In arrivo gli emoticon di Seinfeld per gli over 40 nostalgici degli anni Novanta

In arrivo gli emoticon di Seinfeld per gli over 40 nostalgici degli anni Novanta
di Giulia Aubry
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Giovedì 10 Luglio 2014, 18:32 - Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 16:34
Ossessione da emoticon. quella che sembra aver colpito milioni di persone – soprattutto se munite di smartphone – in tutto il mondo. E luglio, complice anche il periodo estivo considerato tradizionalmente “più leggero”, sembra il mese in cui l’emoji mania – nome derivato dall’ideogramma giapponese che unisce i termini immagine e lettera – sembra davvero colpire un po’ tutti.



Dapprima l’annuncio del lancio di oltre 250 emoticon – tra cui il “famigerato” dito medio, ma anche l’uomo che levita e il saluto del Dr. Spock di Star Trek -, poi il lancio della piattaforma emoji, una chat (qualcuno la definisce un vero e proprio social media) in cui le parole sono completamente sostituite da faccine e simboli vari.



Ma l’ondata di novità non è destinata a esaurirsi. Se i maggiori “consumatori” di emoticon sembrano essere gli adolescenti (che in un gioco “perverso” di rimandi e whatsapp hanno coinvolto anche i loro genitori), qualcuno deve aver pensato che ci fosse bisogno di qualcosa di riconoscibile – a livello comunicativo e affettivo – anche per coloro che da tempo sono usciti dalla fase della pubertà. È nata così un app – a breve disponibile gratuitamente per gli Iphone – che ha trasformato in immagini i personaggi e le situazioni di Seinfeld.



A chi ha oggi meno di 40 anni probabilmente questo nome dirà ben poco. Ma per chi è stato ventenne, o giù di lì, negli anni ’90, Seinfeld è una delle prime storiche situation comedy statunitensi, di grande successo anche in Italia grazie a Italia 1 che lo trasmise dal 1991 al 1999.



Vincitrice di 10 Emmy Award e 3 Golden Globe (gli oscar delle serie televisive), Seinfeld racconta le vicende di un gruppo di single sui 30 e qualcosa anni senza radici, sopra le righe e con una visione del mondo assolutamente originale. Un vero e proprio telefilm cult, il primo del suo genere a rompere con gli schemi delle serie TV tradizionali, a essere definito post-moderno e paragonato alla tradizione dei Monthy Pyton.



Gli amanti del genere, oggi quarantenni e cinquantenni non sempre così avvezzi o appassionati all’utilizzo degli emoji, sono già in fibrillazione, soprattutto negli Stati Uniti. Dopo che molti studi scientifici hanno dimostrato che, al di là dell’utilizzo dissennato, le faccine facilitano davvero la comunicazione mediata e riescono a smuovere sentimenti al pari delle espressioni facciali nel contatto diretto, sarà interessante capire se i personaggi di Seinfeld - caratterizzati da manie, egoismo, egocentrismo e dalla regola di base “niente abbracci, niente insegnamenti” - saranno capaci, a distanza di oltre venti anni e con uno strumento che a loro sarebbe stato ben poco congeniale, di rinverdire i fasti di allora coinvolgendo il pubblico e distinguendolo dagli altri emoji più o meno indifferenziati.



E chissà che dopo Seinfeld a qualcuno non venga in mente di trasformare in emoji altre serie di successo, magari non solo statunitensi. Forse l’emoticon di Don Matteo convertirebbe anche le nonne all’utilizzo di smartphone ed sms.