In pratica, il progetto punta ad accelerare ulteriormente lo sviluppo della rete Fwa (acronnimo di Fixed Wireless Access) su frequenze a 28 GHz e quindi in grado di assicurare connessioni fino a 100 Megabit ed in futuro espandibili fino a 1 Gigabit. Una potenza di fuoco di cui oggi usufruiscono già 1,2 milioni di clienti e circa 70mila fra imprese e istituzioni locali, molte scuole e PA. Per questo, Spada ha approfittato dell'occasione per lanciare un appello alle istituzione, in particolare al MiSE e alla sua controllata Infratel Italia. Eolo chiede che anche la sua infrastruttura sia considerata nello sviluppo del piano Bul (Banda Ultra Larga) che prevede più o meno il 20% di copertura della rete pubblica proprio attraverso la tecnologia Fwa utilizzata dall'azienda di Busto Arsizio. «Il piano Bul prevede la realizzazione di impianti con tecnologia analoga a quella di Eolo, là dove la nostra rete è già presente. Non ha senso che lo Stato utilizzi soldi pubblici per andare a duplicare un'infrastruttura già esistente. Quegli investimenti andrebbero utilizzati per portare più fibra nelle case». La questione deriva dal fatto che Infratel quando si è occuapata di mappare le aree bianche non ha mai preso in consideratazione le reti realizzate dall'azienda di Spada così come da altri operatori. Una contorsione burocratica che non ha permesso di tenere conto di tutti i punti di forza già presenti nell'infrastruttura attuale. Per questo ora Eolo chiede un tavolo tecnico al MiSE - a quanto risulta al Messaggero, il Cobul però sta già lavorando in tal senso - a cui prendano parte anche le telco che si occupano nello specifico di reti Fwa. L'obiettivo, ovviamente, è non solo dare maggiore copertura di rete agli italiani ma evitare anche sprechi degli 1.7 miliardi già stanziati e bloccati in beghe burocratiche.
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