Vittorio Emanuele di Savoia

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Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II, ultimo re d'Italia, è morto il 3 febbraio 2024. Acclamato alla nascita (1937) principe dell'Impero, Vittorio Emanuele ricevette dal nonno il titolo di principe di Napoli, come d'uso in casa Savoia per i principi ereditari e loro primogeniti in alternanza con quello storico di principe di Piemonte, allora attribuito al padre Umberto, in quel momento erede al trono. Nel 1938, anche se la notizia trapelerà molti anni dopo, secondo fonti diplomatiche britanniche la madre, Maria José del Belgio, si sarebbe accordata con Rodolfo Graziani e con il capo della polizia Arturo Bocchini per tentare un colpo di Stato a opera di alcuni reparti delle forze armate, con Pietro Badoglio come comandante in capo, azione che sostituisse Mussolini con un «avvocato milanese antifascista» (probabilmente Carlo Aphel) e costringesse Vittorio Emanuele III ad abdicare in favore di Umberto; Umberto era, a sua volta, d'accordo con la moglie per abdicare subito in favore del piccolo Vittorio Emanuele; la stessa Maria José sarebbe stata nominata reggente del Regno in deroga allo Statuto albertino, fino al compimento dei 21 anni del giovanissimo ipotetico sovrano. Questo presunto complotto, che vedeva d'accordo anche Italo Balbo, l'anglofilo Dino Grandi e l'antitedesco e ambizioso genero del duce Galeazzo Ciano, non andò comunque oltre un incontro preliminare a Racconigi e alcune riunioni a Milano, e Maria José non ne parlerà mai direttamente.
La Costituzione repubblicana, entrata in vigore il 1º gennaio 1948, stabilì per gli ex-sovrani, loro consorti e discendenti maschi di casa Savoia il divieto di ingresso e di soggiorno nel territorio nazionale. Durante l'esilio, conclusosi alla fine del 2002, svolse un'attività di intermediario finanziario, stringendo amicizie e legami d'affari con grandi industriali, in particolare la famiglia Agusta.
Dopo un lungo e contrastato fidanzamento durato circa tredici anni, Vittorio Emanuele si sposò con Marina Doria civilmente l'11 gennaio 1970 a Las Vegas e, religiosamente, il 7 ottobre 1971 a Teheran. Già precedentemente, durante il periodo degli studi universitari, a causa della sua condotta, aveva da tempo smesso di ricevere l'appannaggio stabilito da Umberto II per i propri figli, mentre dopo le nozze venne stabilita l'equa ripartizione dell'eredità paterna tra tutti i figli, contrariamente all'originaria decisione di Umberto II di assegnare una quota maggiore al figlio, in quanto suo erede dinastico.
Vittorio Emanuele ha vissuto in Svizzera, a Ginevra, fino al 2002, quando venne abolita la norma costituzionale che obbligava gli eredi maschi di casa Savoia all'esilio. Nel 2002, con un comunicato emesso da Ginevra, prese ufficialmente le distanze dalle leggi razziali, per la prima volta nella storia di casa Savoia. Sempre nel 2002 furono pubblicate dichiarazioni in cui accettava la fine della monarchia. Nello stesso anno, dopo l'abolizione dell'esilio, insieme con il figlio giurò per iscritto e senza condizioni fedeltà alla Costituzione repubblicana e al presidente della Repubblica, rinunciando in tal modo esplicitamente a qualunque pretesa dinastica sullo Stato italiano.

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