Lovby, dalla pubblicità agli influencer: il marketing cambia pelle

Lovby, dalla pubblicità agli influencer: il marketing cambia pelle
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Lunedì 18 Luglio 2016, 00:53
Quello che un tempo si chiamava semplicemente passaparola, oggi, con l’avvento dei social network e la proliferazione di blogger e YouTuber, ha preso il nome di Influence Marketing, la nuova disciplina del digital marketing che mette in contatto le aziende con le persone in grado di esercitare una forte influenza su scelte, opinioni e decisioni di acquisto.

Un fenomeno che si sta facendo strada, già da alcuni anni, anche in Italia. Oggi sono molte le aziende consapevoli che non esista forma di comunicazione più potente della raccomandazione di un amico e che scelgono di promuovere prodotti e servizi attraverso i canali online di persone particolarmente influenti.

In questo scenario, nasce LovBy, una nuova piattaforma made in Italy di influence marketing che ha captato questa tendenza, cogliendone l’aspetto chiave: online non si acquista più il prodotto meglio pubblicizzato ma quello che ha ricevuto il maggior numero di valutazioni positive da parte degli utenti.

LovBy connette le aziende con una nuova categoria di influencer: i Brand Lover, ovvero persone comuni, clienti o affezionati del marchio, che nel quotidiano influenzano le scelte dei loro amici, colleghi, conoscenti, e che vengono ingaggiati dalle aziende, attraverso la piattaforma, diventando così ambasciatori del loro brand.

Come funziona? Tutte le persone che entrano nella piattaforma e si iscrivono con uno o più profili social diventano influencer e potenziali Brand Lover. Tuttavia, ognuno avrà uno score di influenza diverso in funzione della propria attività social. Un algoritmo proprietario esaminerà i profili dell’utente (Facebook, Instagram, Google +, Twitter etc.) misurando amici, contatti, follower, like, condivisioni, visualizzazioni, la frequenza di utilizzo e l’interazione che è in grado di generare all’interno di più network.

Il social rank valuta non solo il reach ma soprattutto la risonanza dell’utente. Più le sue interazioni generano consenso, più lo score sarà alto e maggiore sarà la valorizzazione della sua attività. In base allo score, gli influencer su LovBy vengono classificati in “Top”, “Master”, “Senior” e “Start”.

L’azienda crea e propone un Lovby ossia una missione che desidera far compiere al Brand Lover, che può essere social (su Facebook, Twitter, YouTube etc.), dalla condivisione di un post alla partecipazione a un evento, e non social, dalla prova di un prodotto a un acquisto a condizioni privilegiate, e stabilisce quanto remunerare l’attività del Brand Lover per ogni Lovby eseguito e andato a buon fine.

Il Brand Lover, a sua volta, sceglie a quali Lovby aderire in base al livello di gradimento del brand o a quanto è coinvolto in quella missione; a ciascun Lovby corrispondono dei Lovies, ovvero dei punti che l’utente guadagna per ogni missione sviluppata e che può convertire in moltissimi premi, riscattabili, in ogni istante, nella “Boutique Premi” sulla piattaforma.

Sarà l’azienda a stabilire quanto premiare il Brand Lover per ogni Lovby e il budget che vuole spendere, dal quale verrà detratto solo il costo delle missioni verificate, fino al suo esaurimento. L’azienda paga solo l’azione diretta e non quella virale scatenata dalla missione.

Del budget definito dall’azienda, LovBy deciderà di convertirne una parte in Lovies e la restante corrisponderà al proprio margine di profitto, che aumenterà o diminuirà in base al livello di successo della missione.

LovBy punta sull’utente medio di Internet, che ha così modo di essere trattato dal brand che ama come una “celebrità”. Chi ama un marchio infatti condivide quello che ama e instaura con i brand un rapporto stabile e duraturo, distante dalle strategie tradizionali del marketing basate sulla “caccia alla preda”. Le aziende d'altra parte possono ricavare diversi vantaggi da questa nuova tecnica di marketing, visto che un commento, una recensione e una valutazione positiva da parte dei "Brand Lover" hanno un valore superiore rispetto a strumenti di pubblicità tradizionali e sponsorizzazioni.
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