Soleimani, 62 anni, dal 1998 comandava le forze Quds, cioè le unità speciali delle guardie rivoluzionarie iraniane. E' uno dei personaggi più popolari in Iran, aveva milioni di follower sui social e The Times, proprio negli scorsi giorni, lo aveva inserito nella classifica dei 20 personaggi protagonisti del 2020. Una figura quasi leggendaria, tra gli uomini più potenti in Medio Oriente: generale, stratega con ambizioni politiche, è spesso apparso al fianco della Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei. Un nemico per Usa e Israele. Il 3 gennaio 2020 è stato ucciso da un raid statunitense sull'aeroporto internazionale di Baghdad, in Iraq, su ordine del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Qassem Soleimani è nato a Qom, da una famiglia di contadini, in un piccolo villaggio vicino alle montagne dell'Afghanistan. Lavora come operaio per ripagare i debiti del padre verso il governo iraniano. Entra nelle Guardie Rivoluzionarie (IRGC) immediatamente dopo la rivoluzione del 1978. Durante la Guerra Iran-Iraq, Qassem Soleimani comanda la XIV divisione dei Pasdaran. Tra il 1997 e il 1998 diviene comandante della Quds Force.
Fino all'11 settembre del 2001, il generale è il punto di riferimento degli Usa nella lotta ai Talebani afgani. Ma dopo la caduta delle Torri gemelle e l’inserimento dell’Iran, da parte di Bush, nel cosiddetto “asse del male” gli Usa per lui diventano un nemico.