatico nei modelli più recenti.

La nuova divisione dello spettro in banda III merita un piccolo approfondimento: comporta una nuova segmentazione (in canali da 7 MHz ciascuno) dello spettro elettromagnetico che va dai 174 MHZ ai 230 MHz (quindi si tratta di 56 MHz).

Una semplice divisione rende evidente che sono otto i canali ottenuti secondo questa segmentazione, che comporta anche l’abbandono della denominazione in lettere (D, E, F, G, H, H1, H2) per passare alla denominazione in cifre (da 5 a 12). E’ programmata per il 30 giugno ma sarà anticipata al 16 giugno nella zona del Lazio in cui è particolarmente importante perché il trasmettitore VHF di M. Mario, fino ad oggi usato per l’emissione analogica di RaiUno sul canale G e digitale del MUX B sul canale E, è un punto di riferimento (anche storico) per la televisione italiana: dalla mattina del 16 giugno l’emissione digitale RAI da M. Mario passerà dai 186 MHz del vecchio canale E ai 184.5 MHz, al centro del nuovo canale 6. Oltre all’allineamento con il resto d’Europa, che risolve problemi di convivenza nelle zone di confine con sovrapposizione elettromagnetica, l’operazione porterà vantaggi immediati in tutto il Paese. Innanzitutto si guadagna un canale (nella vecchia segmentazione analogica erano sette) già assegnato all’emittente Centro Europa 7 che potrà quindi trasmettere su tutto il territorio nazionale, inoltre saranno istantaneamente ben funzionanti quei ricevitori, probabilmente i più economici, che hanno avuto problemi nella sintonizzazione delle frequenze in VHF essendo mancanti nell’implementazione delle specifiche italiane nel software di gestione.

Infine, com’è possibile notare, a differenza di Torino dove RAI disponeva di un’ulteriore frequenza libera sul territorio, non è per il momento prevista su Roma e provincia la trasmissione di un multiplex dedicato ai programmi in alta definizione. L’alta definizione su digitale terrestre arriverà definitivamente nella Capitale soltanto allo switch-off di novembre con un multiplex dedicato chiamato “MUX 5”, insieme ad altre novità alle quali dedicheremo un approfondimento.

L'impianto d’antenna vincente. Le problematiche di ricezione televisiva digitale, alle quali abbiamo già dedicato un articolo qui, rimangono naturalmente valide anche nella ricezione TV di Roma e provincie limitrofe. La complicazione introdotta dall'unione di più antenne, con l'uso di un miscelatore oppure con un amplificatore multi - ingresso, ha sempre influenzato la ricezione analogica in questa zona. Nel caso della ricezione digitale alcuni “svantaggi analogici”, in genere derivanti dalla ricezione della stessa frequenza con due antenne “parallele”, vengono “magicamente” tramutati in opportunità: "riflessioni" o "ricezioni multiple", che nel mondo analogico sono visibilmente dannose, nel mondo digitale potrebbero addirittura essere un vantaggio, cioè potrebbero avere come conseguenza un segnale più forte. Non è vero, come spesso si sente dire, che un impianto di antenna pensato per il digitale è molto più sensibile a imperfezioni e complicazioni rispetto ad un impianto per la ricezione analogica. Semmai è vero il contrario, è la televisione analogica ad aver bisogno di un impianto eccellente a partire dall'antenna e a finire all'ultima presa e tutto il progetto deve essere accuratamente disegnato a tavolino. Anche gli impianti centralizzati, come ampiamente descritto nell’articolo dedicato alla ricezione, possono essere semplificati rendendoli “a larga banda”, eliminando le eventuali “canalizzazioni”.

