Con app e social la palestra è sullo schermo

Con app e social la palestra è sullo schermo
di Gianluca Cordella
5 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Maggio 2020, 01:38
La serie di vhs “Complete workout” con Jane Fonda spopolò nel 1982 con qualcosa come 17 milioni di copie andate a ruba: una delle produzioni televisive più vendute della storia. La sua eco arrivò anche in Italia dove a fare ascolti record era “In forma con Barbara”, con la Bouchet in tutina fluo e scaldamuscoli alla “Saranno famosi” a fare da mattatrice. Ma la passione per il fitness domestico, che negli anni ‘80 conobbe questo clamoroso boom, è stata in realtà qualcosa che ha attraversato le epoche, se è vero come è vero che, un decennio più tardi, il testimone delle due attrici venne raccolto idealmente dalle top model forse più amate di sempre, Cindy Crawford e Claudia Schiffer. Che oltre a dividersi contratti e copertine si “sfidarono” anche sul mercato delle videocassette con le rispettive collane dedicate all’allenamento. Dopo un periodo di flessione della visibilità a cavallo del nuovo millennio, complice l’avvento delle super palestre hi tech che invitano a uscire di casa più che a sudare nel soggiorno, il fitness domestico ha ricevuto dal lockdown legato al Coronavirus una spinta di inaudita forza per tornare popolare come prima, forse più di prima. Sì perché con l’isolamento forzato l’allenamento tra le mura di casa è riuscito non solo a risvegliare il proprio “pubblico” abituale, ma anche a catturare tutti gli sportivi, dai runner ai tennisti della domenica e ai calcettari del lunedì, che si sono ritrovati di colpo senza una valvola di sfogo sportivo.

BOOM DELLE VENDITE
Protagonisti assoluti sono stati i social - in particolar modo le dirette su Instagram - e le app, che hanno fornito non solo piani di allenamento ma anche diete mirate per il tipo di vita inevitabilmente più sedentario tenuto in quarantena. A volte la chiave del successo è stata proprio la fusione tra network sociali e applicazioni: il vip di turno andava in diretta Instagram con un istruttore “legato” al brand delle app più diffuse - Nike Training Club e Adidas Training by Runtastic sono state le più gettonate - e ne giovavano tutti. Pioggia di like per le celebrità, pubblicità per i marchi e sano allenamento per gli utenti (anche per i più sedentari, stimolati allo sforzo dal filo diretto con il vip). Tutti felici e sudati, insomma. La forza del social è stata, poi, permettere agli utenti di allenarsi anche con l’attrice americana preferita o con il personal trainer delle celebrità inglesi: un modo inconscio di abbattere i confini che intorno si facevano, al contrario, sempre più stringenti. Il resto lo ha fatto quel tocco voyeuristico che non guasta mai: le modelle Anni ‘90 facevano lezioni su set costruiti per la causa, il lockdown invece ha portato gli utenti nelle case dei vip, nel loro privato quotidiano, e questo in qualche modo ha influito sul successo. Guai però a pensare che si sia trattato solo di un rapporto celebrità-pubblico, tipico dei social. Perché chi ha scelto la via dell’allenamento domestico lo ha fatto sul serio. Una ricerca di AliExpress, portale di vendite online dalla Cina al resto del mondo di proprietà del colosso Alibaba, ha evidenziato come nel solo mese di marzo - agli albori del lockdown, dunque - la vendita di cyclette sia aumentata del 989%, dato che arriva fino a 1238% se rapportato su marzo 2019. Schizzata a +815% la richiesta dei manubri per il sollevamento pesi, mentre le fasce elastiche per il fitness hanno incrementato del 600% la propria diffusione. In Italia, un’azienda leader nel settore come Technogym è riuscita contenere le perdite nel primo trimestre 2020 proprio grazie al boom delle vendite al dettaglio (+72%), che sono andate a compensare in parte la stasi del settore business. In cima alle preferenze degli italiani tapis roulant e cyclette di ultima generazione, quelle cioè che attraverso lo schermo connesso alla piattaforma digitale del marchio permettono a chi sta a casa di partecipare a classi di spinning tenute da professionisti sparsi in giro per il mondo. La costante insomma è lo schermo.

L’ADATTAMENTO
E chi lo ha capito più in fretta di altri si è guadagnato anche - chissà - un ruolo nel futuro del fitness.
Palestre obbligate alla chiusura che si sono riconvertite in piattaforme di allenamento on demand, istruttori che attraverso i propri canali YouTube sono usciti dalla dimensione di quartiere per diventare personal trainer virtuali senza confini (e qualcuno ha già lanciato programmi one-to-one personalizzati e ovviamente a pagamento), persino applicazioni che ricompensano chi si allena con maggiore dedizione. E’ il caso di “Virtuoso”, geniale invenzione italiana lanciata nel 2019 - tra i suoi fondatori anche Nicola Tardelli, figlio del campione del Mondo Marco - e adesso al centro di un autentico exploit. L’app, che non traccia direttamente nessuna attività fisica, ma si basa unicamente sui dati che arrivano da Google Fit, assegna dei premi sulla base delle ore di sport effettuate, delle sfide fisiche vinte (si può giocare a distanza con parenti e amici), delle ore di sonno o di meditazione e dei passi fatti ogni giorno. I premi sono voucher da spendere su Amazon o sconti di varia natura con palestre che hanno sposato il progetto. Modello di integrazione tra allenamento domestico e in palestra. Il futuro forse è lì. Molti degli operatori che si sono reinventati durante il lockdown hanno già annunciato che non chiuderanno i programmi a distanza nati durante la pandemia. Il loro sopravvivere e la capacità di convivere con l’allenamento fuori casa potrà indicare al fitness vie ancora nuove per il futuro.
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