Mariupol, la città «sotto controllo russo»: ecco perché è così importante per Putin

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Mariupol è «sotto controllo russo». Sono queste le ultime notizie che arrivano dall'Ucraina al 57esimo giorno di guerra con la Russia. La città dell'Ucraina sud-orientale, importante scalo portuale sul Mar d'Azov, è ormai nel mirino dell'esercito russo e delle truppe separatiste del Donbass. Una vera e propria manovra a tenaglia, con l'obiettivo di "stritolare" Mariupol e sottrarla al controllo dell'Ucraina.

 

Mariupol, perché è fondamentale per Putin?

Stategicaente fondamentale la città per Putin. Mariupol si trova nell'oblast di Donetsk, nel cui capoluogo 8 anni fa nasceva l'autoproclamata "Repubblica Popolare di Donetsk", riconosciuta come indipendente dalla Russia pochi giorni prima dello scoppio della guerra. Mariupol riveste per tanto un'importanza cruciale nei piani di Putin: la sua presa permetterebbe di creare un unico corridoio lungo tutta la tratta sud-orientale, che parte dalle regioni filorusse di Lugansk e Donetsk, fino a congiungersi alla Crimea (già sotto il controllo dei russi dal 2014). Mariupol, inoltre, è ambita per il suo fiorente porto sul mar d'Azov. Prendere il controllo di quella fetta di Ucraina metterebbe una pressione forse cruciale al governo di Kiev.

La storia della città

La città fu fondata nel 1778 col nome di Pavlovs'k in un'area precedentemente abitata dai cosacchi ma già nel 1779 assunse il nome di Mariuopolis, Marianoupolis o Mariampol. L'insediamento crebbe fortemente nel 1780 con l'arrivo di alcuni greci emigrati dalla Crimea. Nel 1882 fu collegata per ferrovia al bacino del Donez, ricco di ferro e carbone, quindi il porto divenne il più importante del Mar d'Azov. Nel 1948 fu ribattezzata Ždanov, in onore di Andrej Aleksandrovič Ždanov, ma riprese il nome originale nel 1989. Importante centro nel commercio del grano, nella produzione di acciaio e nell'ingegneria pesante, Mariupol' ebbe un ruolo centrale nell'industrializzazione dell'Ucraina. Dopo l'annessione della Crimea alla Russia nel febbraio 2014 la città è stata attaccata senza successo dalle forze armate russe. Nello stesso anno rientrò nel territorio dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Doneck, venendo rapidamente riconquistata dall'esercito ucraino nel mese di giugno e designata temporaneamente come capoluogo dell'oblast, poi trasferito a Kramators'k. Ulteriori scontri si sono verificati a settembre e si sono conclusi col cessate il fuoco sancito dal Protocollo di Minsk. A gennaio 2015 si è verificato un bombardamento, attribuito dal governo ucraino e dalla missione speciale dell'OSCE ai miliziani della Repubblica Popolare di Doneck. E ora dal 25 febbraio la città è sotto assedio. 

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