Internet, la rivoluzione arriva in "nuvola":
per il pc di casa programmi tutti on line

Internet, la rivoluzione arriva in "nuvola": per il pc di casa programmi tutti on line
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Domenica 28 Giugno 2009, 18:35 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 17:19
ROMA (28 giugno) - Ci potrebbero volere solo cinque anni perch l'80% delle operazioni al computer non si facciano pi servendosi dei software installati nel pc di casa ma attraverso il “cloud computing”, una nuvola di risorse informatiche, applicazioni, programmi di calcolo e scrittura, di immagazzinamento dati e molto altro, che sarà disponibile online, fornita da provider di vario tipo.



A delineare sulla rivista Science gli scenari futuri di Internet è Michael Nelson della Georgetown University di Washington DC. Secondo Nelson, il futuro di Internet è appunto un nuovo modo di usare il pc sfruttando i programmi installati sui server di Internet, con modalità analoga alla gestione attuale dei contenuti on line.



Così banalmente, invece di usare Word per scrivere, ci si potrà collegare a Internet e usare la sua versione online ed anche salvare i documenti su un hard disk virtuale. Un esempio già in uso sono le applicazioni offerte da Google agli utenti Gmail, agenda, programmi di visualizzazione delle foto, software di scrittura e molto altro. «Il Cloud computing ha raggiunto attualmente un grado di evoluzione pari a quello raggiunto da Internet nel 1993 - spiega Nelson - gli standard di base sono decisi, le prime applicazioni commerciali stanno prendendo piede, restano preoccupazioni sul versante della sicurezza e non è chiaro quanto questa nuova tecnologia spopolerà. Ma tutto si deciderà nel giro di due-tre anni».



Gli scenari possibili per il destino della “nuvola” sono essenzialmente tre: si potrebbero formare tante “nubi” separate tra loro, ciascuna fornita da diversi provider, che non si interfacciano tra loro e che forniscono servizi diversi che non si possono interconnettere l'un l'altro, spesso a pagamento. Oppure, proseguire nella metafora, un “cielo nebbioso”, con più nuvole che possono condividere dati ma non applicazioni, queste ultime gestite da diversi provider proprietari che decidono ciascuno indipendentemente.



Ma lo scenario più entusiasmante è quello di un'unica grossa nuvola che si allarghi a dismisura mettendo tutto a disposizione di tutti, permettendo agli utenti di librarsi senza limiti in un “cielo sereno”, un'unica grossa 'nuvola apertà con livello di connessione tra utenti e gestori massimo. «La nuvola - spiega Nelson - sarà, come Internet, una rete di reti fatta di oltre 100 mila sottosistemi gestiti da diverse compagnie e organizzazioni . Questo scenario massimizzerebbe la collaborazione, permettendo agli utenti di assemblare software e dati nei servizi che incontrano i loro particolari interessi e bisogni».



Numerose organizzazioni compagnie hanno già abbracciato la 'nuvola apertà, incluso il Forum Open Grid, l'Open Science Grid, che è un consorzio universitario guidato da Google e IBM, e quasi 200 tra compagnie e organizzazioni hanno approvato un «Manifesto dell'Open Cloud». «Possibili oppositori alla nuvola aperta sono i governi che vogliono censurare l'informazione che i propri cittadini possono ottenere online - conclude Nelson - ma anche i protocolli di sicurezza per lo scambio di dati col copyright che, se gestiti male, possono limitare l'espansione di questa nuvola di infinite opportunità».