Covid-19, la mascherina per i nostri lettori

Covid-19, la mascherina per i nostri lettori
di Giuseppe Scarpa
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Giovedì 28 Maggio 2020, 01:33 - Ultimo aggiornamento: 18:00
Sono il simbolo della lotta al Covid-19. La mascherina chirurgica è lo strumento indispensabile della nuova fase post lockdown. Per diversi mesi sarà il nuovo accessorio con cui doversi accompagnare. Obbligatoria sui mezzi pubblici, dentro i locali e negli uffici. Fondamentale per evitare il propagarsi del Coronavirus. Chi la indossa protegge gli altri, perché la chirurgica evita la circolazione della Sars-Cov-2 sia nelle goccioline più grandi che in aerosol, cioè nel normale atto del respirare. Usarla, oltre che imposto dalla legge è anche un atto di responsabilità verso il prossimo. Per questo il Messaggero ha deciso di metterla a disposizione dei propri lettori, allegando la mascherina Macron al quotidiano insieme al dossier “Il Futuro è Remoto”. Imbustata e con le indicazioni per l’utilizzo. La chirurgica di tipo 1, usa e getta, è stata spesso introvabile a motivo di una domanda internazionale che, a causa dell’emergenza sanitaria, è schizzata alle stelle. Rendendo, purtroppo, un dispositivo che dovrebbe essere indispensabile, di uso comune e di facile reperimento, una rarità.

LA QUALITÀ
I certificati rilasciati dall’istituto superiore di sanità a Macron, l’azienda che collabora in questo progetto con il nostro giornale, ne garantiscono gli standard qualitativi. Un’assicurazione purtroppo non scontata, visto che in questi mesi di emergenza Covid-19 la corsa all’approvvigionamento del presidio medico per eccellenza ha spinto molte aziende e importatori a produrre carte false pur di riversarle nel mercato italiano e guadagnare a qualsiasi costo, anche a discapito della salute pubblica. Qui entra in gioco Macron. Azienda italiana con la testa in Emilia Romagna (a Valsamoggia ha la sua sede principale) e ramificazioni in tutto il mondo. Tra cui, appunto, l’Asia. Da anni l’abbigliamento sportivo è realizzato seguendo elevati criteri qualitativi in Cina. Una conferma del buon operato dell’azienda è fornita dai numeri. Un fatturato in ascesa negli ultimi 15 anni, passato da 10 milioni di euro ai 115 dell’ultimo bilancio. Una piccola realtà diventata grande tanto da essere in Europa, come sponsor tecnico di club di calcio (Bologna, Cagliari, Lazio, in Italia), dietro ai colossi Nike e Adidas. La nazionale di rugby veste Macron. Ecco allora che, con questo spirito, e applicando i severi standard che la distinguono, l’azienda di Valsamoggia ha scelto due mesi fa di impegnarsi nell’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuali: mascherine Ffp2 e chirurgiche, camici e tute protettive, indispensabili per gli operatori del settore sanitario, della protezione civile e delle forze dell’ordine. Lo ha fatto con un criterio etico - quello del no profit - con l’obiettivo di aiutare il Paese in difficoltà. Il progetto ribattezzato “Stop Covid-19/Macron #noicisiamo” ha contribuito a rifornire, con milioni di presidi medici, l’Italia in un momento in cui diverse regioni erano in affanno alla ricerca di chirurgiche e abbigliamento medico-sanitario.

L’IDEA DEL CEO PAVANELLO
Macron, dopo essersi consultata con diverse istituzioni, ha collaborato alla fornitura dei presidi. Il prezzo addebitato a questi enti pubblici era relativo al solo costo di produzione e al trasporto. L’azienda è partita con poche centinaia di migliaia di pezzi fino ad arrivare ad un’importazione complessiva, ad oggi, di 40 milioni di dispositivi. «Ci è sembrato naturale mettere a disposizione la nostra competenza e la nostra filiera - ha spiegato Gianluca Pavanello, ceo di Macron - in un momento così complicato per il nostro Paese e per il mondo intero. Abbiamo una organizzazione in Asia molto radicata e capillare in grado di gestire la produzione di varie tipologie di dispositivi di protezione individuale oggi così necessari».

LA RETE IN ASIA
Macron con un ufficio a Tianjin, vicino a Pechino, sin dai primi di aprile si è mossa per ricercare le fabbriche produttrici di prodotti medicali in Cina.
Perciò gli stabilimenti asiatici, che realizzano l’abbigliamento sportivo, non sono stati oggetto di conversione. La rete dei 30 professionisti addetti al controllo qualità sono stati incaricati da Macron per selezionare le fabbriche. Una volta che ne sono state individuate quattro sono partiti i primi ordini, contestualmente al riconoscimento anche italiano, per mezzo dell’Istituto superiore di sanità, della validità del prodotto. Dai primi di aprile ad oggi sono stati impegnati cinque voli dedicati al trasporto di milioni di presidi sanitari. Una pioggia di mascherine su ospedali, uffici pubblici sono giunte in Italia grazie a Macron. E adesso seguendo questa filosofia la chirurgica, simbolo della battaglia al Covid-19, è in allegato con Il Messaggero.
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