Ragazze, droga e sicari da assoldare: tutti gli affari sporchi del Dark Web

(Foto Ansa)
di Andrea Andrei
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Domenica 6 Agosto 2017, 21:19 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 22:59
La foto di una ragazza nuda e legata. Sopra, una lista di caratteristiche: nome, età, razza, misure, peso, provenienza geografica e Paese in cui è stata rapita. Sotto, una cifra in dollari o in Bitcoin, la moneta virtuale non tracciabile, di solito fra i 100 mila e i 150 mila dollari. La tratta degli esseri umani sul Web, anzi sul Dark Web, ha l'aspetto di un'inserzione su un sito di e-commerce.

O almeno questo è ciò che i criminali vorrebbero far credere. Fonti della polizia postale sostengono infatti che non ci sono prove certe dell'esistenza di un mercato di esseri umani online. Spesso si tratta di scam, semplici truffe: chi contatta gli autori dell'inserzione, ad esempio il fantomatico Black Death (un gruppo criminale che opererebbe sul dark Web in vari campi, dal commercio delle armi e della droga agli omicidi su commissione, ma la cui effettiva attività non è mai stata provata), normalmente riceve una richiesta di denaro. E c'è anche chi ha pagato ed è caduto nella trappola, fin troppo facile da smascherare per chi frequenta un luogo virtuale insidioso come il Dark Web. Cosa diversa però è se quell'inserzione viene utilizzata per ricattare qualcuno e magari chiedere il riscatto per un rapimento (come ha fatto il polacco arrestato a Milano per aver sequestrato una modella ventenne) a chi il Dark Web non lo conosce.

Qualcuno lo chiama il lato oscuro del Web, altri il Web parallelo. Esiste infatti un altro Internet rispetto a quello in cui navighiamo tutti i giorni con semplicità, nascosto ma non meno vasto: il Dark Web, appunto. È un po' come per Roma: nel sottosuolo c'è un'altra città, grande come quella su cui noi tutti camminiamo, se non di più. Il nostro Internet non è che la punta di un iceberg immenso e oscuro, che può essere un rifugio per chi vuole comunicare senza essere spiato.

LA RETE
«È un grande insieme di siti e servizi ai quali è impossibile accedere dai comuni motori di ricerca - spiega Riccardo Meggiato, esperto di sicurezza e autore del libro Il lato oscuro della Rete (ed. Apogeo) - e in cui ci si può muovere in totale anonimato». Molti lo utilizzano per sfuggire alla censura o per opporsi ai giganti del Web, accusati di raccogliere e sfruttare i dati degli utenti. Ma di questo strumento esistono utilizzi molto meno giustificabili. Il dark Web si potrebbe definire infatti come una terra di nessuno virtuale, in cui infrangere la legge è molto più sicuro e in cui, come ricorda Meggiato, «spesso i nuovi utenti sono vittime di quelli più esperti». Non è difficile imbattersi in ogni genere di mercato illegale: dalla droga alle armi, passando per documenti falsi e pedopornografia. Il tutto, tramite siti simili ai più comuni servizi di e-commerce. Addirittura, ne esistono alcuni in cui è possibile assoldare dei killer. E se sulla tratta di esseri umani non ci sono prove, «c'è stata invece qualche evidenza sul traffico di organi», racconta Meggiato.

IL SOFTWARE
Per entrare nel mondo del dark Web è necessario scaricare un programma come Tor o Freenet (quest'ultimo è il più utilizzato dalle grandi organizzazioni criminali), insieme a un browser molto simile a quelli con cui navighiamo tutti i giorni. La differenza è che qui i siti non hanno nomi comuni, ma sono insiemi di lettere e numeri, e spesso possono cambiare indirizzo per rendersi meno rintracciabili. Anche nel dark Web ci sono social network e siti di informazione. Solo che qui riuscire a capire chi lo utilizza e bloccarlo è complicato, come sottolinea Sergey Lozhkin, Senior Security Researcher at GReAT di Kaspersky Lab: «Intercettare utenti nel Dark Web richiede ingenti risorse». Tanto che anche l'intelligence può fallire: «In teoria è possibile risalire a chi usa il Dark Web - spiega ancora Lozhkin - ma è difficile a causa del livello alto di anonimato fornito dalla rete Tor». Il che lo rende appetibile anche per i terroristi. L'unica nota positiva è che ad utilizzarlo sono in pochi (ad esempio a Roma, statisticamente, meno di 600 persone).
Non bisogna dimenticare però che anche il Clear Web, cioè la Rete tradizionale, offre diversi modi per rendere difficile il lavoro degli investigatori. Un esempio? I terroristi islamici che comunicano spesso con Telegram, la diffusissima chat che permette di distruggere le proprie conversazioni. «Certi criminali fanno cose semplici in maniera difficile - conclude Meggiato - Già il fatto di creare una rete di falsi profili ma di usare normali chat può essere un metodo efficace per non essere scoperti».

andrea.andrei@ilmessaggero.it
Twitter: @andreaandrei_

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