Apple dice addio agli iPhone (forse)

Apple dice addio agli iPhone (forse)
di Francesco Malfetano
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Lunedì 4 Giugno 2018, 21:30
Apple non vuole più vendere gli iPhone. O almeno potrebbe non essere più la sua priorità. Il nuovo corso potrebbe iniziare questa sera alla conferenza degli sviluppatori a San José in California. Stavolta non ci saranno nuovi iPhone o iMac ma solo software e servizi: tra questi anche una funzione che aiuti gli utenti a comprendere se fanno un utilizzo malsano del proprio smartphone. Potrebbe sembrare controproducente per l'azienda fondata da Steve Jobs, in realtà è una mossa strategica che punta a spingere i suoi clienti a non legarsi al singolo dispositivo ma ad utilizzare un numero sempre maggiore di device.

IL MERCATO
Quella dell'integrazione e dei servizi connessi sta diventando la fetta di mercato più importante: applicazioni come App Store, Apple Music e Apple Pay ora valgono 9 miliardi di dollari, 2 in più rispetto allo scorso anno. L'obiettivo di Apple e delle altre aziende di big tech come Google e Amazon, è offrire servizi iper-personalizzati e più attrattivi non vincolati allo smartphone. Secondo un recente studio di Abi Research l'industria della telefonia mobile ha raggiunto il suo apice e ora, grazie alla trasformazione digitale, spingerà verso soluzioni diverse. Un'era post-smartphone i cui i leader saranno - sempre secondo il report - Google e Amazon, grazie al loro approccio più indirizzato verso l'offerta di esperienze per gli acquirenti. Da qui la scelta di Apple di raddrizzare la rotta, e puntare sull'integrazione di voce, gesti, intelligenza artificiale, realtà aumentata e virtuale.

Aderire a un ecosistema di un'azienda tecnologica sembra la scelta più conveniente, così si cerca di avere smartphone, computer, tv, orologi dello stesso brand, sfruttandone anche i servizi di cloud, riproduzione musicale o video e assistente vocale. La comodità della sincronizzazione dei dati spinge i consumatori a regalare un profilo a 360 gradi alle aziende. Precursore della rivoluzione è stato il Kindle di Amazon che, venduto a un costo relativamente accessibile, obbliga il cliente a comprare gli ebook solo sul negozio virtuale di Jeff Bezos.

L'assistente vocale Google Home ti spinge a porgli domande che generano traffico sui server (suoi) del motore di ricerca, ed ecco in un colpo solo profilazione e pubblicità per Mountain View. Proprio quella dei dispositivi che fanno da assistenti virtuali - il già citato Google Home, ma anche Echo di Amazon e HomePod della Apple - è la nuova frontiera degli ecosistemi. Sono il principale cavallo di Troia per spingere i consumatori a fidelizzarsi. «Aziende come Amazon, Google e Apple ritengono che questi dispositivi siano la chiave per portare i consumatori nel loro ecosistema». A dirlo in una recente intervista è Werner Goertz, direttore della ricerca di Gartner, uno dei centri di studio più importanti degli Stati Uniti dedicati alle nuove tecnologie. «L'obiettivo finale delle imprese è quello di diffondersi tra le abitudini degli utenti - ha continuato Goertz - Amazon ti spinge ad acquistare cose; Google invece guadagna attraverso le ricerche sul web e con gli annunci, quindi è interessato agli occhi degli utenti; Apple vuole farti acquistare iPhone e HomePod e soprattutto vuole che ascolti la musica sul suo servizio streaming: utilizzano tutti gli stessi strumenti per raggiungere scopi diversi».

LE TELECAMERE
Il primo passo, quindi, è dare ai potenziali clienti un motivo per pensare di entrare in uno di questi universi tech e il modo migliore per farlo ora è puntare sulla smart home: un assistente vocale potrà non sembrare un acquisto indispensabile ora, ma lo diventerà se acquistato per controllare serrature intelligenti, termostati e telecamere di sicurezza. Tuttavia al momento nessuno dei colossi di big tech offre un'esperienza davvero completa. Apple ad esempio, continua a non produrre delle vere e proprie TV. In Italia Google fatica a vendere i suoi dispostivi. I servizi integrati di Amazon sono diffusi solo negli Stati Uniti. L'utente medio viene quindi attratto in una ragnatela di servizi personalizzati - più o meno precisi e più o meno efficienti - che al momento devono ancora sviluppare molti dei vantaggi che promettono.
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