La conseguenza di questo switch-over, come abbiamo detto, sarà certamente positiva per quegli spettatori che fino ad oggi non hanno controllato il loro impianto di antenna, magari rimasto fermo agli anni ‘70. Dalla mattina del 16 giugno potranno molto probabilmente vedere tutto quello che non vedevano il giorno prima. Volendo però riprogettare il proprio impianto di antenna ci sentiamo di consigliare un impianto che guardi allo switch-off di novembre, cioè un impianto che garantisca la ricezione di tutte le bande da tutti i siti. Per la zona di Roma si tratta ovviamente di M. Cavo e M. Mario (da lì RAI offrirà allo switch-off il suo multiplex principale in banda VHF, con Rai Uno, Rai Due e Rai Tre) verso i quali occorre puntare due antenne a larga banda del tipo “logaritmica”, capaci di ricevere sia in banda VHF (banda III, frequenze da 174 a 230 MHz secondo la nuova canalizzazione) che UHF (bande IV e V, frequenze da 474 a 858 MHz) per avere la certezza di poter ricevere qualsiasi frequenza dalle due postazioni. Le due antenne logaritmiche, montate orizzontalmente e parallele alla terra (non devono puntare verso il basso o verso il cielo) potrebbero essere unite addirittura con un semplice accoppiatore a larga banda o con un amplificatore a due ingressi, sempre a larga banda: la ricezione analogica ne soffrirebbe, con immagini multiple poco gradevoli, ma optando per la ricezione completamente digitale il problema non si pone.

Anche nel caso in cui dovesse in futuro essere realizzato lo smantellamento dei trasmettitori di Monte Mario e il trasferimento di quelli di Monte Cavo, un impianto con doppia antenna a larga banda potrà facilmente essere riorientato a costo zero. Da anni si discute circa lo spegnimento dei ripetitori di Monte Cavo per motivi di presunto “inquinamento elettromagnetico” e del trasferimento di tutti gli impianti in una zona più a nord, sui Monti Prenestini. Per le antenne riceventi si tratta di uno spostamento angolare anche rilevante, a seconda della zona di installazione: considerando il centro di Roma sarà come passare da un puntamento verso le “ore cinque”, immaginando un quadrante di orologio… analogico, ad un puntamento verso le “ore tre”. In questo momento, però, i siti di trasmissione rimangono quelli e la potenza elettromagnetica emessa dai ripetitori digitali è per definizione inferiore rispetto alla tradizione analogica. Puntare verso M. Cavo non è difficile, per la gran parte del territorio è a portata ottica, basta una chiara giornata di sole per vedere la più alta cima a sud-est oppure chi percorre nella Capitale una strada importante come Viale Regina Margherita può alzare lo sguardo ed avere la certezza di inquadrare perfettamente la vetta di Monte Cavo.

Per maggiori informazioni sulla ricezione e sulle frequenze accese e spente è possibile consultare il sito di RAIWAY. Innanzitutto si può controllare la mappa con le aree coperte dal segnale digitale qui, oppure accedere direttamente alla pagina dedicata alla ricezione a Roma, raggiungibile qui oppure chiamare il Call Center Tecnico di Rai Way al Numero Verde 800 111 555 attivo tutti i giorni dalle 8.00 alle 23.00; oppure lo 800 022 000 messo a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico Dipartimento per le Comunicazioni, attivo dal lunedì al sabato (esclusi i festivi), dalle 8.00 alle 20.00. Mediaset, dal canto suo, mette a disposizione questa pagina web per fornire le informazioni relative alla sua copertura ed è da segnalare una comoda iniziativa che prevede la possibilità di usufruire della convenzione stipulata con gli antennisti di Eurosatellite per effettuare un “check-up” dell'impianto di antenna al costo di soli 12 Euro (IVA inclusa).

Anche per il Lazio sono previsti incentivi all’acquisto dei ricevitori digitali di tipo “interattivo”. Per usufruire del contributo, consistente in uno sconto di 50 euro, bisogna soddisfare i seguenti requisiti: residenza in uno dei comuni coinvolti nello switch-over del 16 giugno 2009; età uguale o superiore ai 65 anni (compiuti o da compiersi entro il 31/12/2009); reddito uguale o inferiore ai 10.000 euro (riferito alla dichiarazione dei redditi per l’anno 2007); prova dell’effettivo pagamento del canone televisivo dell’anno in corso, oltre a non aver già in passato usufruito di precedenti contributi all’acquisto. Al momento dell’acquisto bisogna presentare un documento di identità, il proprio codice fiscale e la ricevuta di pagamento del canone.