Appariva uno strano messaggio che informava: “una o più cartucce risultano essere mancanti o danneggiate. Sostituire le cartucce per riprendere la stampa”. Comunicazione impossibile da decifrare perché in realtà all’interno delle macchine c’era tutto il necessario, e al suo posto. La verità era che si bloccavano per un motivo semplicissimo, ma non evidente ai consumatori che non ne conoscevano l’esistenza: la presenza di un Drm, vale a dire un sistema di Digital Right Management in grado di riconoscere una cartuccia non originale. Una volta “beccata” l’intrusa non le permettevano l’accesso e quindi veniva dato lo stop alla stampante.
L’azienda in un primo momento aveva dato la colpa a un aggiornamento firmware errato. Ma la scusa non ha retto molto e la società ha dovuto ammettere di aver attuato il blocco volontariamente giustificando con la lotta ai prodotti contraffatti l’azione ai danni dei consumatori. Che hanno risposto in massa protestando in maniera assai vigorosa attraverso la Electronic Frontier Foundation, americana che con una petizione firmata da migliaia di cittadini infuriati ha ottenuto il dietro front dell’Hp. E la garanzia che in tempi brevissimi ci sarà un un nuovo aggiornamento. Ma questa volta reale, per rimuovere la cosiddetta “funzionalità di sicurezza dinamica”. Che impediva l’utilizzo delle cartucce low cost.